Museo Egizio, Torino
Rifunzionalizzazione, restauro, ampliamento e messa in sicurezza.
IL PROGETTO.
Il progetto architettonico del Nuovo Museo Egizio è firmato da Aimaro Isola, ISOLARCHITETTI, Carlo Aymonino, Dante Ferretti (scenografie), Paolo Marconi, Giancarlo Battista e Gabriella De Monte (restauro), ICIS (progetto, direzione lavori, strutture e sicurezza), Proeco e Itaca (impianti).
Il progetto, risultato vincitore nella gara internazionale bandita nel 2007 dalla Fondazione Museo delle Antichità Egizie, s’inserisce e prosegue la storia culturale dell’edificio Guariniano ne arricchisce e porta a compimento i significati e le funzioni che si sono succedute nel tempo: Collegio dei Gesuiti, sede dell’Accademia delle Scienze, Museo di Storia Naturale, Galleria Sabauda. Un accurato lavoro filologico e l’uso delle più avanzate tecnologie hanno permesso di portare alla luce i valori espressi dalla cultura sabauda anche aldilà dei propri confini.
L’approfondimento della concezione originaria della fabbrica e delle sue trasformazioni sono associate ad una concezione critica non banalmente conservativa del restauro: il processo ideativo nasce da un colloquio architettonico con i progetti di Guarini, Garove, Talucchi e Mazzucchetti.
Ai volumi storici dell’originario Museo e della preesistente Galleria Sabauda, recuperati e restaurati per le funzioni espositive, il progetto ha aggiunto tre nuovi piani, scavati al di sotto dell’area cortilizia, per dare ampio respiro ai servizi dell’accoglienza, alle centrali tecnologiche, a nuovi depositi e officine, ha ricercato altri spazi sopraelevando il fabbricato di via Duse per un suggestivo roof-garden, ha recuperato tutti i sottotetti per le più sofisticate dotazioni impiantistiche.
IL PERCORSO DI VISITA.
Il visitatore attraversando la corte del Palazzo, entra nella “ manica Schiaparelli” che ospita la biblioteca, la caffetteria e l’oasi del roof garden.
L’accoglienza è al primo piano ipogeo con biglietterie, guardaroba, bookshop, laboratori, servizi, ecc. Ampi lucernari garantiscono luce naturale e continuità ottica con la corte. Veloci percorsi verticali – scale mobili per 24 metri di dislivello - portano il visitatore, accompagnato dal tracciato del Nilo, affascinante istallazione di Dante Ferretti, direttamente al più alto piano museale.
Il percorso di visita lungo circa due chilometri, avviene poi “ a pioggia” attraverso spazi variamente caratterizzati: alla sommità la grande arca di 40 metri su tre ripiani raccoglie e mette in mostra pezzi da collezioni per anni rimasti nei depositi. Ai piani inferiori il percorso inanella le sale auliche, la galleria, il transetto e i nuovi spazi. Ove possibile sono state recuperate le tracce degli allestimenti succedutisi nel tempo, quello di Schiaparelli e quelli più discutibili, della Sabauda di Sanpaolesi. Lo scalone ottocentesco del Mazzuchetti, accuratamente restaurato, è stato esteso al piano ipogeo per riportare i visitatori ai servizi di uscita.
_LE AMBIENTAZIONI DI DANTE FERRETTI
Il Maestro Dante Ferretti, ha sviluppato con modelli e disegni gli scenari dei vari ambienti accompaganado il progetto di Isolarchitetti. In particolare il suo intervento ha caratterizzato l’enorme sala dell’ultimo piano, gli elevators, il grande Nilo, la Galleria dei Re.
LE TECHE
Accanto alle lapidi e alle statue, gli eccezionali reperti che sono i veri protagonisti del museo “galleggiano” dentro più di cento trasparentissime, essenziali, sofisticate teche che sono attento design dello studio Isolarchitetti. La ritrovata aulicità degli ambienti storici e l’essenziale modernità degli interventi sono i punti di forza del progetto architettonico, che hanno accompagnato il “nuovo progetto scientifico” del Museo.
IL RESTAURO
Il restauro architettonico ed artistico del Museo ha restituito in alcuni ambienti del primo piano la facies più antica rinvenibile al disotto dei vari strati di pittura sovrammessi nel tempo, consentendo di ripercorrere alcuni stadi della vita del Palazzo-Museo. Gli episodi meglio conservati si ritrovano nell’ala più antica dell’edificio, corrispondente al braccio prospiciente Via dell’Accademia.
