"[...] Il sistema abitativo di case terrane aggregate attorno ad un cortile di forma irregolare o regolare (“doppia schiera”) è l’elemento costitutivo principale dei tessuti edilizi settecenteschi di aree urbane della città di Catania. [...]"
(Giuseppe Dato, “LA CITTA’ DI CATANIA – Forma e struttura 1693-1833” - Officina Edizioni)
La scelta compositiva e architettonica per il progetto del nuovo centro di accoglienza per bambini con malattie gravi e croniche, prende spunto dalla tipologia della casa terrana siciliana e dalle sue modalità aggregative.
La casa terrana è una delle più comuni tipologie edilizie delle città settecentesche della Sicilia occidentale.
Le dimensioni e i caratteri di questa tipologia edilizia sono quasi sempre costanti: unità monocellulari con una larghezza di 6 m ed una profondità di 6-7 m. Il prospetto è definito dalla copertura a falde, da una porta e da una finestra.
L'aggregazione di case terrane può avvenire secondo due modalità:
- unità allineate lungo un fronte stradale che definiscono una cortina edilizia a " schiera semplice".
- unità distribuite attorno a cortili collettivi di forma regolare o irregolare.
Il progetto reinterpreta la volumetria di questa tipologia, scomponendo il programma funzionale in moduli di 6 x 6 m. Tali moduli vengono accostati a " schiera semplice" o distribuiti intorno a cortili, definendo spazi intimi e protetti alla scala del bambino.
Il risultato rispecchia anche la volontà di non creare un edificio autoreferenziale e marcatamente rappresentativo ma piuttosto di legarsi al contesto storico-culturale catanese e alle caratteristiche specifiche del sito.
Programma funzionale
L'edificio si sviluppa su assi ortogonali che suddividono il progetto in tre corpi edilizi funzionalmente e volumetricamente indipendenti:
- edificio dei servizi all'utenza ( A1)
- residenze notturne (A2)
- sala polifunzionale (B)
Il corpo A1 rispecchia la modalità aggregativa a corte descritta precedentemente; attorno ad ogni cortile si affacciano funzioni fra loro compatibili: sulla "corte del gioco" il soggiorno, la sala da pranzo, il laboratorio e la stanza giochi; sulla "corte del silenzio" la biblioteca, la sala soft e la stanza della quiete.
Il corpo A2 è costituito da una " schiera semplice" di moduli residenziali, che si sviluppano lungo l'asse nord-sud, e si affacciano ad est sul parco circostante.
Il corpo B si distingue volumetricamente e tipologicamente (edificio isolato di maggiori dimensioni rispetto al resto dei moduli edilizi) assecondando le necessità delle attività collettive che si svolgono al sua interno.
Tecnologia dell’involucro e strategie impiantistiche
L’involucro è stato progettato utilizzando un sistema a pannelli portanti in microlamellare di faggio, rivestito con 20 cm di cappotto termico in fibra di legno con finitura ad intonaco oppure con sughero faccia a vista.
La copertura areata in lamiera di alluminio preverniciato, è stata coibentata con 25 cm di fibra di legno per garantire un adeguato sfasamento per il periodo estivo.
I ponti termici sono stati tutti risolti in fase progettuale dando continuità all'isolante.
Dal punto di vista impiantistico, avendo progettato un involucro altamente coibentato ed ermetico all'aria, gli ambienti saranno scaldati in inverno e climatizzati in estate senza l’uso di un impianto tradizionale ma solo attraverso la ventilazione confortevole degli ambienti, che permetterà inoltre il necessario ricambio d’aria previsto dalla normativa. Il meccanismo della ventilazione confortevole consiste nell'utilizzare il terreno come scambiatore di calore. Un sistema di torrette, poste a una certa distanza dagli edifici, capterà l’aria e la convoglierà nel sottosuolo utilizzando tubature; l’aria quindi sarà preriscaldata in inverno e pre-raffrescata in estate. All'interno degli edifici sarà posta una macchina che permetterà: in estate, di immettere direttamente negli ambienti l’aria raffrescata dallo scambio termico avuto nel sottosuolo; in inverno la macchina potrà recuperare quasi tutto il calore presente nell'aria esausta prima di essere espulsa dagli ambienti. Nel periodo estivo per diminuire l’eventuale presenza di umidità che crea discomfort è stato pensato di inserire nel vano tecnico un deumidificatore.
Le unità residenziali sono munite di macchine autonome in previsione di un utilizzo non continuativo degli spazi.
Il progetto prevede di non rivestire internamente le pareti in microlamellare e lasciare quindi la parte impiantistica a vista. Questa soluzione consente di contenere i costi e rendere gli impianti indipendenti dalla struttura conservandone una maggiore flessibilità.