Complesso interparrocchiale San Benedetto, Lamezia Terme
Rapporto con l’ambiente urbano
Il complesso interparrocchiale, inserito all’interno dell’area denominata A.P.I., tiene conto del tessuto urbano presente e futuro proponendo un impianto dove gli spazi aperti e il nuovo complesso religioso contribuiscono al buon funzionamento di tutta l’area. Gli spazi aperti sono stati organizzati attraverso una precisa gerarchia:
1 – lo spazio d’ombra: un vero e proprio “bosco” che lambisce trasversalmente il lotto nella parte nord. Un luogo dove trovare riposo e ristoro durante le lunghe giornate di sole. Un luogo di aggregazione dove potersi incontrare e parlare tranquillamente seduti al fresco di una panchina.
2 – la pensilina coperta: cerniera tra la piazza del municipio e quella della chiesa. Uno “spazio-filtro” che introduce, senza separare, due luoghi funzionalmente diversi. Elemento architettonico che vuole sottolineare la loro diversità ma nello stesso tempo la loro necessaria relazione.
3 – lo spazio aperto: è la grande piazza centrale, fulcro del nuovo insediamento. Estensione del sagrato per accogliere le celebrazioni liturgiche all’aperto, ma anche luogo polivalente dove giocare, stare insieme e organizzare eventi di ogni tipo al servizio dei cittadini.
L’architettura del nuovo complesso religioso, gioca un ruolo determinate. Da una parte la sua collocazione che consente di rendere armonico tutto il comparto urbano, mettendosi a disposizione della città. Dall’altra la sua monumentalità che vuole esprimere visibilità e forza comunicativa intesa come presenza sicura, come punto di riferimento, come simbolo di salvezza, non solo con il tessuto circostante ma con il territorio tutto. Niente monumentalità invadente e arrogante, ma vero e proprio segnale di speranza nel paesaggio.
Profilo estetico formale
Il progetto architettonico è stato elaborato esaminando attentamente la morfologia dei luoghi vicini e lontani. L’area prevalentemente pianeggiante e l’altezza degli insediamenti edilizi di futura realizzazione hanno suggerito la necessità di pensare gli spazi funzionali del complesso liturgico (locali di ministero pastorale, uffici inter-parrocchiali, salone e casa canonica), come corpi architettonici bassi che dialogano con il tessuto circostante. Unica eccezione formale, le coperture, il cui andamento discontinuo ma geometrico, ricordano le colline che a nord incorniciano il paesaggio. Solo il corpo dell’aula liturgica principale, si carica di un forte significato estetico-formale, imponendosi nel territorio con la sua mole. La scelta di inglobare la torre campanaria e fonderla in un unico corpo architettonico ha consentito di introdurre un segno verticale nel territorio visibile anche da molto lontano e in contrasto con le linee orizzontali del mare e del paesaggio in direzione sud, sud-ovest. Come un “faro” indica la strada e le traiettorie sicure da percorrere, accentra l’attenzione su se stesso e si propone come elemento emergente sul quale dirigere gli sguardi. Sinonimo di luogo sicuro, l’architettura della chiesa vuole comunicare la sua capacità di accogliere e di richiamare le attenzioni delle genti, di essere sempre disponibile e presente, un luogo aperto e di fratellanza vicino alle persone in ogni momento, visibile e radicato nel territorio. Concentrare la chiesa nella parte bassa del lotto, ha permesso di liberare gran parte dell’area e di renderla accessibile, per le funzioni all’aperto, alla totalità dei fedeli delle numerose parrocchie interessate. I volumi dei locali parrocchiali contribuiscono, per forma, a stimolare quel senso di raccoglimento e di aggregazione tipico di un luogo sicuro e rassicurante.
Aspetti tecnologici
Il progetto è stato strutturalmente pensato come costituito da due corpi edilizi distinti: i locali parrocchiali e la chiesa. Per i locali parrocchiali, visto che si tratta di volumi semplici di uno e due piani, le tecnologie identificate sono quelle ordinarie in muratura di tamponamento e setti in cemento armato. Per la chiesa invece è stata prevista una struttura di setti e pilastri in cemento armato per la parte più bassa del volume architettonico e una in acciaio per il corpo in elevazione della torre campanaria e la copertura.
Il rivestimento esterno dei muri è costituito da una parete ventilata in cotto, così come quello delle coperture. Tutte le superfici esterne, verticali ed orizzontali, sono isolate e protette in modo tale da ottimizzare confort-interno e risparmio energetico.
Le superfici orientate a sud delle coperture dei locali parrocchiali prevedono l’utilizzo di pannelli fotovoltaici integrati, necessari per garantire una propria autonomia energetica.
Altro
In una prima fase della progettazione, visto che le superfici richieste sono pressoché coincidenti, si era presa in considerazione l’ipotesi di realizzare i locali adibiti al salone (1200 mq) in un piano interrato sotto l’aula liturgica principale (1000 mq). Questa strada è però stata abbandonata per una serie di considerazioni pratiche e funzionali: primo, l’inevitabile complicazione che comporta la realizzazione di un’opera interrata per le numerose difficoltà tecniche (strutture ed impianti) e quindi un aumento dei costi, la maggiore difficoltà di isolamento acustico e il rispetto delle prescrizioni tecniche giustamente imposte dai vigili del fuoco in materia di evacuazione dei locali interrati; secondo la complicazione di rendere naturalmente accessibile un locale interrato attraverso la realizzazione di rampe e ascensori; terzo, non abbiamo ritenuto opportuno rilegare uno spazio partecipativo così importante sotto terra la cui realizzazione ha lo scopo di facilitare l’incontro e l’aggregazione delle persone.