Riqualificazione del territorio prospiciente il lago di Caldonazzo
La visione che proponiamo, per il territorio comunale di Pergine Valsugana, che gode del prezioso affaccio sul lago di Caldonazzo, nasce da un’attenta lettura dei caratteri dell’esistente. Tale scelta è stata adottata da un lato, per cogliere le criticità, dall’altro, per far emergere le forti identità dei luoghi. Essa ha come obbiettivo, quindi, la valorizzazione delle potenzialità presenti nel territorio, connaturate, in particolare, da una vocazione turistica e agrituristica dei luoghi di San Cristoforo, Ischia e Valcanover.
La criticità sulla quale abbiamo posto particolare attenzione e dalla quale derivano i principali indirizzi strategici è relativa ai percorsi. Tale tema è strettamente connesso al progetto del paesaggio ed agli elementi di valenza naturalistica (biotopi, vegetazione, corsi d’acqua) che identificano il territorio del lago. Anche i progetti che poi vedremo sono stati pensati in relazione al paesaggio. I nuovi volumi e le nuove forme sono state pensate per dialogare, attraverso una continua relazione formale e costruttiva, con l’eccezzionalità del paesaggio lacuale circostante.
Tornado al tema dei percorsi, il lago di Caldonazzo, allo stato attuale, si trova diviso tra la sponda occidentale, dove vi è il pista ciclabile della Valsugana, e la sponda orientale, lungo la quale vi è il percorso pedonale che giunge in prossimità di Cà Rossa. Si ha quindi:
- una percezione parziale e limitata dei luoghi prospicienti il lago di Caldonazzo,
una netta separazione tra flussi pedonali e ciclabili.
Ciò non permette una facile accessibilità al territorio dell’Alta Valsugana e né limita le potenzialità. Ad esempio, non considera gli itinerari esistenti lungo il colle di Tenna e lungo le sponde del vicino lago di Levico. Inoltre, la netta separazione tra flussi pedonali e ciclabili può essere causa di un sottoutilizzo del percorso circumlacua- le.
La visione, partendo da tale analisi critica, si struttura attraverso tre indirizzi strategici:Creazione di un nuovo sistema di percorsi tematici con l’obbiettivo di creare nuove connessioni tra le spon- de del lago di Caldonazzo, il versante del colle di Tenna e le rive del lago di Levico. Ciò permetterà di unire i principali paesaggi che compongono il territorio dell’Alta Valsugana: gli ambiti lacuali di Caldonazzo e Levico e i versanti delle colline circostanti i laghi, con il recupero delle coltivazioni a vigneto dell’area del Forte Colle delle Benne e della collina di Tenna.
Individuazione di una maglia di punti di interscambio tra gomma-ferro-pedone-bici, allo scopo di consentire un’accessibilità facile e diffusa ai vari percorsi che si articolano lungo il territorio. Essi saranno i nuovi ambiti di riorganizzaione territoriale artefici di una valorizzazione delle potenzialità economiche, sociali ed ambientali dell’Alta Valsugana.
Parallelamente, per incrementare e valorizzare le potenzialità di questo territorio, riattivazione, in ambito agricolo (50% dell’economia locale), di un circuito che agevoli e metta in rete tutte le strutture ricettive che gravitano attorno al mondo degli agriturismi, degli antichi masi e della cultura agricola. Ciò per recuperare la filiera delle peculiarità di produzione agricola dell’Alta Valsugana e del Trentino (Strada del Vino e dei Sapori di Trento e Valsugana).
L’altra criticità, sulla quale ci siamo concentrati, è il lento ma inarrestabile processo di allontanamento e di pro- gressivo distacco dal bordo d’acqua. Negli ultimi cinquant’anni le città sono cresciute allontanandosi dall’ac- qua alla ricerca di nuovi spazi verso l’interno. Gli edifici, le strade, i parchi, tutto ciò che appartiene alla città contemporanea ha preso forma indipendentemente dall’acqua, dalla presenza, in questo caso, del lago. Ciò ha attivato un pericoloso processo di omologazione dei luoghi ed è causa della perdità di identità di molte città d’acqua italiane medie e piccole.
Eppure il piccolo borgo di San Cristoforo si affaccia sul lago. Su “El Dos” nacque il centro più antico, l’antica chiesetta, simbolo della città. Sull’acqua sono sorte le prime ville del Novecento, il primo Hotel, le prime at- trattive turistiche. Ora alcuni edifici sono abbandonati. Molte aree recintete e non usate. Gran parte del lungo lago appare isolato dalle relazioni urbane più importanti. Il progetto ha quindi l’intento di ridare centralità alla Fascia Lago di San Cristoforo. Ciò mediante la creazione di nuove centralità e nuove relazioni che si potranno instaurare all’interno dell’ambito che interessa l’abitato di San Cristoforo, tra le varie parti che compongono la fascia lago, ma soprattutto, le nuove relazioni con l’antico borgo “El Dos” e lo spazio urbano nel suo insieme. Obbiettivo del nuovo piano è quindi di portare verso la Fascia Lago il baricentro della vita sociale.