WONDERLAD
casa di accoglienza per i bambini affetti da malattie gravi
La progettazione di un centro per bambini malati necessita importanti riflessioni riguardo gli stati d'animo dei futuri ospiti, le relazioni tra di essi e il rapporto con struttura e gli spazi esterni. E' fondamentale garantire uno spazio intimo e caldo, una “casa”, capace di trasmettere una sensazione familiare di sicurezza e protezione; lo spazio abitativo delle famiglie deve tuttavia essere permeabile verso l'esterno, favorendo la socializzazione con gli altri ospiti e permettendo una condivisione delle esperienze reciproche. Il centro vuole inoltre aprirsi verso la città e permettere al contempo ad essa di entrare al suo interno, mettendo a disposizione della collettività e dei suoi ospiti spazi di incontro, di conoscenza e di gioco.
L'idea progettuale è partita da un tratto di netta divisione tra spazio pubblico e spazio privato. Tale linea è quindi stata spezzata, traslata, forata, per permettere la permeabilità tra i due spazi funzionali. Non è più “barriera”, ma “filtro”. [filtro - dal latino FILTRUM, corpo poroso che permette il passaggio della parte più sottile e più pura - dal greco PHILTRON, formato sul verbo PHILEO, io amo]. Obbiettivo primario del progetto è quindi favorire la creazione di sinergie bilaterali tra gli ospiti e tra essi e gli abitanti del quartiere e della città, facilitando il percorso di ritorno a una “normalità sociale” da parte sia del bambino che delle famiglie, mediante la socializzazione, il gioco, la condivisione.
Il duplice carattere pubblico-privato del programma funzionale, la condizione di isolamento e di difficile accessibilità del lotto caratterizzano fortemente le scelte insediative ed architettoniche.
L'area attualmente si trova isolata a 3 metri sotto il livello delle strade adiacenti, non gode di nessun tipo di relazione con gli edifici limitrofi, i quali vi confinano con alte murature cieche.
Il lotto presenta una accessibilità limitata ad un solo punto, in una condizione urbanistica frastagliata ed irregolare, dove in poche decine di metri si passa da un tessuto residenziale di basso pregio, ad un suolo agricolo, ad un'infrastruttura pubblica come il parcheggio scambiatore a nord del lotto. L'area si comporta come un cuscinetto tra zone urbane completamente differenti l'una dall'altra. L’edificio proposto è immerso in un parco alberato e si comporta come dispositivo regolatore della permeabilità tra la sfera pubblica e privata. Ogni ospite dovrà avere la possibilità di poter interagire con gli altri o ricercare la propria intimità pur sentendosi parte dello stesso sistema. Da qui la scelta di delineare gli spazi mediante “filtri a lamelle”, capaci di mostrare una differente permeabilità in base all'inclinazione dello sguardo dell’osservatore. Così parallelamente il bambino o l’adulto può decidere come e quanto interagire con il contesto pubblico, in base al proprio stato d’animo e alla fase del percorso che si trova a vivere.
Il lotto è stato suddiviso in fasce aventi differenti livelli di accessibilità: spazio pubblico, dedicato alla viabilità e al parcheggio, ma anche al parco accessibile alla citta e al quartiere; lo spazio di incontro, costituito dalla piazza e dallo spazio multifunzionale e dallo spazio verde attrezzato adiacente, capace di favorire le relazioni mediante l’arte, lo spettacolo, il gioco, lo sport; lo spazio privato infine, interno alla casa di accoglienza e dedicato alle sue attività.
Lo spazio riservato alla viabilità e parcheggi si trova sul lato sud dell'area, in corrispondenza dell'accesso da via Palladino. Oltrepassato l'ultimo edificio sulla via di accesso si approda ad un terrapieno dal quale si può osservare tutto l'intervento. Imboccando la rampa si giunge al livello -3 metri, dove giace l'intero intervento. La rampa è stata accostata al confine esterno, al fine di ridurre l'impatto della viabilità e non penetrare nel lotto frontalmente. Il parcheggio presenta una viabilità ad anello e può contenere circa 100 autovetture, i posti auto sono affiancati da un percorsi pedonale che conducono in sicurezza alle aree attive dell'intervento.
