MENO DI 31
casa del custode
La villa allo specchio: un dialogo tra il paesaggio, l'antico e il nuovo
Il progetto della casa del custode nel parco della villa Belpoggio-Baciocchi si è basato su pochi temi forti che, a partire da alcune considerazioni sul luogo, ne hanno generato il disegno e ne hanno determinato la struttura: interlocutori primari del dialogo sono l'antico - la villa - e il parco di alberi ad alto fusto che permeano lo spazio aperto.
Un solo setto murario come elemento strutturale centrale fissa l'attacco a terra della casa: un principio insediativo puntuale, il volume si solleva come una palafitta, mettendo in risalto il pendio con la sua orizzontalità. Internamente, intorno al setto si svolgono gli spazi domestici della famiglia del custode: il soggiorno e la cucina verso Est, mentre le stanze più intime si ritraggono pudicamente verso Ovest, alla ricerca di uno scorcio privato. Una rampa risolve lo scarto di quota tra la strada carrabile e la soglia d’entrata.
Il volume sembra sospeso nel parco e diventa uno strumento dove l'atto del “vedere” si declina secondo un catalogo di possibilità, che interpretano il tema del concorso. Le pareti cieche sono specchi, che accentuano lo stacco della casa dal terreno, ma lo specchio è anche simbolo per eccellenza della vanità: amplifica la bellezza dell’esistente, rimanda di riflesso un luogo immaginario, che rivela il suo artificio nella linea spezzata dell’ottagono irregolare e nella zona d’ombra propria che esso proietta nello spazio che lo separa dal pendio. La casa del custode “osserva”, attraverso due lati vetrati controlla rispettivamente a Nord l’ingresso e sul lato lungo a Est inquadra come una macchina da presa le scene della villa.
E’ un gioco di sguardi, dove il nuovo volume esiste autonomamente, ma trova il suo significato proprio per le relazioni che istituisce con quel luogo; diventa cassa di risonanza del paesaggio e dell’architettura preesistente: il riflesso viene usato come scudo, per non farsi sopraffare, e come spazio immaginifico, dove l’esistere dell’uno e il preesistere dell’altro si incontrano nel luogo metafisico dello specchio.