Se non sono gigli
La scenografia progettata per lo spettacolo “Se non sono gigli”, tributo a
Fabrizio De Andrè, risponde alla volontà di enfatizzare il percorso culturale
affrontato dal concerto: raccontare le storie di vita di persone comuni che
attraverso la poesia divintano uniche e straordinarie. Sono riferimenti
a individui fantasticamente comuni, che, grazie alla loro straordinaria
umanità, creano un collegamento diretto con la vita reale. La riconoscibilità
del loro profilo ci conduce nel ricercare questa “comune unicità” in ciascuno
di noi.
Per rafforzare questo concetto attraverso la scenografia abbiamo pensato
di utilizzare delle sagome bianche posizionate sul palco e nella platea. La
figura umana, stereotipata dalla standardizzazione commerciale, diventa
icona neutrale capace di offrire a ciascuno un’identificazione. Ogni
sagoma è caratterizzato da un dettaglio che lo rende estremamente riconoscibile (maglietta, cappello, pantaloni, borsa, ecc...)
permettendo l’enfatizzazione delle diversità intrinseche ad ogni individuo
che inizialmente appare simile a tutti gli altri. La presenza delle sagome
sul palco e nella platea genera un forte legame tra musici e spettatori: siamo
tutti parte di un unico spettacolo, siamo tutti “vittime di questo mondo”.
La scena è ulteriormente caratterizzata da una successione di teli tesi verticalmente ed
ancorati dalla seconda e terza americana a terra, che dividono il palco in
due settori, generando profondità allo spazio di esibizione. Questi coprono
le sagome bianche presenti sul palco e, data la natura semitrasparente del
materiale, ci permettono, in relazione ai differenti tipi di illuminazione, di
creare diverse atmosfere durante l’esibizione. Il risultato chiaroscurale delle
ombre che genera l’ingrandimento della figura illuminata, sottolinea come,
degli oggetti piccoli e insignificanti possano diventare evidenti gigantografie
che accompagnando la musica. Tutto ciò richiama ancora al significato
dello spettacolo e la volontà di sostenere l’attenzione “deandreiana” verso
“i poveri diavoli”.
I “Senzapretese” vestiranno di nero e ciascun componente, come i manichini,
avrà un accessorio monocromatico che lo distingue e lo caratterizza.