Direzione del Ministero degli Interni
Nuova sede nella ex-caserma Ferdinando di Savoia a Roma
Lotti I-II-III
Un grande edificio pubblico.
Impermeabile per struttura (umbertina) ma anche per destinazione. Di fronte, intorno, la monumentalità creativa e di dimensione della Stazione Termini, e la monumentalità eroica del Ministero dell’Aeronautica. Un’aquila. Travertino.
Grandi archi e torri mazzoniane. Roma.
Lo spazio pubblico viene portato dentro all’edificio. Negli angoli, negli snodi, in corrispondenza degli accessi si inserisce il tema del fuori scala.
Là dove la Caserma era enorme ripetizione di spazi costanti, il fuori scala è percorsi che si incontrano e si biforcano, sale d’attesa, spazi inutili e spazi serventi, è lento camminare avendo di fronte improvvise accelerazioni di qualche funzionario, di qualche visitatore, è luogo dell’imprevedibile, dell’imprevisto ministeriale.
Tutto è bianco, infilato in un barattolo di vernice e lasciato appeso a scolare.
Il bianco come colore del rispetto, dell’attenzione, della cura.
Come colore di ciò che è pubblico.
IV Lotto (Edifico E e il Cono)
Il Mito Archeologico
L’Edificio E, la nuova sede e la sala prove della banda della Polizia di Stato, è l'unico complesso edilizio completamente ristrutturato delle ex caserme. Si conclude il complesso a forma di "C" degli edifici esistenti rispetto al grande cortile centrale.
In questo caso, il tema del progetto è il "contenuto del mito", vale a dire la creazione all'interno dell'edificio, e quasi nascosto dall'esterno, con un volume di cemento armato, del Cono che contiene la sala prove nel seminterrato, un vero e proprio Tholos archeologico con il bar della mensa (rispettivamente, al piano superiore e il piano terra).
Aggrappata al cono strutturale, quasi annodato espressivamente, è la rampa continua in cemento armato che collega i piani fino al tetto. Attorno al volume conico in cemento armato sono sviluppati quattro spazi alti per uffici disposti su due piani.
L'esterno di fronte al palazzo, in gesso grigio scuro, rafforza l'idea di "nascondere" qualcosa di sorprendente al suo interno, di creare una sorpresa, in questo dialogo tra opaco e storia, tra visibile e invisibile, tra modernità e archeologia, tra il contemporaneo e figure archetipiche e primitive.
Altre foto del progetto