L'intero lotto verrà perimetrato da alberature ad alto fusto, al fine di filtrare lo spazio circostante e ridefinire la spazialità al suo interno.
Gli ospiti si approcciano quindi all'edificio polifunzionale e alla piazza interna, separata da un primo filtro, da cui fuoriesce una lama orizzontale, che indirizza ed invita verso l’edificio e l’area di relazione. Da qui l’edificio si presenta nella sua interezza, segnato orizzontalmente da una netta linea di demarcazione, che suddivide l’intero complesso in due distinti livelli percettivi.
In basso è presente una fascia “a misura d’uomo”, di altezza costante di 3 metri, con finitura in legno, frastagliata da lamelle che permettono di intravedere l’interno degli edifici, ma lasciandone intatta la percezione di volume ed il senso di protezione dagli occhi esterni. Al di sopra di questi una fascia bianca continua fa da coronamento alla struttura, ne definisce le volumetrie e cela al suo interno le differenti funzioni presenti in copertura: lo spazio polifunzionale risulta ad esempio completamente permeabile alla luce proveniente dall'alto, mediante un graticcio largo di travi in legno lamellare che sostengono una finitura traslucida in policarbonato; la fascia sommitale degli edifici dello spazio privato è invece più bassa e nasconde al suo interno una copertura inclinata per ospitare i pannelli solari termici e fotovoltaici, garantendone la massima efficacia grande all’orientamento a sud.
La struttura portante dell’edificio è stata prevista interamente in pannelli in microlamellare di faggio, mediante pareti di controventamento continue nelle due direzioni principali del fabbricato. Per la porzione più bassa del complesso, ospitante gli spazi di distribuzione ed alcuni laboratori, è previsto invece un sistema di lamelle parallele a vista in legno, che adempiranno alla propria funzione strutturale, permettendo tuttavia una elevata permeabilità alla luce ed un importante schermo all'irraggiamento solare diretto.
Le luci dei locali dei fabbricati sono state mantenute il più possibile contenute, in modo tale da minimizzare gli spessori dei solai, anch'essi previsti in lastre continue orizzontali in legno microlamellare, ed i relativi costi. Fa eccezione la copertura del locale polifunzionale, con luci di circa 15 metri, realizzata mediante un graticcio di travi in microlamellare, realizzate secondo una orditura principale ed una secondaria coincidenti nei medesimi nodi. Una platea continua in calcestruzzo costituirà la base di appoggio per l’intero fabbricato ed in particolare per i pannelli in legno, che verranno fissati mediante piastre bullonate; per tutti i pannelli lignei è prevista una idonea impermeabilizzazione per garantire la massima longevità al legno; per le lamelle esterne si è previsto il distacco da terra, in modo tale da evitare il degrado del materiale stesso..
L'edificio è progettato secondo la vigente direttiva Casaclima, cercando di avere un approccio non del tutto ortodosso e lineare di una normale progettazione passiva del nord Italia, bensì avendo come obbiettivo la sperimentazione di un nuovo paradigma adattato alle circostanze climatico -funzionali. Considerato che a Catania il clima è mite per tutto l’anno e che il controllo del surriscaldamento estivo è predominante rispetto al problema del riscaldamento invernale si è pensato di ribaltare le esposizioni usuali ponendo le zone di servizio a sud e le zone abitabili a nord, caratterizzando i fronti in modo da ottimizzare gli apporti solari e di ventilazione. L’edificio è stato distinto in quattro zone prestazionali: zone abitative a lunga permanenza, zone di passaggio ed attività, zone tecniche e zone per attività fisiche.
Ogni zona ha necessità differenti e peculiarità che possono stabilire rapporti di sinergia tra di loro.
