Uno zoccolo che lo separa dall’ambiente circostante, una piazza con specchi d’acqua e fontane, un oggetto ellissoidale, con guscio autoportante in calcestruzzo armato spruzzato (il più grande mai realizzato in Europa e forse al mondo), adagiato, come i ciottoli di fiume che da bambino vedevo rispecchiarsi nelle acque del Breggia, sullo specchio d’acqua dello zoccolo.
Un oggetto che per la sua forma, la sua collocazione e il suo materiale si stacca dall’ambiente circostante, pur dialogando con le sue preesistenze più rilevanti quali gli edifici di Tita Carloni “murata della città”, l’edificio in mattoni di Peppo Brivio “testa del ponte sul Breggia” e i ripari fonici di Mario Botta di cui il COC diventa il finale.
Un centro commerciale con forma particolare, un centro commerciale quale segno, un centro commerciale quale simbolo dello sviluppo futuro della città.
Dal testo dell’arch. Alberto Caruso su Archi no.3 del 2011
“Le Coubusier e il tetto degli edifici”
“Appena oltrepassata la dogana autostradale di Chiasso, il grande uovo che ospita un nuovo centro commerciale mostra d’improvviso la sua brillante superficie e svolge alla scala adeguata la funzione di porta della Svizzera. La sua singolare architettura è anche la testa del lungo serpente dei ripari fonici di Mario Botta, e si confronta con l’alto edificio di Peppo Brivio collocato appena dietro l’uovo. Tre architetture concepite in tempi diversi che, esempio davvero raro, dialogano tra loro producendo nuovi effetti spaziali a grande scala, moltiplicati dalla vista dinamica dell’autostrada.
L’uovo progettato da Elio Ostinelli è un grande manufatto dalla forma ellissoidale, la cui perfetta geometria riflette la luce senza soluzioni di continuità tra piani diversi che caratterizzano normalmente gli edifici. Non ci sono più le facciate e neppure la quinta facciata. Non esiste più la materia del contendere della eterna querelle tra tetto piano e tetto a falde.
Questa questione, che gli architetti dibattono dai primordi della modernità, ancora oggi continua ad essere oggetto di conflitti culturali anche in terrà ticinese, che è una delle regioni d’Europa dove la modernità, seppure in ritardo, ha raccolto più consensi. Architetture come l’uovo di Ostinelli sono la dimostrazione materiale del carattere residuale che dovrebbe assumere la questione.“