Palazzo del Podestà in Piazza Vecchia - Bergamo
Restauro e valorizzazione scavi archeologici
1.La riscoperta dell’Hospitium Comunis Pergami. L’occasione progettuale, che originariamente prevedeva il recupero di alloggi comunali degradati in Piazza Duomo, ha consentito il distacco dall’oblio, dal degrado, dalla marginalità, dalla disattenzione durata almeno un paio di secoli di cui è stato vittima l’Hospitium Comunis Pergami.
2. La restituzione storica degli eventi del Palazzo.
Le fasi che hanno caratterizzato la storia del Palazzo e del suo contesto sono state “riscoperte” (2001) grazie ad una poderosa ricerca archivistica, curata per il gruppo di progettazione da Francesco Macario, nella quale sono stati esaminati, vagliati, interpretati migliaia di documenti, di manoscritti, di pergamene e di disegni, oltre che ad una accurata analisi stratigrafica dei paramenti murari.
3. Le ragioni della nuova destinazione proposta per l’immobile.
Come già detto l’immobile, in stato di degrado avanzato al momento immediatamente precedente all'affidamento dell’incarico(1988), era destinato a residenza. Le motivazioni che hanno condotto alla destinazione dell’immobile a spazio museale sono le seguenti:
- a) la persistente funzione di direzionalità pubblica che l’Hospitium Comunis Pergami ha mantenuto nel corso di almeno sei secoli, tra la fine del XII secolo e la fine XVIII secolo;
- b) la rilevanza strutturale/architettonica dell’edificio;
- c) la sua posizione strategica centrale, nel cuore della città storica;
- d) la centralità e la riconoscibilità eccezionale della torre civica nell’ambito del complesso edilizio oggetto dell’intervento e del tessuto storico nel suo complesso;
- e) l’opportunità di far diventare la sommità della torre punto di osservazione privilegiata della maglia urbana storica.
4. La metodologia innovativa del progetto.
Il progetto ha considerato come suoi elementi fondativi qualificanti le indagini preliminari, costituite da:
- a. la ricerca storico/archivistica che ha messo in evidenza i documenti capaci di illustrare il processo di evoluzione del fabbricato e del suo contesto;
- b. l’analisi stratigrafica delle facciate e delle parti interne, nonché la datazione cronologica delle pavimentazioni, degli impalcati e dei soffitti;
- c. il rilievo geometrico e materico con l’ausilio della fotogrammetria degli alzati;
- d. l’analisi del degrado di tutte le componenti dell’edificio;
- e. la documentazione fotografica accurata dell’intero complesso per la valutazione delle singole proposte d’intervento.
Questo complesso sistema d’indagine ha portato ad una approfondita conoscenza dell’edificio e ha costituito momento di condizionamento e di soluzione dei percorsi progettuali possibili, oltre ad avere funzione propedeutica per la definizione delle proposte progettuali, rivolte ad una maggiore valorizzazione della qualità delle risorse architettoniche, decorative e documentarie messe in luce dai sistemi di analisi. In questo senso l’Hospitium Comunis Pergami rappresenta un testimone di sé stesso e del contesto urbano che contribuisce alla conoscenza della storia della città. In ragione del rapporto di “interrelazione diretta” fra il sistema delle analisi già descritte e la proposta progettuale, l’intervento si configura come rigorosa restituzione della storia architettonica dell’edificio e delle sue complesse fasi stratificate nel tempo, inglobando la stessa struttura della torre coll’Hospitium Comunis Pergami per riassumere il ruolo di centralità del cuore antico della città, come espressione di una stretta dialettica storica fra le vicende pubbliche e private che hanno visto protagonisti simbolici la Torre ed l’Hospitium Comunis Pergami.
5. Le principali modalità di intervento e la divisione in lotti.
Il progetto ha assunto le principali modalità d’intervento che seguono:
- eliminazione di tutti gli elementi spuri, incongrui e dequalificanti individuati nelle analisi preliminari;
- esclusione di qualsiasi addizione di nuovi manufatti, salvo la copertura del chiostro rinascimentale dipinto con gli affreschi dell’Oloferne;
- consolidamento e restauro degli intonaci storici e degli affreschi recuperati;
- consolidamento e rafforzamento per gli usi museali degli impalcati e delle strutture in elevazione con tecniche che escludono l’uso di materiali cementizi sia in quanto storicamente incompatibili, sia in forza delle modificazioni micro-climatiche negative di cui sono portatori;
- restauro dei soffitti lignei (decorati e non) e di alcuni pavimenti originali nel chiostro;
- introduzione delle reti tecnologiche necessarie a dotare il Museo di un apparato rispondente alle più moderne ed attuali esigenze; tutte le reti sono state progettate in modo da non modificare le strutture verticali originali; allo scopo sono stati individuati opportuni percorsi orizzontali, limitando i collegamenti verticali a due cavedii ispezionabili che evitano percorsi sotto traccia di murature e di intonaci;
- realizzazione di adeguati sistemi di evacuazione sicura e veloce di visitatori ed operatori presenti all’interno dell’edificio;
- predisposizione di congrue modalità di accesso garantito a tutti gli spazi del Museo per i portatori di handicap attraverso gli ascensori e piattaforme per piccoli dislivelli;
- organizzazione del cantiere che assume caratteri di particolare complessità in ordine all’accessibilità a Città Alta, alla disponibilità esigua di spazi di servizio ed ai limiti nell’uso e nella scelta delle attrezzature in relazione alla presenza della Torre Civica ed alle caratteristiche dei vettori d’accesso;
- articolazione dell’intervento in più lotti funzionali che prevedevano:
- consolidamento strutturale dell’intero complesso (piazza Duomo 8);
- rifacimento delle coperture con relative lattonerie e reti di smaltimento delle acque meteoriche;
- allestimento degli impianti tecnologici relativi al 1° lotto, della centrale termica e di raffrescamento;
- realizzazione al piano terra di spazi destinati a museo (scavo archeolo-gico) coi servizi igienici relativi;* realizzazione al piano primo di tutti gli spazi destinati a museo;
- restauro della torre civica “Campanone” con sostituzione dell’ascensore;
- completamento scavo archeologico e restauro del locale ex-vigili;
- realizzazione di tutti gli allacciamenti dei servizi tecnologici alle reti urbane.
6. Gli interventi progettuali sui prospetti e sulle strutture interne.
I principi cui sono ispirati gli interventi progettati partono dal presupposto di rendere leggibili le diverse fasi storiche che hanno caratterizzato l’intero complesso. Si è evitato di privilegiare una particolare fase storica a danno della leggibilità delle altre fasi per garantire la complessità e l’iridescenza delle diverse epoche che costituiscono senza dubbio la ricchezza del sistema architettonico. Gli unici manufatti rimossi sono tavolati di recente realizzazione che interferivano chiaramente sullo spazio originario, così ripristinato nella conformazione architettonica in cui è sorto. Per quanto riguarda le pareti interne, sono stati consolidati e restaurati tutti gli intonaci storici e le parti affrescate. In relazione al trattamento delle facciate (facciata sul cortiletto), si è cercato (attraverso operazioni di consolidamento, di ripristino, di pulizia degli elementi spuri) di rendere più leggibili gli elementi compositivi che hanno tipologicamente caratterizzato le diverse epoche storiche, sulla scorta della precisa periodizzazione puntualmente definita dall’analisi storica e stratigrafica.