Il recupero porta luce sul fondamentale tema del “riuso ragionato”: nessuna nuova area viene edificata, se mai sorge un nuovo programma per la collettività, un manufatto ritorna in maniera sostenibile alla linfa della partecipazione pubblica.
L’operazione di restauro non è solamente confrontarsi con il degrado dell’edificio, ma anche con ciò che esso rappresenta per i cittadini: un luogo una volta destinato al lavoro, ora abbandonato, si trasforma, grazie a nuove destinazioni in grado di coinvolgere trasversalmente diversi tipi di fruitori, a tutte le ore del giorno.
Si è puntato sulla mixitè funzionale in modo da garantire un coinvolgimento generale: oltre alla nuova sala polivalente saranno allocati un punto vendita commerciale, le poste, un bancomat, un’area ristoro ed uffici.
Tutto è messo a sistema dal cuore dell’intervento, l’atrio di distribuzione che accoglie il visitatore con la scala centrale che distribuisce alle attività. A questo spazio è dato un valore di grande rappresentatività perché cerniera tra l’antico ed il nuovo: i lucernari che sono posti sulla copertura permettono, quando si sale la scala, di ammirare la Roccaccia.
La sala polivalente (232 posti), racchiude la meraviglia del senso del recupero: le due falde della copertura richiamano l’idea di una casa elementare, un luogo di incontro accogliente e di condivisione. Oltre alla disposizione di camerini e servizi, la sala presenta un carattere flessibile in grado di liberare lo spazio occupato dalle poltrone, che possono essere riposte sotto al palco. Dalla galleria si ha la percezione di dominio totale dell’ambiente progettato.