La Moresca
La Moresca maison de charme è un albergo di lusso dotato di 15 stanze.
La struttura esistente, una residenza privata edificata nel 1926 come abitazione per le vacanze estive, fu abitata a sprazzi sino a circa la metà degli anni ’70 per essere poi definitivamente chiusa.
L’edificio era stato progettato come casa di villeggiatura, in modo da poter accogliere agevolmente i numerosi componenti della famiglia Criscione di Ragusa: l’edificio, compreso tra due strade la via Dandolo e la via Cagliari, era organizzato su più livelli ed intorno ad un cortile interno.
Sul fronte principale (via Dandolo) davano gli ambienti di relazione oltre alla camera da letto principale, sul cortile interno una serie di stanze da letto, sul retro (via Cagliari) la cucina e gli ambienti destinati al personale di servizio, a seguire un orto e una “villetta”.
Un lungo corridoio permetteva l’accesso a tutti gli ambienti, superando la tradizionale infilata di stanze presente anche in edifici edificati ai primi del novecento, due rampe di scale servivano le varie stanze da letto.
Al primo piano sulla via Dandolo una camera da letto che dava su un grande terrazzo, all’ultimo piano un secondo terrazzo estremamente panoramico; sul cortile interno e sulla via Cagliari una serie di camere da letto.
Uno schema di distribuzione degli ambienti quindi piuttosto moderno e razionale.
La proprietà odierna, considerando le dimensioni eccessive e la semplicità di trasformazione dell’edificio, ha valutato l’opportunità di utilizzare il fabbricato come struttura ricettiva: un albergo a quattro stelle, scelta supportata anche dalla penuria di posti letto nel centro di Marina di Ragusa.
Il processo di trasformazione dell’edificio Liberty da “Casa Criscione” a “La Moresca Maison de Charme”, può essere suddiviso in due fasi temporali ben distinte.
La prima fase dei lavori è stata intrapresa solamente dalla proprietà committente che ha elaborato una strategia di intervento definendo il numero delle stanze (14 doppie e una singola), individuato la posizione di un bar interno dove poter effettuare la prima colazione, stabilito le dimensioni delle stanze e dei bagni decidendo di mantenere in maniera sostanziale la distribuzione originaria della casa.
In questa fase è avvenuta anche la progettazione degli impianti di riscaldamento e di illuminazione che utilizzano tecnologie di domotica all’avanguardia consone ad un uso alberghiero; si è scelto di produrre autonomamente energia per la produzione di acqua calda e di utilizzare in parecchie situazioni luci a basso consumo energetico; si è dotato la struttura anche di un aspirapolvere centralizzato con bocchette presenti in tutti gli ambienti.
La proprietà committente si è fatta anche carico di selezionare gli artisti che compaiono negli spazi dell’albergo: il fotografo Giuseppe Leone ed il pittore Giovanni Lissandrello.
La seconda fase dei lavori ha visto coinvolti gli architetti Maria Giuseppina Grasso Cannizzo e Nunzio Gabriele Sciveres ed è consistita soprattutto nello studio delle ambientazioni, nella scelta degli arredi, dei materiali e di alcune finiture; nella progettazione del bar e delle passerelle in acciaio.
Gli architetti sono intervenuti nella fase di completamento dei lavori e le soluzioni individuate sono quindi il frutto di condizionamenti dovuti alle scelte precedenti.
Lo spirito che anima le ambientazioni va allora individuato nel tentativo di ricreare situazioni domestiche.
Si è deciso di riassemblare i “materiali” presenti nella casa secondo schemi nuovi: i pavimenti in cemento colorato e graniglia per fare un esempio, sono stati posati in modo da formare delle strisce colorate, anche i mobili che arredavano le stanze sono stati utilizzati in modo anomalo insieme a pezzi di design contemporaneo ed insieme ad oggetti trovati da antiquari e rigattieri.
Le passerelle di collegamento alle stanze del piano superiore (vicine alle strutture industriali) e la sala della piccola colazione (un volume in ferro rivestito da pannelli di acciaio riflettente) non cercano di mimetizzarsi nel tessuto consolidato del paese, ma mantengono una propria autonomia formale.