La mostra è pensata come luogo di accoglienza della memoria degli artisti.
Il Padiglione Italia diventerà l’involucro all’interno del quale troveranno riparo momenti culturali e autobiografici degli autori presenti in mostra.
Questi momenti avranno voce attraverso camere monografiche non concepite come meri spazi espositivi ma come veri e propri luoghi d’arte.
Posizionate in batteria al centro del Padiglione, le stanze stimoleranno il senso di fratellanza che le accomuna, mantenendo al contempo autonomia dello spazio interno ed evitando così qualsiasi contaminazione visiva.
Nel Padiglione è prevista un'atmosfera in cui il visitatore, in un ambiente semioscuro, sarà attirato da squarci di luce provenienti dalle aperture dei volumi muti delle camere monografiche.
Questi fasci luminosi, riflessi della luce proveniente dalle singole camere, come veri e propri segnapasso, guideranno il visitatore alla scoperta della mostra in un alternarsi del buio del Padiglione e della luce dei singoli spazi d'arte. Proprio quest’alternarsi tra luce/buio e dentro/fuori permette al visitatore di recuperare quella capacità di saper vedere le cose.
Le camere sono quindi caratterizzate da un involucro e da un cuore.
L’involucro è come un guscio che delimita e protegge la camera con un accesso generalmente posto sul lato corto.
Lo spazio interno è occupato da elementi eterogenei del passato dell’artista: libri, film, fotografie, oggetti, etc. A questi si aggiunge una singola e significativa opera (o installazione), realizzata per questa occasione.
JANNIS KOUNELLIS
LUCA MONTERASTELLI
NICOLA SAMOR'
MARZIA MIGLIORA
MIMMO PALADINO
ALDO TAMBELLINI
All’interno del padiglione, in ingresso, al centro e in uscita, vi saranno “episodi artistici”, concepiti come prologo, intermezzo ed epilogo della mostra: tre omaggi all’arte italiana presentati da autori stranieri.
Gli spazi per queste opere avranno una natura seduttiva e permeabile. E, a differenza dei luoghi riservati agli artisti, vivranno di una dimensione dialogica.
Il prologo – all’ingresso della mostra – è come una cella aperta al pubblico, costruita da superfici a tutta altezza, sulle quali verrà proiettato l’omaggio all’Italia di PETER GREENAWAY
L’intermezzo – un recente ciclo di disegni ispirati a Roma di William Kentridge – occupa un estremo della seconda tesa del Padiglione ed è pensato in un unico momento espositivo.
WILLIAM KENTRIDGE
L’epilogo è pensato come approdo visivo della mostra. Un volume autonomo immerso nel verde dei giardini del padiglione in forte tensione con la cinta muraria dell’arsenale. Lo spazio è una saletta cinema avvolto da due polmoni laterali nei quali troverà posto l’archivio della memoria dell’artista.
JEAN-MARIE STRAUB