Sistemazione del bosco dell'Osellino, Bosco di Mestre, Venezia
Fruizione ludico didattica
Il Progetto per il Bosco dell’Osellino risponde alla domanda del Comune di Venezia di attrezzare per l’uso “ludico-didattico” i suoi spazi. La caratteristica principale del bosco fino a quel momento, infatti, era la sua non-praticabilità, esito della prima fase – ormai conclusa –che ne prevedeva la crescita indisturbata per i primi anni. Il progetto delle attrezzature necessarie alla sua fruizione affronta pertanto il problema della compatibilità tra la tutela di un’area boscata e la libera circolazione delle persone.
Con questo incarico il Comune decide, quindi, che la fase di stabilizzazione del Bosco è conclusa e che ci si può iniziare ad interrogare su come avvicinarsi a un prodotto tanto suggestivo quanto prezioso.
In questo primo approccio con una realtà nuova come un bosco urbano -non un giardino e non un parco- il Comune, attraverso i funzionari che hanno parlato con noi sin dall’inizio, chiede prima di tutto la tutela dell’idea originaria. Un bosco pensato con queste caratteristiche dovrebbe essere frequentato secondo criteri didattici, appunto, che avvicinino i fruitori –scuole o singoli cittadini- alle caratteristiche naturalistiche specifiche pensate dai suoi ideatori.
Gli abitanti del quartiere Pertini, che in questi anni hanno avuto di fronte un’area naturale di pregio senza poterla frequentare, avevano al pari degli altri cittadini di Mestre, una comprensibile aspettativa. La frequentazione del bosco, del resto, era già in corso, ma in modo disorganico e per certi aspetti pericoloso: un canale fognario dalle rive scoscese e non protette, una popolazione abusiva che abitava il bosco, una crescita fuori controllo dei rovi.
Il nostro progetto imposta un primo livello d’uso di questi spazi, distinguendo tra aree a frequentazione libera e altre a frequentazione controllata. Era importante, difatti, consentire alle persone e al Comune di imparare ad usare il bosco, mantenendo aperta la possibilità di correggere i programmi con il procedere dell’esperienza.
Viene così stabilito che si possa percorrere l’anello perimetrale al bosco, lungo il canale, lungo l’argine e lungo la pista ciclabile, considerandolo pubblico e sempre fruibile, distinguendolo dai percorsi di penetrazione che rispondono invece al programma didattico richiesto dal Comune.
Il bosco manterrà pertanto, per questa prima fase, una recinzione “leggera” lungo il suo perimetro, a basso impatto visivo e utile soprattutto a stabilire questa distinzione di uso dei percorsi. La recinzione, fatta con pali rotondi di legno e cavi di acciaio, consente la piena lettura del bosco ed è funzionale all’individuazione delle porte di accesso - numerate per assecondare il futuro programma di visita didattica - che conducono alla rete dei camminamenti all’interno. Questa recinzione potrà essere rimossa, in tutto o in parte, quando il criterio di approccio al bosco, sia per la libera frequentazione sia per le attività di manutenzione, sarà meglio precisato.
E’ stato necessario pertanto procedere alla messa in sicurezza dei percorsi lungo il canale di scolo, con la costruzione di un parapetto, per garantire a chiunque la circolazione lungo questo anello, a piedi o in bicicletta. Questi canali fognari saranno intubati in un prossimo futuro, secondo il progetto del Consorzio di Bonifica Dese-Sile, e in superficie scorrerà acqua pulita, le rive di cemento verranno smantellate e sostituite da canneti, completando finalmente la naturalizzazione del contesto.
L’attuale collegamento centrale, molto usato, che conduce alla rampa a chiocciola a scavalcare Viale Vespucci, è stato assorbito nel più generale programma comunale di rete di piste ciclabili, insieme alla traccia già esistente alla base dell’argine lungo l’Osellino. Quest’ultima è stata realizzata con finitura superficiale in asfalto per sopportare il passaggio dei mezzi di manutenzione del bosco e del manufatto delle pompe del Parco di S. Giuliano, senza degenerare nella pista fangosa che abbiamo trovato in occasione dei primi sopralluoghi con il personale del Bosco di Mestre. Il fondo in asfalto si pensa possa costituire una valida base anche per la successiva possibile applicazione dei prodotti di colorazione in pasta, che potranno ridurne l’impatto visivo, se nel tempo la frequentazione delle persone non avrà già modificato il suo aspetto.
