L’ARCHITETTURA PRODUCE LA SUA IMMAGINE PERCHÈ SCRITTA CON LA MATERIA SOLIDA DELLA PIETRA.
È COME PAROLA NELLA PIETRA.
È SPESSO “ARCHETIPO” MATERIALIZZATO CHE PER SUA NATURA NON HA MUTAZIONI.
MA POSSIAMO RAPPRESENTARE UN ORIGINALE COME UNA SORTA DI SIMULACRUM CHE SI TRADUCE IN IMMAGINI DIVERSE DAL SUO ORIGINALE. CIÒ PUÒ AVVENIRE ATTRAVERSO LA RAPPRESENTAZIONE DEL SUO “MODELLO” RICOMPONENDONE UNA FORMA CHE HA IL SOLO SCOPO DI DIVENIRE UN NUOVO PROGETTO DI RICONOSCIMENTO DEL MODELLO ORIGINARIO OTTENUTO ATTRAVERSO LA SUA RAPPRESENTAZIONE. QUESTA NUOVA RAPPRESENTAZIONE DIVENTA IL LUOGO TEORICO CHE RESTITUISCE UNA IMMAGINE COME “SINTESI MORFOLOGICA” AI VARI LIVELLI INTERPRETATIVI. UN MOMENTO IN CUI IL SIMULACRO DIVENTA “ALTRA” SCRITTURA, UN POSSIBILE LUOGO DI REGISTRAZIONE DELL’ARCHITETTURA. UN VOCABOLARIO DI ELEMENTI DA CUI LEGGERE I PARADIGMI DEI PROCESSI COSTITUTIVI DELL’ARCHITETTURA CHE DIVENTA ESSO STESSO NUOVO TESTO NARRATIVO.