La città (stra)ordinaria
quattro obiettivi di sostenibilità per la Città della Scienza
CONNETTERE, per fare spazio alla città pubblica:
Il sistema degli spazi aperti e dei servizi pubblici locali e urbani è un continuum spaziale ininterrotto, contaminabile e permeabile. che mette in rete via Guido Reni con il sistema ad isole dei grandi vuoti del quadrante.
L'impianto morfotipologico degli ex stabilimenti è recettore di identità, valorizzatore di contesto, incubatore di nuove e reciproche relazioni spaziali. La struttura dei viali alberati costituisce la matrice primaria di organizzazione dell'impianto, è misura invariante del disegno di suolo, elemento regolatore e conformativo del gradiente funzionale e dell'intensità e variabilità delle componenti edificate.
La matrice secondaria dei percorsi afferma la permeabilità e la connessione tra il quartiere alle spalle di via del Vignola e Via Guido Reni, attraverso il cuore pubblico del programma.
Il complesso scolastico e sportivo di Villa Flaminia e del suo parco ha le potenzialità per entrare a far parte direttamente del nuovo impianto dei servizi.
INTENSIFICARE, per costruire delle differenze:
il tessuto della città si fa denso e compatto, abbraccia il sistema pubblico, scandito dalla griglia degli spazi aperti che si fa a sua volta più generosa accogliendo le attività commerciali e pubbliche che rendono viva la città nelle ore diurne e serali, con differenziali di gradiente.
Due grandi piazze stabiliscono i punti nodali e principali di accesso: uno spazio prevalentemente minerale, in continuità con lo spazio aperto introverso del Maxxi, il secondo prevalentemente naturale, giardino di quartiere su via del Vignola prospiciente i servizi pubblici.
Per favorire la dimensione pubblica e relazionale del progetto di suolo, si propone di limitare l’accesso carrabile ai veicoli di servizio e di monetizzare i parcheggi a standard, per realizzare opere di incremento del trasporto pubblico e della mobilità dolce nel quadrante di riferimento.
VALORIZZARE, Costruendo il futuro riattualizzando il passato.
L'identità del luogo è affidata alla conservazione dei tre padiglioni principali che accoglieranno la futura Città della Scienza, attraverso un progetto di architettura che dovrà, con le opportune integrazioni e interpretazioni, coniugare le dotazioni funzionali e dimensionali richieste con il sistema dei padiglioni e dei percorsi pubblici che li attraversano.
Il nuovo innesto residenziale ha nel tipo della palazzina romana l'elemento seriale e fondante della nuova struttura; l'invariante risiede nella diversità degli esiti formali e compositivi di interpretazione del tema, per la dimensione operativa degli esiti spaziali e per la loro qualità morfologica ed estetica, mettendo a punto procedure impositive nei confronti della qualità formale e sostenibilità ambientale.
INSTAURARE DEI PROCESSI FLESSIBILI, per una città della scienza da subito, durante, dopo.
Un sistema aperto e flessibile nel tempo, adattabile alle variabili per contenere i rischi. Quindi: un programma rigido nelle invarianti, flessibile nelle articolazioni, labile nei dettagli.
Se il processo di trasformazione è fisiologicamente lento per la subordinata leva finanziaria che lega la realizzazione della Città della Scienza e dell'armatura dello spazio pubblico al successo dell'iniziativa privata, l'impronta seriale della palazzina assicura flessibilità di attuazione e autonomia di interventi senza impegnare l'area nella sua totalità; attraverso operazioni a domino, progressivamente il progetto di suolo potrà essere completato, attuando per stralci successivi la rete dei servizi e degli spazi pubblici.
I viali e i padiglioni, in attesa della loro definitiva trasformazione, possono essere così restituiti rapidamente all'uso collettivo: attività temporanee, incubatori, laboratori. Luoghi finalmente aperti ove passeggiare, imparare a riconoscerne l'identità e la loro intriseca permeabilità alle modificazioni.
Il dominio pubblico è dunque riconosciuto da subito come il principale e immediato fattore di risarcimento e la metabolizzazione della trasformazione attesa è componente attiva del processo.