La chiesa non c’è.
Un taglio nel dislivello del suolo conduce all’ingresso. Si procede in trincea.
Le funzioni si sviluppano lungo il percorso.
Il parcheggio. La casa canonica aperta al cielo attraverso i cortili. Le aule del catechismo.
La Chiesa. Interrata parzialmente. La copertura piega e si slancia verso l’lato. Fa entrare la luce.
Un fascio nella materia nera.
All’esterno solo il portale del campanile. Nero.
Una cornice per il cielo.
Emerge dal parco superiore. Lavanda. Forsizia. Narcisi. Gli olivi sul bordo.
Campiture geometriche colorate. Fiori di campo.
Il sacro è il cielo. Immenso. Mutevole. Limpido o annuvolato. Attraversato dal vento e dalla pioggia. Dai suoni della natura. Gli uccelli. I rombi. Gli scrosci.
E i suoni delle campane.
Il cielo portato agli uomini. Poi si specchia e moltiplica. Avvolgente.
Lo specchio contiene l’immagine e al tempo stesso si confonde in essa.
Come un universo.
Solo un contorno. Gli uomini ne hanno bisogno. Come un limite.
L’infinito e il nulla trascende dalla rappresentazione
Dio si rappresenta da sé.