Secondo la leggenda, le Colonne di Ercole rappresentavano il limite estremo del mondo conosciuto ed il limite della conoscenza. Il mitico Ercole arrivò fino alle pendici dei monti Calpe e Abila oltre i quali un comune mortale non poteva più proseguire ed allora decise di scindere il monte in due parti creando le due colonne e vi impresse la seguente iscrizione: “NEC PLUS ULTRA”. Nonostante la paura da parte dell’uomo di tutto ciò che gli è sconosciuto, l’istinto di venire a conoscenza della verità prevalse sempre e ciò portò le navi a spingersi oltre la soglia dell’impossibile, per il costante desiderio di conoscere, scoprire e sapere.
Oltre le colonne, oltre il mondo conosciuto Platone vi posiziona Atlantide, mitica isola ricca di metalli preziosi, con il suo popolo di grandi navigatori che, dopo avere fallito l’invasione di Atene, sprofondò in un solo giorno e una sola notte. L’installazione desidera raccontare questo limite, sottile e potentissimo, contemporaneamente desidera raccontare la volontà e la possibilità di superarlo.
L’architettura si compone di pochi ed essenziali elementi iconici, colori timbrici: la superfice dorata a rappresentare la preziosità del desiderio, la superfice azzurra le circostanze note e sicure del mare conosciuto. L’acqua, allo stesso tempo mezzo e ostacolo, allaga entrambe le superfici. La demarcazione tra queste ultime è segnata dai due bianchi monoliti cilindrici che fanno da portale monumentale verso il nuovo mondo.
L’obiettivo è quello di provocare nel pubblico il desiderio dell’(im)possibile e di stimolarne l’avvicinamento. Il pubblico, infatti, potrà guadagnare la soglia tra le due colonne senza poterla però varcare, traducendo e denunciando l’incapacità dell’uomo contemporaneo, intorpidito dal “sonno della ragione”, di proiettarsi nella dimensione dell’osare.