Tutti i percorsi carrabili sono ad accesso controllato: non è consentita la libera circolazione degli automezzi, impedita da dissuasori di traffico, mentre le biciclette e i motorini possono passare.
I percorsi pedonali lungo i lati dei canali hanno la finitura superficiale in ghiaino frantumato, e una larghezza compatibile all’interasse delle ruote dei mezzi della manutenzione per la pulizia delle rive. I percorsi all’interno del bosco, invece, sono in legno e definiscono una rete prestabilita, disposta secondo le indicazioni del Bosco di Mestre. Queste strutture pareggiano gli inevitabili dislivelli del suolo, facilitando il cammino e conducendo agevolmente a luoghi previsti, tutelando di fatto la maggior parte della superficie boscata, che ne resta al di fuori.
Le radure già presenti, e quelle che verranno create all’interno del bosco, ospiteranno alcune delle attività ludico-didattiche previste. Abbiamo predisposto delle “capanne”, fatte di tondini di legno incernierati e assemblabili secondo una serie di moduli possibili, che i ragazzi delle scolaresche potranno montare durante le loro visite secondo criteri ogni volta diversi.
Un altra struttura destinata all’osservazione del bosco, questa volta in verticale, è una torre alta 15 metri, che si prevede venga completamente avvolta dagli alberi. La sua funzione non è panoramica, ma consente di guardare il bosco da vicino a quote diverse, nell’alternarsi delle stagioni, delle fioriture e della presenza della fauna stanziale e di passaggio che abita la sommità delle piante ed osservandone la cima. Un’esperienza di completamento rispetto alla più consueta frequentazione orizzontale.
Le scolaresche potranno sostare al coperto ed utilizzare servizi igienici, in un’area che è stata attrezzata a ridosso della attuale passerella in cemento. Si tratta del luogo più decisamente antropizzato dell’intera area, vista la contemporanea presenza della passerella, del pilone con il faro di illuminazione notturna a luce gialla, della scala e della chiocciola in calcestruzzo. Non ci è sembrato opportuno mimetizzare i bagni e la copertura secondo formule comunque discutibili, ed abbiamo invece puntato a connotare – a favore della lettura da parte del pubblico dei piccoli frequentatori- questi “oggetti” perchè diventassero segnali utili al riconoscimento della loro funzione: di ritrovo e di servizio.
Il piccolo edificio dei bagni è stato colorato di rosso, sapendo che sarebbe stato – come è avvenuto - subito coperto dai graffiti, eseguiti con la particolare cura che gli autori mettono quando hanno tempo e spazio a disposizione. Il rosso a nostro parere regge l’impatto con questa inevitabile presenza, mentre la forma curva della copertura in lamiera di alluminio, in quel contesto, contribuisce a segnalare all’utente una presenza importante sotto il profilo logistico. In questo piccolo volume oltre ai bagni si trovano infatti anche un magazzino per i materiali didattici -stampati, opuscoli, mappe- un tavolo ribaltabile per la loro consultazione assembleare, un collegamento internet.
La stessa lamiera di alluminio è stata usata per rivestire, nella sua parte concava, una struttura di legno, esternamente conclusa da tavole di abete piallato. Questa parete curva che si trova al termine del percorso pedonale, è rivolta verso il bosco in un punto tra i più suggestivi, sia per inquadratura che per inclinazione.
Avendo però alle spalle la strada di ingresso al quartiere Pertini, era necessario ridurre questa presenza molto rumorosa. La forma e la natura del materiale -una doppia camera tra il rivestimento interno e la parete rifrangente esterna- assorbono e in parte deviano il rimbombo causato dal passaggio delle automobili.
In questa “arena”, come la chiamavano le maestranze mentre la costruivano, ci sono due sedute lunghe, in legno di abete al naturale, la cui parte superficiale è stata trattata con una protezione in resina trasparente.
Le stesse che si incontrano lungo il perimetro del bosco, posate entro pedane di legno, su cui ci si può sedere all’ombra delle piante.