competition- water is alive
Paesaggio lacustre incastonato tra colline e rilievi montuosi il Lago Maggiore é fonte d'ispirazione per letterati, artisti, musicisti di tutta Europa.
L’intero territorio é una risorsa, paesaggistica e culturale.
Luogo di arte e natura, dove si narra la storia e la cultura di un territorio “vivo”, profondamente legato alle proprie tradizioni.
La proposta per 'water is alive' persegue l’obiettivo di creare una struttura dinamica nel tempo e nello spazio, un laboratorio di narrazione del territorio dove sperimentare soluzioni sostenibili, un nuovo modo di concepire scienza, etica e pratica quotidiana in modo inter-attivo, innovativo e replicabile in territori regionali con caratteristiche analoghe. Si propone quindi un centro di educazione ambientale diffuso sul territorio del Lago Maggiore, una sede sul campo che promuova attività di ricerca e crei stimoli riguardanti temi ambientali, inserito e messo in rete nella già presente struttura di attività che si alimentano in maniera profonda di questo Luogo.
Il sistema MACCAGNO – LUINO - PORTO VAL TRAVAGLIA entra a far parte di questo esteso circuito, integrandolo e trasformandosi in nuovo Polo Culturale Naturalistico.
Per il territorio del Lago Maggiore e il suo eco museo diffuso insomma si configura la possibilità di generare una dinamica di utilizzazione nuova, in grado di sostenere ed incrementare l’economia locale e mostrare la propria immagine al di fuori di un contesto circoscritto.
LUINO-CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DELL'ACQUA, DELLA FLORA E DELLE ENERGIE RINNOVABILI DEL LAGO MAGGIORE
L’intervento sul depuratore di Luino è fortemente improntato dalla volontà di imprimere a questa struttura una chiarezza ed immediatezza di lettura legata alla vocazione didattico-comunicativa che le si è attribuita. Cosi’ innanzi tutto s’identificano due zone completamente distinte, come localizzazione e come trattamento: quella del ciclo dell’acqua e quella del ciclo dei fanghi e della produzione di energia.
L’ingresso all’impianto è fatto attraverso un piccolo edificio-percorso ricavato all’interno del sedimentatore più antico che viene dismesso. All’interno di questo sedimentatore circolare si sviluppa un percorso coperto, completamente chiuso verso l’esterno ed affacciato sulla parte centrale (patio con specchio d’acqua) attraverso una vetrata. Questo percorso nasce dal limite del parcheggio dove un muro opaco che scherma anche in questa direzione la vista dell’impianto, porta l’insegna che annuncia il “CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DELL'ACQUA, DELLA FLORA E DELLE ENERGIE RINNOVABILI DEL LAGO MAGGIORE” e direziona il visitatore verso l’interno del cratere. In testa al muro, esterno all’edificio d’accesso, è anche presente un piccolo volume di info point per il percorso di Luino-Campo dei Fiori che parte da qui.
Gli spazi interni dell’edificio sono minimi, e si riducono a biglietteria-info point, servizi, spazio per proiezioni audio video (la grande panca che guarda la vetrata curva del patio che si prevede di attrezzare per proiezioni) ed il percorso didattico di risalita in rampa che si immagina come una grande proiezione interattiva sulla parete esterna opaca che illustra i principi di depurazione, smaltimento fanghi e produzione energia adottati da centro.
All’uscita dal percorso a spirale dell’edificio d’ingresso il visitatore, portato ad una quota +4, può finalmente contemplare il paesaggio del depuratore e la sequenza delle vasche di trattamento. Il percorso di visita si sviluppa su una passerella che si inserisce tra la linea tradizionale e la linea di depurazione a membrane (percorso inverso al ciclo), lasciando contemplare anche il sedimentatore e risalendo poi alle griglie d’ingresso.
Terminato il ciclo dell’acqua si scende alla quota del suolo e si percorre, nel boschetto, il percorso del ciclo della produzione di energia, che si conclude con il passaggio dal gasometro e la presenza simbolica del camino del cogeneratore sulla terminazione del percorso. Una leggera passerella permette infine di attraversare la seconda vasca di fitodepurazione e di ritornare al portico di ingresso da cui era cominciata la visita.
PORTO VALTRAVAGLIA- LABORATORIO INTERATTIVO DELL’ECOSISTEMA LACUSTRE DEL LAGO MAGGIORE
L’intervento prevede innanzitutto la definizione di una nuova connessione ciclo pedonale che metta in relazione la struttura con la vicina spiaggia fluviale, sfruttando il sottopassaggio ferroviario esistente. La riqualificazione dell'edificio con matrice industriale in c.a. promuove la riorganizzazione di tutta la zona della ex cava dismessa.
