Casinalbo è disposta in posizione mediana tra gli agglomerati urbani di Modena e Sassuolo e sulla direttrice stradale provinciale via Pietro Giardini, che la connette a Formigine. Altra principale arteria del paese è la SS 486 (del Passo delle Radici) che, congiungendosi alla Strada Provinciale Giardini, in prossimità dell’abitato di Casinalbo, collega Formigine a Sassuolo. Di recente costruzione la strada a scorrimento veloce Modena - Fiorano che collega Formigine alla tangenziale di Modena e quindi all’Autostrada A1. La linea ferroviaria Modena - Sassuolo ha in Formigine due stazioni una nel capoluogo e un’altra al centro della frazione di Casinalbo. È presente all’interno dei confini comunali una fitta rete di piste ciclabili che collegano le frazioni al capoluogo.
La posizione geografica descritta conferisce a Casinalbo un carattere di "doppia periferia": il centro abitato di è situato ai margini sia della città di Modena, oltre il tracciato dell’autostrada A1, sia ai limiti dell’espansione edilizia di Sassuolo e Formigine.
Dall’analisi del contesto urbano delle principali attrezzature esistenti emergono differenti poli di servizi limitrofi all’area di progetto: quello costituito dalle attrezzature (scuola media, zona sportiva e parco giochi), uno attestato a nord su via Liandi e l’altro localizzato più a ovest su via Fiori, inoltre, subito adiacente all’area di progetto, oltre via Sant’Ambrogio, si trova la Parrocchia della Beata Vergine Assunta, infine, stretto tra il tracciato della ferrovia e la strada provinciale Pietro Giardini, si trova il centro storico di Casinalbo, sviluppato lungo le direttrici viarie nord-sud. Si delineano, così, diversi centri di aggregazione giovanile e sociale, limitrofi all’area ex Maletti e potenziali poli di influenza ed espansione progettuale.
L’analisi progettuale prende avvio dal confronto tra campagna e città, due realtà antitetiche, parti di un complesso paesaggio antropizzato, nel quale gli elementi naturali, come i fiumi Secchia a ovest e Panaro a est e i campi coltivati, fanno da contraltare agli agglomerati urbani, addensati intorno agli snodi viari o sviluppati lungo le direttrici stradali di collegamento. L’area di progetto riporta al suo interno la medesima dicotomia tra pieni e vuoti, tra costruito e verde, in un generale quadro di abbandono, di attrezzature dismesse abbandonate e ingombranti, di limiti e indirizzi indefiniti. L’ex stabilimento Maletti rappresenta, in questo caso, la preesistenza edificata e l’occasione per intervenire su un sistema di aree differenti ma unite dalla volontà di rappresentare per la cittadina una nuova centralità urbana, instaurando un sistema di relazioni con il contesto, mediante spazi pubblici integrati, servizi dedicati alla collettività, un grande parco verde e un nuovo quartiere residenziale, vero motore della riqualificazione. sviluppo per l’area, basato su nuove centralità e spazi verdi dedicati alla collettività. L’origine della trasformazione viene individuata nella riqualificazione dei manufatti dell’ex salumificio Maletti, costituito da diversi volumi aggregati, ma percepito come un solo elemento, vero cuore della rinascita e del potenziamento urbano di Casinalbo.
L’ex area industriale diviene, infatti, lo snodo di un più complesso sistema di spazi pubblici e privati che mira a unificare l’intervento e a proporre un’espansione caratterizzata da qualità e grande vivibilità di tutte le attrezzature. Elemento fondamentale nella definizione della proposta concettuale del progetto è la connessione con le preesistenze individuate nel contesto, prime tra tutte la stazione ferroviaria, il centro storico adiacente e la Parrocchia, poco più a nord. Il nuovo sistema proposto si compone di un’articolazione funzionale in tre parti: spazi polifunzionali per l’intrattenimento e la cultura nella parte nord dell’area e all’interno dei manufatti ex Maletti, una zona residenziale di circa 10.400 mq in cui sono collocate tutte le case unifamiliari sviluppate su due piani, organizzate con un sistema di viabilità interno dedicato e giardini privati antistanti e, infine, un grande parco urbano, di circa 15.400 mq, immaginato come "cerniera" tra l’area pubblica a nord e il quartiere privato a ovest.
L’area verde, disposta longitudinalmente rispetto al tracciato della ferrovia, è attraversata dal corso d’acqua che viene parzialmente recuperato e rivitalizzato con un eventuale futuro impiego delle sue acque per l’irrigazione dei campi; nella parte meridionale del parco, infatti, è prevista un’area dedicata alla coltivazione con la realizzazione di fasce di orti urbani a diretto uso e consumo della popolazione. Il nuovo parco urbano ha la finalità di salvaguardare e valorizzare le preesistenze ambientali e culturali dell’area integrandole nel percorso di fruizione del parco e si trova in posizione strategica, come legante del progetto, tra gli spazi pubblici e quelli privati. Il concetto progettuale perseguito è quello del nuovo sistema spaziale, costituito da centralità specifiche, veri motori della riqualificazione, e organizzato attraverso una matrice spaziale preesistente e fortemente radicata nella regione come la centuria romana. Tale metodo di organizzazione del territorio viene reinterpretato in questo contesto come un nuovo codice dal quale prende avvio sia la nuova espansione urbana, sia la riqualificazione di volumi esistenti.
