La casa atterra in una nicchia di suolo tra i filari. Dove inizia la montagna.
Si rivolge al paesaggio. Al cielo. Che in questi giorni caldi è profondamente azzurro. Ma che ho conosciuto basso e violento. All’orlo delle cime su cui si posa l’orizzonte. Alle radici e ai tronchi degli alberi. Alle siepi. Alle rocce. Alle pietre spaccate. Ai falchi. Alle campanule. All’uva.
C’è un muro di pietra come una scrittura. Innesti di intonaco bianco e cemento. Ferro e registri di travertino Il catalogo della materia. Linea di congiunzione con il profilo del paesaggio. Infine racconta la sottile luce rosata nel mattino.
C’è una zattera sollevata dalla terra. E un viaggio immobile.
Fotografie di Luigi Spina