BIVACCO FANTON MARMAROLE
Premessa
Cosa significa costruire un “nuovo” bivacco oggi? Cosa significa “abitare” un bivacco oggi?
Costruire e abitare in alta quota è il tema principale; perché l’esperienza di una notte in un bivacco dev’essere considerata a tutti gli effetti abitare. Ed è un abitare al limite, vicino, dentro la natura; che si manifesta in tutta la sua forza attraverso i venti, la pioggia, la neve e la bufera; ma al tempo stesso dona sole, cieli tersi o stellati e panorami indimenticabili. Abitare un bivacco significa proteggersi, ma anche acuire i sensi. In un bivacco, ogni nuvola, ogni soffio di vento, ogni goccia di pioggia od ogni fiocco di neve assume un significato diverso.
_ progetto architettonico: ispirazioni. forme e materiali
Le immagini che vengono normalmente associate alla parola bivacco, contrariamente al rifugio, sono estreme, molte volte lontane dall’immaginario collettivo del costruire in montagna, “navicelle” essenziali approdate in luoghi improbabili. Forse i “paesaggi lunari” fatti di pietre hanno inconsciamente, ma forse neanche tanto, suggerito forme semplici simili a carrozzerie di micro ambienti. Esiste innegabilmente uno straniamento fra l’architettura di un bivacco e l’ambiente che lo accoglie. Elemento estraneo, frammento di spazio incapsulato in mondo di “titani”. Quale può essere quindi il ragionamento progettuale per rendere maggiormente afferenti al singolo luogo questi “oggetti”? Questa è la domanda fondamentale che ha guidato il progetto.
Per noi la risposta è stata guardando le forme della natura che ci accoglie. Volendo “semplificare”, sintetizzare, una delle geometrie rilevabili è quella della piega che si forma all’attacco dei torrioni rocciosi; la pendenza da poco marcata, repentinamente, improvvisamente diventa verticale. Questa traccia ha suggerito una forma che si basa su uno sviluppo orizzontale ed uno verticale.
Il volume architettonico si basa su una parte orizzontale con una copertura in lieve pendenza ed una parte sviluppata verso l’alto in forte pendenza. Il volume mostra poi una cavità verso valle. Verso monte si appoggia al terreno ed è poi sostenuto, orizzontalmente, da un semplicissimo sistema di travi e pilastri in carpenteria metallica. La giacitura del manufatto è un compromesso fra la ricerca di una lieve pendenza e l’orientamento del fronte principale.
Geometrie estrapolate: piega
Una seconda fase iniziale si è interrogata sul ruolo del bivacco come elemento di modificazione del paesaggio. L’introduzione di un piccolo volume si traduce, la maggior parte delle volte, in un “puntino rosso”. Il progetto si è interrogato alla ricerca di un modo per rendere evidente il volume (anche come punto di riferimento) e, al tempo stesso, metterlo in relazione con il contesto roccioso. Ancora una volta il suggerimento è venuto da un fenomeno naturale legato al contesto; il sole al tramonto ingiallisce la dolimia e accende le montagne. Quindi quale colore, vista anche la necessità di non ricadere nel mimetismo, poteva soddisfare entrambe le esigenze progettuali? Il progetto risponde introducendo l’uso del color giallo dorato attraverso un manto continuo di scaglie metalliche di forma romboidale. La scelta di questa geometria è da ricercarsi nella volontà di avere un materiale metallico che interagisse con la luce mettendo in evidenza una texture, una pelle “naturale” in grado di smorzare gli effetti riflettenti. In questo modo, l’intero volume viene ricoperto di questo manto dorato, che attrarrà i raggi del sole e permetterà al bivacco di diventare elemento integrato nel contesto. Una parte di “dolimia” lucente, riferimento alla scala minuta e a quella territoriale.