Densità e sostenibilità ambientale
Studi dettagliati dimostrano che un abitante dei sobborghi consuma da due a tre volte più energia che un abitante della città; le più recenti esperienze di disegno urbano in Europa stanno così rivalutando il concetto di densità in chiave ecologica. L’intento della proposta per l’area delle caserme a sud di via Guido Reni ha come obiettivo quello di coniugare la vivacità dalla città, la varietà di relazioni umane e culturali e di stratificazione sociale che solo lei può offrire, con la nostra sempre più alta sensibilità nei confronti dell’ambiente, dell’ecologia e del verde urbano pubblico e privato.
Abitare e verde urbano
Roma è la città che coniuga in maniera più evidente urbanità e verde, giustapponendo il carattere accogliente dei suoi spazi barocchi scavati nel tessuto compatto del centro con la grande qualità del verde urbano a diverse scale: una città “porosa”, che unisce la forza di un disegno urbano chiaro con mille piccoli episodi locali che mettono in rapporto interni domestici, spazio pubblico e natura. Oltre agli spazi del centro storico, Roma presenta una serie di tessuti urbani residenziali o misti di grande interesse: la combinazione di corpi perimetrali su strada e vasti interni verdi con edifici isolati e la particolare tipologia della “palazzina” che caratterizza interi quartieri non lontani dal centro. La nostra proposta parte da tessiture urbane conosciute per trasfigurarle in una nuova dimensione paesaggistica. Gli orientamenti degli edifici sono studiati in modo da permettere grande flessibilità tipologica, per dosare l’apporto solare nei vari mesi dell’anno e arrivare ai minimi livelli di consumo energetico.
Un disegno semplice per rigenerare la città
L’atto fondativo della proposta è rappresentato dal disegno di un grande spazio unitario che attraversa il vasto isolato da nord a sud, lambendo il vasto giardino privato delle scuole e del complesso sportivo di Villa Flaminia. Questo spazio rappresenta un nuovo modo di attraversare e vivere il quartiere, un vero “attrattore” delle diverse funzioni che lo circondano: la nuova Città della Scienza, il complesso ricettivo nell’angolo nord ovest, il grande isolato verde della residenza sociale e privata.
Risonanze: una proposta radicata nel contesto
La forza e la semplicità dell’impianto proposto non sono valori autonomi, ma piuttosto l’esito di un’osservazione attenta del contesto, delle sue costanti e delle sue particolarità, nella compresenza di assi urbani, di isolati densi, di forti presenze architettoniche - lo stadio, il palazzetto dello sport, l’auditorium, il MAXXI, la chiesa - e di verde. Se la “piazzetta” a forma di cuneo scavata nel lotto della Città della Scienza la lega alla chiesa antistante, il nuovo spazio pubblico proposto prosegue quello del giardino adiacente al MAXXI, collegando il nodo di piazza Mancini a nord con il Lungotevere Flaminio a sud attraverso via Stern, della quale costituisce il prolungamento pedonale.
Un meandro verde
Come nella Roma storica, la quinta architettonica delle residenze che bordano il nuovo spazio pubblico crea un invaso spaziale all’interno del quale possono trovare posto molti episodi diversi. Il suo disegno alterna parti a verde e a giardino con parti pavimentate. La lunga di prospettiva di via Guido Reni verso il Tevere e Monte Mario è sottolineata dal nuovo fronte urbano a sud dell’hotel e delle residenze, il cui parziale arretramento permette una nuova sistemazione del parterre della via di fronte al MAXXI.
Nuovi ambienti urbani
Se oggi assistiamo a una rinnovata ricerca sui modi di abitare e sulla risposta ad essi da parte delle tipologie residenziali, il grado di libertà tra il disegno dello spazio collettivo e quello degli edifici contenuto nella proposta crea diversi “ambienti abitati”, legati da una struttura unitaria ma che possono essere dotati di una relativa autonomia e sviluppati da soggetti e in tempi diversi senza compromettere l’unità dell’insieme. La proposta è quindi proiettata nello sviluppo futuro del quartiere Flaminio, ma animata dalla vocazione alla “lunga durata” e alla flessibilità funzionale che appare oggi la grande lezione della città storica attraverso il tempo.