La nuova chiesa di Cinisi è icona indimenticabile e straordinaria, traduzione fisica del sentimento che l'ha originata: una grande famiglia di steli filiformi, simile ad una nuvola di anime, una folla di individui stretti l'uno all'altro, abita il sito come addensandosi nei pressi di un ideale centro aggregatore. Il progressivo infittimento degli elementi culmina in un "cuore" architettonico denso e compatto, il corpo vero e proprio della chiesa, nel quale le steli sembrano sul punto di tuffarsi o dal quale, a seconda della predilezione interpretativa, sembrano essere stati cavati.
Le steli, connesse ad un valore altamente simbolico e ad un altrettanto irresistibile potere di suggestione evocativa, non sono semplice espediente formale né elemento meramente corollario; esse assumono infatti precise funzioni pratiche nell'allestimento degli spazi esterni e nella definizione della qualità ambientale complessiva. Che si tratti di camini del vento, di supporto agli apparecchi di illuminazione e filodiffusione, di ancoraggio per velari sospesi o scenari mobili, di ostensione dei simboli cristiani, di arredo degli spazi aperti o di regolazione microclimatica atmosferica, gli elementi verticali partecipano attivamente nella trasformazione dell'edificio in entità "intelligente" ed organica.
La casa canonica, i corpi delle aule, il blocco servizi con mini-foresteria ed il salone parrocchiale rifondano un piccolo villaggio nel quale i volumi dedicati alle attività pastorali sono messi in comunicazione da distribuzioni e spazi comuni attrezzati, permeabili e trasparenti. La copertura piana continua, segno identificativo chiaro e semplificatore, genera un grande portico attraversabile che protegge i volumi dal sole estivo e dalle precipitazioni invernali; il piano orizzontale, trasparente come un pergolato soprattutto presso la casa canonica, disegna patii semichiusi e giardini d'inverno per i quali è la qualità atmosferica a costituire un decisivo valore aggiunto.
Un parcheggio lineare si concentra presso le aree di confine, ove alcuna edificazione è consentita, liberando un grande spazio dedicato esclusivamente ad una luminosa piazza-sagrato, stretta fra lo scenario spettacolare del promontorio ed il "rilievo" artificiale della nuova chiesa. Un lungo giardino posizionato tra la chiesa e le costruzioni di ministero pastorale tratteggia un suggestivo orto degli ulivi ove sono riuniti tutti gli alberi simbolo della Passione di Cristo, attualmente sparsi entro il sito di intervento.