Via Cornigliano
Il progetto di riqualificazione di via Cornigliano è occasione per la sperimentazione di un metodo in grado di comporre un progetto più ampio per la città e il paesaggio, in un’epoca dove il ruolo dell’architettura nel campo della produzione di parti di città appare principalmente concentrato sulla produzione di elementi facilmente spendibili sul piano della comunicazione, incerti tra la volontà di clamore e quella di consenso. E' nella direzione del recupero del ruolo di sfondo dell'architettura che
si muovono le scelte fondamentali del progetto. Ciò non in senso diminutivo. Il complesso rapporto tra natura e sfondo costantemente caratterizza il dialogo tra paesaggio e architettura, tra flussi urbani e città, tra strada ed edificio. Se da un lato lo spazio collettivo urbano si offre come misura per amplificare, mostrandola, l'architettura circostante, dall'altro ad esso spetta sovente il primato della memoria. Ciò che ricordiamo, ciò che rappresentiamo nelle fotografie delle città viste e visitate è la strada, la piazza, il luogo aperto nella densità edificata, sono i dettagli, le figure che popolano la scena urbana.
Gli spazi pubblici tradizionali, strade, viali, piazze, parchi, appaiono sempre più spesso come gli elementi deboli della scena urbana, ingombri di oggetti incoerenti, servitù e accessori, che – saturandoli di funzioni o pseudofunzioni - li svuotano di senso, li privano del rilievo e dell'interesse collettivo per i quali sono stati pensati.
In via Cornigliano la forte impronta pubblica che ha costituito l’idea generatrice della strada continua ad esistere, tutti gli edifici svolgono ancora la loro funzione, pubblica o privata, e così si immagina avvenga per il futuro. Ciò non consente di operare immediatamente una completa pedonalizzazione della strada, soprattutto in considerazione della necessità di assicurare il trasporto pubblico sulla direttrice levante-ponente, che costituisce un asse prospettico generatore della città otto/novecentesca, e di consentire piena accessibilità alle molte attività commerciali presenti.
L’alto valore sociale della strada esprime e radicalizzano una delle questioni da tempo presenti nella cultura architettonica contemporanea, vale a dire la capacità del fenomeno architettonico di costruire relazioni di senso entro una prospettiva spaziale e temporale vasta. Così, il carattere collettivo del progetto consente il tentativo di rendere il territorio urbano un materiale producibile e governabile dal punto di vista dell’architettura, mediante l’esplorazione del rapporto tra estensione del luogo e dispositivi spaziali particolari e minimi.
Nel progetto, il significato di una riflessione sulle forme della storia come campo operativo dell’architettura si unisce alla possibilità di confrontarsi con il disegno dello spazio pubblico e con i modelli sociali che ne conseguono. Una riflessione che può essere condotta a partire dalla comprensione della progressiva distanza che si è originata tra il progetto dell’ambito pubblico e la tradizione del disegno urbano. Nel declino della regola “aperto/pubblico, chiuso/privato” tipica della città ottocentesca, si sono individuati troppo spesso i grandi spazi urbani a “volume zero” come luoghi in grado di sopportare infinite addizioni volumetriche parziali, collocate spesso senza un programma, con il risultato di stravolgere completamente il valore sociale delle spazialità originarie. Ciò con maggiore danno dove le architetture presenti si compongono – come a Cornigliano - con il vuoto secondo un rapporto sottile, raccontato senza enfasi.
Infatti, una delle caratteristiche essenziali della strada nel disegno della città è la sua dimensione e, quindi, il suo essere un potente dispositivo di produzione e di lettura dello spazio. Il suo ruolo consiste non solo nel carattere di eccezionalità o nella monumentalità di alcune sue componenti, ma anche nel suo essere un efficace meccanismo di semplificazione dello spazio, nel senso di una riduzione di quest’ultimo ad una struttura di relazioni evidenti organizzate dal vuoto. L'osservazione delle due immagini in premessa crediamo serva a condurre sul piano percettivo queste affermazioni.
Il progetto di riqualificazione di via Cornigliano vuole, così intendiamo, recuperare le varie forme di identità, interrompendo la prassi della gestione dello spazio pubblico urbano praticata per sottrazione e non per somma. Sottrazione del dominio pubblico, del ruolo rappresentativo degli edifici, del valore del tempo nella costruzione della città. La congestione urbana è spesso fatta di divieti e di negazioni, di privazioni, di occlusioni. In questo senso, con un atteggiamento di segno opposto a quello del “progetto della grande opera”, la proposta si offre come un materiale producibile e governabile dal punto di vista dell’architettura, mediante l’esplorazione del rapporto tra estensione e dispositivi spaziali, tanto quelli convenzionali, minuti e di servizio, quanto quelli monumentali. Nel modo suggerito da Jane Jacobs oltre mezzo secolo fa', siamo consapevoli che il problema urbanistico reale – per il caso in studio - è in che modo questa parte di città possa generare una combinazione di usi che sia abbastanza completa da mantenere in vita il tipo di civiltà che essi rappresentano.