Liling World Ceramic Art City
L’idea del progetto per Li Ling è nata dal desiderio di un nostro cliente di collocare un museo e un albergo su un’area industriale dedita alla lavorazione della ceramica. Il progetto è pertanto legato al materiale ceramico di cui l’azienda committente è importante produttrice e di cui gli edifici proposti vogliono esaltare le caratteristiche, le differenze di colore e di manifattura.
Il complesso è composto da due macro-aree: una pubblica sviluppata attorno alla grande piazza e una produttiva e di vendita, identificata come master building. Il gate di ingresso introduce al cuore del sistema, la piazza intorno alla quale si dispongono un albergo con relativo ristorante e tre musei - due calligrafici e uno ceramico; le residenze di lusso e i servizi commerciali occupano l’area nord orientale del complesso.
I volumi, comunicanti tra loro attraverso un podium ipogeo, compongono un sistema organizzato liberamente i cui spazi esterni creano una serie di percorsi stabilenti relazioni di vicinanza che possono essere denominati “intra-spazi”, uno spazio urbano al contempo contenitore e contenuto; la copertura del podium, accessibile dalla piazza con ampie scalinate, ospita anche un giardino pubblico pensile.
Di fondamentale importanza è la modellazione degli edifici in forma di grandi “vasi” con contorni sinuosi senza spigoli vivi, sempre concavi o convessi, rivestiti da moduli ceramici policromi componenti originali texture tridimensionali.
In linea con il sistema proposto dal progetto, la densità diventa un valore, una risorsa che consente un rapporto stretto, una vicinanza, un uso del territorio simile a quello che caratterizza la città storica della tradizione cinese.
-
-
-
-
-
-
-
-
Chinese construction sites: Impressions by Cristiano Bianchi
Liling, Hunan Province, close to Mao's home town: a small city of ceramics, one million of people, in the belly of the country.
The colours of the land have the same palette of the architecture, soon going to disappear, covered by grass.
A world of fantasy, a child’s drawing, together naif and sophisticated.
Buildings like ceramic vases and cups, an out of scale game, a lilliputian hallucination.
Pop architecture, it doesn’t talk to the architects, doesn't use the architectural language... a game capable to stimulate the imagination of common people. Everybody on the road stops to see it. ther workers
The color is used as a construction material, creating infinite suggestions, changing with the light when you are moving around the buildings. Decoration claims to be re-considered as a necessary part of architecture.
A dreamlike sequence of spaces, alternately compressed and released in between the buildings, with a continuous sense of surprise.
A mirage appearing in a deserted land, no connection with reality, a world apart, a scenography for a movie still waiting to be shot.
No dialogue with the physical context of the territory, the architecture belongs to a metaphysical context: the world of ceramic art.
A wonderland in the middle of nothing, beside an unfinished highway, in an unknown city searching a "Bilbao effect" to emerge... struggling to build, or re-build, his own identity. Just like the entire country. They are succeeding.