Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino
MRSN, 1 st prize | Torino, 2015
Primo Premio del concorso internazionale di architettura per la progettazione delle aree di accoglienza, dei servizi accessori e dell'immagine museale coordinata.
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Progettare attraverso il valore storico di un edificio significa comprendere tutte le stratificazioni dell’esistente, collocarsi come tale e come un sedimento adattarsi. Interpretare questi dati permette di non cristallizzare il progetto in un ultimo stadio, ma essere parte di un perpetuo racconto. Il carattere insediativo che viene
a generarsi deriva direttamente dall’interpretazione del fondamento classico e restituisce, tramite la sua immagine architettonica e veste grafica, semplicità e immediatezza comunicativa. Identificare e riconoscere attraverso un’immagine, un simbolo o una parola diventa indispensabile per il museo. Architettura e comunicazione si traducono così in una nuova iconografia.
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INGRESSO
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L’atto di entrare, di varcare una soglia o un limite ideale, presuppone il passaggio da una percezione ad un’altra. Interpretare un semplice ingresso come un vero e proprio spazio, filtro di una nuova realtà celata al di là, è una grande opportunità per ridare nuova enfasi al principio museale. Riconoscere nell’immagine dei nuovi portali, annessi a quelli esistenti, un landmark visivo e riconoscibile, utilizzando elementi classici scarnificati e resi quasi bidimensionali, a sancire l’appartenenza atemporale al contemporaneo, permette di imprimersi come icona. Tale concetto,
esteso alla nuova immagine coordinata, rielabora e declina le diverse funzioni proposte, adattandosi alle necessità delle collezioni temporanee e permanenti. Il portale principale, che si modifica e si adatta per ospitare il vecchio, immette nel primo spazio, luogo informativo e di incontro, che viene lasciato alle sue nudità strutturali, denunciando l’ultimo strato della sua storia architettonica. Subito annessa, l’antica farmacia, spazio di rappresentanza e testimonianza di una storia quasi perduta, risulta nella sua magniloquenza compositiva semplicemente perfetta per assolvere la relazione tra spettatore e teatrante. Nuovi dispositivi si insediano prendendo distanza materica dall’esistente a sottolineare la diversa natura ed a ribadirne la metrica classica.
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LOGGE
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Lunghe braccia si dipanano dall’atrio di ingresso, le logge, antichi percorsi, ora diaframmi trasversali e longitudinali, tra le nuove funzioni temporanee delle corti e la realtà museale, il cui percorso definisce l’inizio o la conclusione del tragitto di
un grande anello espositivo. L’opportunità non è solo quella di inserire attività commerciali come bookshop e caffetteria, comunque autonome grazie ai loro ingressi pertinenziali, ma di creare uno spazio di pausa e un diaframma conviviale e usuale in uno spazio straordinario. La rimozione delle superfetazioni esistenti, auspica al ritorno della condizione originaria degli spazi, enfatizzandone il carattere compositivo e demandando le funzioni tecniche alle aule tra strada e loggiato. Un nuovo strato si adagia e si fonde con l’esistente, un diaframma tecnico tra spazio servente e servito, che garantisce il miglior comfort ambientale. Una controparete che, oltre a svolgere una funzione tecnica, diventa parte integrante e attiva dello spazio per mezzo di sedute e passaggi a scomparsa. Il rapporto con la corte invece diventa netto, aprendone la vista tramite nuove e più luminose vetrate, e permettendo così una maggiore flessibilità funzionale utile agli eventi in corso.
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NODI
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I nodi rappresentano gli elementi cardine tra due realtà differenti, lo spazio di relazione pubblica e lo spazio museale. La separazione fisica presente tra i loggiati e le ale espositive deve essere percepita non solo tramite la soglia, dove viene posizionato il portale, ma attraverso un diverso dispositivo di percorrenza. Il visitatore deve percepire in questo spazio filtro il cambiamento, attraverso una mobilità più lenta, il passaggio da un luogo ad un altro. In tal modo, oltre a conferirne importanza strategica, si definisce un sistema di accessibilità per tutti, nel rispetto e nella complessità della struttura esistente.
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CORTI
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Il carattere quasi sacrale dello spazio suggerisce qui la necessità di estendere ad altri elementi di matrice classica questa semplificazione della forma. Lo studio della nuova pavimentazione che riutilizza gli stilemi classici, si adatta ai riverberi
dell’esistente rimanendo mono-materica. Il carattere rappresentativo del luogo e la notevole dimensione permettono di predisporre lo spazio per funzioni temporanee, da mostre ad eventi, da concerti a videoproiezioni. La dicotomia tra lo spazio sempre eterno e le funzioni temporanee si traduce nello studio di una copertura a carena di nave rovesciata che, impostandosi sull’impianto classico del colonnato, perde la sua pesantezza strutturale, semplificandosi. I layer che la compongono riconducono alla forma originaria ma conferiscono allo spazio
una nuova temporalità. La scansione dei velari in copertura permette ulteriore flessibilità e adattabilità dello spazio nelle diverse situazioni, garantendo di giorno luce diffusa e una riduzione delle temperature durante i periodi estivi ed una
luminosità controllata durante la sera. Nella sua nuova immagine, le corti tornano quindi ad essere importanti elemento iconici riconoscibili.
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L’impianto seicentesco dell’edificio permette l’elaborazione di un chiaro sistema funzionale. Le sale celate dietro le spesse mura, tra i loggiati e via Giolitti, in diretta connessione con gli spazi pubblici, assolvono gran parte delle funzioni
annesse di bookshop e caffetteria, organizzando gli ambienti per ospitare uffici, depositi, sale tecniche, e i servizi igienici necessari. Sala didattica e spazio ricreativo vengono invece posizionate nell’ala est, sfruttando così un luogo
più protetto e in diretta connessione al café. La sua spazialità allungata permette inoltre la predisposizione di un eventuale sistema di suddivisione scorrevole garantendo più utilizzi contemporaneamente.
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PIANO DI COMUNICAZIONE
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L'immagine coordinata e il rebranding del museo si basano sul concetto di relazione tra pubblico e aree museali, definito da quattro figure geometriche base che caratterizzano il logo, vicine all’universo didattico e ludico. I moduli geometrici, quindi, vanno a declinarsi compositivamente attraverso pattern più complessi caratterizzando le esposizioni permanenti e le declinazioni di comunicazione. Il nome viene abbreviato nella sigla “MRSN” per necessità grafica e mnemonica, definendo ogni lettera con una tinta di colore diverso. Diverse lavorazioni del marchio e del logo, permettono una versatilità compositiva grazie al quale il brand si adatta a tutti i supporti necessari. Il coordinato grafico-esecutivo offline e online, il sito mobile-native si propongono come strumento di ricerca e consultazione, grazie al database puntuale dei pezzi delle collezioni oltre che la strategia social utile ad ampliare lo spettro di coinvolgimento del target nelle proprie reti sociali.
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team project : ZENO | Andrea Zecchetti, Francesco Nobili
art direction : Alessandro Vigoni
engineering : FOR Engineering Architecture
type : International Competition
result : First Prize
year : 2015
location : Torino (IT)
client : Regione Piemonte