Narciso | Riqualificazione Piazza della Scala Milano
Il progetto della piazza implica necessariamente un’attenzione a quelle che sono le relazioni che intercorrono tra la cavità centrale dello spazio urbano e gli edifici che la circondano.
La volontà è quella di intessere una rapporto reciproco tra lo spazio pubblico e i piani terra al piede degli edifici.
Proponiamo per questo un’estensione della pedonalizzazione comprendendo via Case Rotte, Largo Mattioli, fino a Piazza Meda, per ricucire il legame ora interrotto tra la piazza e Gallerie d’Italia, questo ambito sarà dedicata al sostare in un ambiente protetto, piantumato, con sedute e zone d’ombra.
Altro elemento delicato è sicuramente il rapporto tra il Teatro e la piazza. La volontà è quella di confermare il ruolo delle vie Santa Margherita e Manzoni, assoggettato attualmente al traffico di attraversamento tranviario e veicolare, anche se attenuato da norme restrittive.
L’ipotesi è di portare la quota di calpestio della strada attuale al piano continuo della piazza pedonale. La continuità dei livelli di accesso diventa, quindi, l’estensione del foyer degli edifici pubblici dall’interno all’esterno, sottolineando e rafforzando come lo spazio pubblico viva e si nutra in stretta correlazione ad essi.
Tra Largo Ghiringhelli e la connessione con via Filodrammatici e Piazza Ferrari, sempre in continuità di quota, il progetto prevede l’inserimento di una quinta scenografica che suggerisce la memoria della fondazione della Milano romana attraverso un elemento che reinterpreta l’archetipo della Porta. Infatti, in età romana, le mura passavano all’altezza di via Filodrammatici e sul “cardo”, l’attuale Santa Margherita, vi era la porta est di accesso alla città.
La proposta progettuale mette in evidenza come Piazza della Scala è un insieme eccezionale di edifici che si affacciano sullo spazio centrale con grande equilibrio ed armonia. Questa straordinaria qualità della piazza e della sua percezione complessiva è banalizzata dalla centralità dalla scultura realizzata da Piero Magni. L’impianto ottocentesco del monumento al “centro” costituisce un impedimento alla fruizione completa della piazza. Rappresenta un filtro statico. Il progetto ne prevede il trasferimento, in asse con la Galleria, sulla diagonale della piazza nello spigolo estremo prospicente all’accesso di Gallerie d’Italia introducendo cosi un emergenza dinamica e disequilibrante della stereometria bloccata della piazza.
La piazza è liberata da interferenze ed è disponibile a utilizzazioni multiple e flessibili. Si tratta di realizzare una pavimentazione omogenea,tutta alla stessa quota,un “magma” capace di ricostruire la continuità fisica tra le parti,innestandosi ai piani terreni degli edifici prospicenti, definendo un unicum spaziale degli interni verso il grande spazio centrale della piazza, fulcro della composizione e del sistema di relazioni.
La continuità della pavimentazione prevede una cornice esterna che fiancheggia il bordo degli edifici dove saranno segnalati, i percorsi consentiti agli accessi veicolari di
emergenza e di servizio e alle biciclette. Particolare
attenzione è dedicata alla sicurezza dell’attraversamento
tranviario: nella pavimentazione sarà inserita una
segnalazione sonora e luminosa che avvertirà i pedoni
dell’avvenuta autorizzazione all’attraversamento del tram.
La parte centrale della piazza, un quadrato perfetto,prende
il lato del palazzo civico,raccorda il dislivello di 60 cm
presente attualmente, costruendo un piano perfetto,
pavimentato con materiale riflettente, così che le
facciate gli edifici circostanti, si possono specchiare,
raddoppiandone la percezione da diversi punti di vista.
Questo elemento diventa così il foyer della città,
caratterizzato da una condizione di mutevole utilizzazione:
_la piazza bagnata si connota come grande specchio
urbano,
_la piazza umida, con la presenza di acqua nebulizzata
richiama il paesaggio della nebbia milanese,
_la piazza di ghiaccio, permette nel periodo invernale di
trasformarsi in una pista di pattinaggio,
_ la piazza asciutta può diventare invece luogo per eventi
e spazio espositivo in continuità con le gallerie d’Italia e
Palazzo Marino.
La costruzione di questo grande artificio consente di
introdurre una rete su maglia quadrata dove canalizzare
l’acqua e l’energia ed erogare la potenza necessaria alle
diversa ipotesi di utilizzazione dello spazio.
L’illuminazione, prevista al piede degli edifici, marca la
misura dei fronti e ne definisce un ritmo costante .
Dal punto di vista materico la scelta è di utilizzare tre
materiali, per garantire il limite prefissato relativo ai costi
dell’intervento:
_ il granito sabbiato utilizzato per il “magma”
implementando la pavimentazione esistente,
_ il cemento con polvere di serpentino, caratterizza la
piastra centrale, fortemente artificiale, che bagnato
marca questa condizione di specchio,
_il ferro brunito, contraddistingue invece le parti metalliche
a cornice del quadrato e l’elemento di reinterpretazione
della vecchia porta.