L’ingresso all’edificio avviene attraverso un percorso che passando dalla quota della copertura permette al visitatore di usufruire di una visione d'insieme del nuovo laboratorio.
Quando il visitatore, terminato il percorso in costa, cambia direzione per rivolgersi verso l’ingresso dell’edificio, il suo sguardo si apre sul meraviglioso spettacolo delle prealpi, inquadrato dalla nuova vegetazione che già si sta impossessando della valle dell’ex cava. La vista in primo piano dell’isola ecologica è coperta della nuova copertura dell’edificio che con una leggera inclinazione verso l’alto sposta lo sguardo verso l’orizzonte creando un nuovo limite e una serie di piani in progressione. Alla sorpresa della vista si aggiungono la curiosità e la ricerca di un manufatto che in realtà non si manifesta fisicamente se non come un pattern di patii scavati che a questa quota della copertura completamente integrata nel sistema di verde, denunciano in qualche modo la presenza di attività umana al piano inferiore.
Concluso questo misterioso e sorprendente percorso, il visitatore si ritrova, dopo essere sceso al livello inferiore, all’ingresso dell’edificio, un grande patio delimitato da muri su cui si apre il contenitore. Superato l’atrio d’ingresso con relativi servizi (questo spazio è chiuso e climatizzato), le 5 navi con le vasche si presentano come un grande giardino artificializzato in cui la compartimentazione delle vasche è pretesto per la definizione di microambienti naturali con caratteristiche diverse.
Attraverso questi ambienti il visitatore percorre il circuito ad anello che lo porta a diverse zone di osservazione passando attraverso una zona più strutturata (sul lato nord) di laboratorio, esposizione e audio/video interattivi, per poi ritornare, a conclusione del percorso, nuovamente nell’ingresso. La struttura in c.a. esistente è mantenuta nella sua totalità semplicemente ripulita ove necessario ed integrata dal punto di vista impiantistico (le uniche due zone effettivamente colonizzate sono quella dell’ingresso e quella dei laboratori/area interattiva a nord). Il nuovo sistema delle passerelle interne che sviluppano il percorso di visita sarà invece in acciaio corten.
MACCAGNO - CENTRO DI DOCUMENTAZIONE DELLA FAUNA ITTICA DEL LAGO MAGGIORE
Anche nel caso di Maccagno il progetto parte da una considerazione a scala piu’ allargata sui percorsi e modalita’ di accesso alla struttura. Si propone come nel caso di Valtravaglia di promuovere l’accesso alla struttura attraverso una rete di percorsi sviluppata lungo la via d’acqua, dando chiarezza ad un tracciato in gran parte già esistente che si sviluppa sul lato sud del fiume Giona partendo dal suo estuario e che mette in relazione diverse strutture ludico/culturali e sportive già esistenti.
Anche in questo caso obiettivo non secondario è la separazione dell’accesso all’isola ecologica da quello al nuovo centro di documentazione, e la scelta di spostare il percorso d’ingresso sul lato opposto del torrente oltre a soddisfare questo obiettivo, altera completamente la percezione della struttura che viene in questo caso filtrata dalla presenza del fiume (e quindi dell’acqua) in primo piano. L’intervento prevede la definizione di un nuovo edificio /info point sul lato sud del fiume, che serve anche come riferimento per chi sta percorrendo i percorsi più allargati che partono da qui e non vuole entrare nell’edificio. Da questo edificio si genera un ponte pedonale che accompagna il visitatore fino alla zona delle tre grandi vasche esterne dove si raccolgono le specie tipiche del lago.
Dei tre contenitori esistenti 2 vengono rifunzionalizzati e accolgono rispettivamente servizi e spazi d’appoggio il primo ed uno spazio di laboratorio/documentazione il secondo, mentre il terzo rimane destinato a funzioni tecniche legate alla rete di idrica di supporto alle tre vasche adattate ad incubatori delle speci ittiche locali. Si prevede che i tre edifici siano completamente rivestiti con pareti ventilate in blocchi di granito rosa di Baveno con finitura a spacco, assumendo in questo modo un’immagine astratta che li fa apparire per chi li vede dal percorso di accesso quasi come delle sculture immerse nel bosco.
Progettazione architettonica e coordinamento generale:
arch. De Appolonia Giulia OFFICINA DI ARCHITETTURA (capogruppo) con arch. Stefano Riva
progettazione paesaggistica:
PARATELIER LDA arch. Monica Ravazzolo, arch. Leonardo Paiella
Progettazione impiantistica:
BIEMME ENGENEERING S.R.L. ing. Bruno Longo con RISA S.R.L. ing. Valentina Cabbai
Progettazione strutturale :
HOLZNER & BERTAGNOLLI ENGENEERING S.R.L.
Ing. Claudio Bertagnolli