Nella Galleria dei Sarcofagi, è stata riportata in luce e accuratamente restaurata la splendida decorazione della volta, realizzata a “mezzo fresco” e risalente al 1825, con animali di ogni specie e motivi architettonici, testimonianza del Museo delle Scienze Naturali, qui ospitato dal 1802 al 1876. Allo stesso periodo risalgono le decorazioni parietali, con i medaglioni dipinti e la finitura a marmorino con differenti cromie, che restituiscono alle due grandi sale dell’ala su Piazza Carignano, realizzata su progetto dell’arch. Talucchi nel 1825-27, il loro imponente aspetto originario.
Anche nella Sala Epoca Tarda si è scelto di scoprire e restaurare la ricca decorazione della volta costituita all’imposta da una simmetrica partitura architettonica che con i suoi elementi volutamente in aggetto, quali capitelli e cornici arricchiti da festoni floreali e rondini, riquadra la volta celeste che si sviluppa nella parte centrale. Il prezioso apparato decorativo si completa, sulla parete opposta a quella ove sono presenti i serramenti, con delle finte simmetriche finestre a trompe l’oeil, presenti, peraltro, anche in altri ambienti dell’ala più antica. Nel Transetto di quest’ultima, infine, il restauro ha valorizzato l’apparato decorativo dell’allestimento “all’egizia” voluto da Ernesto Schiaparelli, Direttore del Museo dal 1893.
LE STRUTTURE
Le rilevanti opere strutturali hanno adeguato l’edificio alle esigenze espresse dal nuovo museo e alle richieste della più recente normativa di settore compresa quella antisismica.
L’avvicinarsi con attenzione al costruito storico ha comportato un’estesa sperimentazione in campo per indirizzare le scelte progettuali, monitorare l’esistente, controllare le lavorazioni in svolgimento, verificare il risultato a opere concluse.
I tre anni e mezzo di cantiere hanno visto la delicatissima realizzazione in “top-down” dei piani ipogei nel cortile a ridosso e al di sotto delle facciate storiche, il rifacimento di gran parte del basso fabbricato in calcestruzzo su via Duse, le lavorazioni di demolizione, rinforzo e consolidamento delle murature e delle volte nei corpi originari di via Principe Amedeo e via Accademia delle Scienze.
I materiali sono stati: mattoni pieni (molto spesso recuperati dalle demolizioni) e malta di calce idraulica naturale; calcestruzzo (in buona misura con aggregato d’inerti leggeri) con armature in barre e reti in inox; acciaio per le carpenterie metalliche dei soppalchi pensili del riconquistato scenografico volume espositivo su via Accademia e per le strutture del “roof-garden”.
GLI IMPIANTI
L’impiantistica, ed in particolare la centrale di produzione energetica, è stata concepita e realizzata secondo i più recenti criteri della ecosostenibilità con un impianto geotermico ad acqua di falda e impianti terminali a bassa temperatura per il massimo risparmio energetico, nel rispetto dei criteri per la conservazione delle opere, del comfort dei visitatori e dell’integrità del manufatto edilizio, l’intero museo è attrezzato con tecnologia led a basso consumo energetico.
IL CANTIERE
La sfida certamente più impegnativa è stata quella di mantenere, per tutta la durata del cantiere, il museo aperto ai visitatori, senza spostare un solo reperto al di fuori del palazzo e senza perdere un giorno di lavoro nonostante non siano mancati imprevisti e sorprese.
CREDITI di PROGETTO
ARCHITETTURA:
ISOLARCHITETTI s.r.l. capogruppo (A. Isola, S. Isola, F. Bruna, M. Battaggia, A. Bondonio, S. Peyretti); I.C.I.S. s.r.l. (C. Turvani , G. Donna, A. Faletti, L. Luciani, M. Luciani, D. Russo, M. Valente); Carlo Aymonino (fino al 2010);
RESTAURO: Arch. Giancarlo Battista; Arch. Marco Grimaldi; Prof. Arch. Paolo Marconi (fino al 2013); Dott.sa Maria Gabriella De Monte;
VETRINE E TECNOLOGIE ESPOSITIVE: ISOLARCHITETTI s.r.l. (A. Isola, S. Isola, F. Bruna, M. Battaggia, A. Bondonio, S. Peyretti);
ALLESTIMENTI SCENOGRAFICI: Maestro Dante FERRETTI; ISOLARCHITETTI s.r.l. (A. Isola, S. Isola, F. Bruna, M. Battaggia, A. Bondonio, S. Peyretti);
STRUTTURE: I.C.I.S. s.r.l. (G. Donna, A. Baracco, I. Favaro);
IMPIANTI: PROECO s.s. (S. Bonfante, F. Pautasso); ITACA s.p.a. (R. Bellucci Sessa, S. Quintano);
GEOTECNICA e SOTTOSERVIZI: ICIS srl (S.A. Accotto, G. Bee, S. Loprevite)