Le zone abitative e di lunga permanenza come le residenze, uffici, cucina e biblioteca sono state raggruppate in tre blocchi compatti con un buon rapporto S/V, fortemente coibentati con pannelli in fibra di legno o sughero a scelta d.l. e dotati di sistemi di climatizzazione attiva avanzata come pavimento radiante (caldo/freddo) recuperatore di calore centralizzato. I blocchi sono rivolti sul lato nord per avere una luce diffusa sempre costante e mai un irraggiamento diretto che sarebbe eccessivo gran parte dell’anno, ciò permette di aprire grandi vetrate senza dover oscurare pesantemente le facciate e godere meglio della vista del parco.
I blocchi abitativi sono connessi da uno spazio continuo posto a sud che si allarga in occasione del laboratorio e dell’area accoglienza. Questo spazio completamente vetrato e dotato di setti perpendicolari è arretrato di 1,7 metri rispetto il filo dell’edificio e funziona da vera e propria serra continua in inverno, mentre in estate la conformazione dei setti e dello sporto non permette l’ingresso dell’irraggiamento solare e aprendosi permette una ventilazione trasversale che raffresca tutti gli ambienti.
In inverno il pavimento rivestito in pietra accumula calore che rilascia gradualmente nel corso del giorno. Questo ambiente non necessiterà di un grande apporto calorico e dunque si taglieranno notevolmente i costi di manutenzione nonché preriscalda l’aria in entrata nei blocchi abitativi. Ad integrazione del sistema passivo interverranno sistemi di riscaldamento raffrescamento ad aria solo per coprire i picchi di freddo.
Tra le precedenti due zone trovano spazio gli ambienti di servizio che sono a supporto degli spazi abitativi, questi blocchi prefabbricati contengono tutti gli impianti termo elettrici necessari al funzionamento dell’edificio, permettendo di ridurre i costi di installazione e materiale utilizzato.
In vista rimarranno solo le canalizzazioni in degli apparecchi illuminanti a tecnologia led e i loro controlli, tutti gli impianti elettrici verranno passati sotto pavimentazione, l’unico elemento strutturale da realizzare in opera e quindi suscettibile a modifiche senza extra costi.
Il piano unico permette di non realizzare scale ed ascensori, tutti i nodi dei ponti termici sono stati risolti e verranno poi verificati tramiti analisi dinamica.
Gli isolanti utilizzati, i rivestimenti e le tinteggiature sono stati pensati per migliorare il più possibile la capacità termica delle murature riguardo lo sfasamento e smorzamento dei pacchetti in comportamento estivo. Le fondazioni a platea presentano un isolamento inferiore e laterale in argilla espansa, in modo tale da minimizzare le dispersioni ed i ponti termici.
Le coperture realizzate in elementi metallici permettono la ventilazione del tetto e grazie alla colorazione bianca, laddove non sono presenti impianti solari fotovoltaico-termici, permettono di usufruire dell’effetto albedo, capace di ridurre le temperature interne di circa 2-3 gradi.
Il recupero delle acque piovane e l’utilizzo di materiali non tossici per pavimentazioni (lineolum e piastrelle in adobe), finiture (intonaci in argilla e pitture all'acqua) inquadrano l’intervento come sostenibile e rispettoso dell’ambiente.
Lo spazio polivalente sottostà agli stessi principi degli ambienti di collegamento, coibentata e permeabile per un utilizzo costante nell'arco dell’anno.
La suddivisione in blocchi permette di riscaldare gli ambienti per zone, ad esempio nella notte si riscalderanno soltanto le residenze che risultano autonome termicamente, durante il giorno sfruttando gli apporti e gli accumuli della grande serra si azionerà la climatizzazione delle cucine e zone relax solo all'occorrenza, sfruttando intensamente i sistemi passivi di controllo delle temperature. I bagni compatti manterranno sempre una temperatura costante.