Il complesso dell’ex Salumificio Maletti è il fulcro di riqualificazione dell’intera area, in quanto i volumi preesistenti offrono la possibilità, attraverso precise soluzioni architettoniche, di insediare funzioni pubbliche polivalenti di tipo culturale, commerciale e servizi di quartiere. La scelta è quella di liberare parte dello spazio a terra, mediante la demolizione di alcuni volumi, nella parte più meridionale dell’impianto, al fine di recuperare superficie per la realizzazione di una grande piazza pubblica. Gli edifici rimanenti vengono, invece, isolati e attraverso nuove funzioni a servizio della cittadinanza assumono un ruolo centrale nella struttura del progetto. La loro struttura originaria viene ‘ripulita’ e rifasciata attraverso una nuova pelle di rivestimento in listelli di cotto, che permette di isolare i volumi creando spazi aperti adiacenti in diretta connessione con gli ambienti interni che ospiteranno la molteplicità di funzioni richiesta per soddisfare le esigenze della collettività.
In particolare, il nucleo ex Maletti viene riorganizzato secondo diverse funzioni e necessità:
- nel volume d’angolo, a piano terra, si trova la biblioteca di quartiere con sale di lettura e consultazione pubbliche, a livello interrato è realizzato un archivio delle opere direttamente connesso mediante
un montacarichi, inoltre, il recupero di ulteriori ambienti ipogei, tra cui l’antica ghiacciaia del salumificio, permettono la realizzazione di spazi espositivi. Al piano sopraelevato sono realizzate sale polivalenti per attività ricreative (spazio proiezioni e spazi espositivi);
- nei tre volumi adiacenti, ognuno organizzato su due livelli, si trovano, nel primo, un auditorium con 120 posti a sedere per riunioni pubbliche, assemblee collettive della cittadinanza, proiezioni e presentazioni in genere, al piano superiore si trovano spazi per le sale prove.
nel secondo volume è previsto un centro di riabilitazione per la terza età .In particolare, a piano terra, due ambulatori e una palestra per attività di recupero fisico e allenamento guidato, al piano superiore, invece, sono ricavati ulteriori ambulatori medici e ambienti per l’amministrazione;
nel terzo volume, infine, sono previsti spazi ed ambienti da destinare alla tradizione enogastronomica del luogo con funzioni atte a sostenere la diffusione della cultura e la domanda dei prodotti di «filiera corta». Nel dettaglio si trovano la bottega dei sapori e della pasta, l’enoteca, il mercato del biologico e una trattoria tipica, al piano superiore.
- nell’edificio a stecca sono ricavati diversi spazi per il commercio di piccolo taglio, in particolare esercizi legati alla sfera alimentare; tali negozi hanno la possibilità di espandere la loro superficie commerciale realizzando delle doppie altezze, mediante strutture soppalcate, che sfruttino l’elevazione del volume.
La casa Maletti è riconosciuta come il volume di maggiore importanza in questo contesto e, pertanto, viene trattata in maniera differente dal punto di vista architettonico: la sua facciata non viene rivestita dalla parete ventilata in cotto, ma recuperata nel suo disegno originale, in modo che si differenzi e che venga percepita come elemento rilevante; è il cuore storico e culturale di tutto l’impianto e, infatti, la sua struttura originaria viene mantenuta in maniera iconica.
Al suo interno, viene collocato il museo multimediale dedicato alla valorizzazione dell’arte della salumeria, tradizione "viva" di Casinalbo e del suo territorio. La demolizione di alcuni volumi dell’ex complesso industriale Maletti è mirata alla realizzazione di una grande piazza pubblica in diretta connessione con via Sant’Ambrogio e con gli spazi della Parrocchia, subito antistanti. L’intenzione progettuale è quella di inserire il nucleo Maletti, nella sua nuova configurazione spaziale, in una continuità di spazi pubblici fluidi che integrino al loro interno le nuove funzioni e intercettino connessioni e percorsi preesistenti, agganciandoli al nuovo sistema progettuale proposto, attraverso la viabilità pedonale e ciclabile di progetto.
Il diradamento dei volumi dell’ex impianto Maletti, inoltre, permette di aumentare la permeabilità di questo nucleo con l’edificio della stazione, immediatamente antistante, e con il centro storico, disposto longitudinalmente rispetto al tracciato ferroviario; in questo modo, la connessione, la percorribilità e l’accessibilità di tutti gli spazi saranno notevolmente accentuate, eliminando l’’effetto barriera’ attualmente creato dagli edifici industriali e riconsegnando alla città e alle sue attività uno spazio strategico e funzionale.
La scelta del rivestimento in listelli di cotto intende valorizzare i volumi preesistenti dello stabilimento Maletti, scelti per continuare a testimoniare questa importante realtà industriale locale, oggi recuperata e valorizzata con l’inserimento di nuove attività necessarie alla popolazione per una crescita economica e sociale importante. La realizzazione di un sistema di pareti ventilate rivestite in cotto si adatta facilmente alla struttura dei manufatti industriali: non sono necessarie pesanti opere edilizie sulla muratura ma il progetto prevede una diretta applicazione della struttura di rivestimento sulle pareti attuali, debitamente consolidate. Inoltre, la sovrapposizione della pelle esterna intorno al perimetro dei volumi recuperati, offre la possibilità di allocare eventuali impianti tecnici integrativi nello spazio intermedio, evitando di intervenire pesantemente sulla muratura esistente. I listelli in cotto, infine, posti tra loro a distanze variabili garantiscono una rinnovata immagine al nucleo pubblico del Maletti e garantiscono un corretto equilibrio tra ombreggiamento e radiazione solare degli spazi.