Krakow
Do not fear: con queste parole Papa Giovanni II iniziava il suo pontificato il 22/10/1978. Con le stesse parole siamo esortati ad affrontare questo progetto di Architettura. E linizio è sempre avvolto dal timore (Bojazn, Ktora Lezy u Poczatku, Il timore chè all'inizio, poesia di Karol Wojtyla). Questa la premessa al progetto.
Limpostazione del progetto non può, dunque, prescindere da una triplice consapevolezza del sapere: A - dal pensiero di G.P.II; B - dal pensiero sull'Architettura (contemporanea); C - dal pensiero sulla città (contemporanea) di Krakow.
Per ciascun ambito si individuano tre punti principali.
A Giovanni Paolo II
1 Metafisica della persona: il profondo stupore riguardo alla dignità delluomo.
2 La comunità come Ecclesia, (assemblea), espressione dei valori identitari.
3 Homo imago Dei: la contemplazione del volto di Cristo nell'interiorità della persona.
B Architettura (contemporanea).
1 Anti-metafisica: prevale il pragmatismo.
2 Anti-rappresentativa: prevale il funzionalismo.
3 Auto-referenziale: prevale l'individualismo.
C Krakow (contemporanea).
1 A-morfa: avendo perso la sua figura.
2 A-teologica: avendo abbandonato la sua dimensione metafisica.
3 A-critica: avendo smarrito il suo senso.
La contraddizione oppositiva tra pensiero contemporaneo e pensiero teologico-filosofico (A) (Fides et Ratio) di G.P.II, appare quindi evidente. Ed è proprio in questa frattura che agisce il cuneo giovanneo do not Fear: non per divaricare, ma per unire, come un ponte, immanenza e trascendenza, estetica e metafisica, pragmatismo e rappresentazione, individuali e universali.
Il pensiero sullArchitettura deve allora convertirsi in:
B*
1 Metafisico: per uno spazio della contemplazione.
2 Rappresentativo: per uno spazio dellinteriorità universale.
3 Oggettivo: per uno spazio dellestetico.
Così il nostro sguardo sulla città andrà ad indagare levoluzione delle strutture figurative di Krakow: dallorigine al nostro tempo. Si individuano quindi tre topiche;
C*
1 La struttura originaria
2 Le fortificazioni del XIX sec.
3 La dissoluzione contemporanea.
In questa prospettiva (A+B*+C*) il progetto cerca le proprie radici nella storia, nella memoria, nei simboli e nelle forme di Krakow e del suo paesaggio. Infatti, tra la figura dellorigine (Vistola-Wawel-città murata) e quella della periferia, emerge la costellazione delle fortificazioni ottocentesche. La struttura concentrica e puntiforme dei forti sembra anticipare la dissoluzione della città. Invece, ogni figura di forte mantiene in sé due principi: la direzione (la relazione orizzontale) con il centro; e la disposizione (la relazione verticale) del sito. Anzi, si radica in esso, accentuandone le proprietà morfogenetiche. Larchitettura oscilla tra un sotto ed un sopra, portando ogni punto del territorio alla propria identità figurativa. I forti stabiliscono dunque un fitto sistema di relazioni visive e gerarchie formali a protezione del centro senza però imporre sovrastrutture impositive o invasive.
Il progetto.
Da queste premesse nasce il progetto. Innanzitutto cerca di ristabilire una triangolazione figurativa con Wawel e la città murata, e con Bronislawa Hill e Kosciuszko Mound. Ma anche con la dissoluzione formale della periferia.
Per queste ragioni il progetto rinuncia ad impostazioni d'impianto forti, scegliendo due principi figurativi: (1) le aree di concorso (le tre isole) determinano con le loro superfici (appena modellate) un paesaggio naturale "vuoto", analogo a Blonia (Krakow Great Common); (2) le architetture si immergono totalmente nel terreno, sviluppando il grande tema del paesaggio interiore. Si ottiene così un duplice risultato: A - tutta l'area a disposizione diventa un grande parterre per un parco pubblico (lo spazio per la contemplazione, in relazione con la Metafisica della Persona di G.P.II), e le "coperture" (doppio solaio con intercapedine h. 3,60) delle architetture diventano la quinta facciata, ovvero i giardini tematici o le terrazze sui "vuoti" del parco. B - le architetture interrate disegnano un grandioso paesaggio interiore (Homo Imago Dei di G.P.II) che varia dal sacrale al profano in relazione alle loro specifiche destinazioni. Le architetture, in questo progetto, non sono più segni esterni visibili, ma segni interiori percepibili. Lavorano per riduzione, sottrazione e concentrazione. Sono gorghi che si avvolgono attorno all'asse verticale. Un principio che si trasforma facilmente in un sistema gravitazionale. La figura principale, il Centro G.P.II, è attratto (direzionato e trattenuto) naturalmente dalla collina di Wawel (il primo centro, o il primo perno, della sacralità polacca), ma con la sua massa (m. 198 di diametro) determina ed imposta le traiettorie degli altri quattro satelliti (architetture), tutti posizionati sui bordi delle isole. Un ordine invisibile velato dal mistero genetico di Krakow.
Ma la differenza tra larchitettura principale (il Centro GPII) e le altre, non è solo dimensionale e gerarchica. E di natura fisica (la fede di GPII). Il grande cerchio incastrato sulla T, essendo collocato nel mezzo della prima isola, non proietta alcuna ombra allesterno. Tutto è trattenuto allinterno del proprio pprofilo, del proprio corpo: tutto si riversa nel vortice delle spirali (le rampe), nella depressione a lente della piazza concava, o nelle cavità maestose della sottostante Basilica o della galleria circolare. Mentre invece, le altre architetture, sporgendo comunque dai bordi inclinati delle isole, proiettano anche solo parzialmente le loro ombre allesterno. Come se la proiezione dei loro corpi dipendesse sempre dalla sottile ma inarrestabile forza emanata dal centro (GPII) di gravità e solo in quel centro la loro identità si può attuare.
Comunque tutte le architetture sono a pianta centrale (ricevono luce dalla grandi corti interne, microcosmi architettonici) proprio per rappresentare il valore dellinteriorità e dellautonegazione (lopposto dellautoreferenzialità). Questa condizione trova la sua forma più adeguata nella piazza lenticolare ad anelli concentrici (per circa 15.000 persone sedute) posta sopra la Basilica. Laula assembleare, lo spazio dellEcclesia, sta sopra la volta a cupola della Basilica. Ed è proprio il senso di comunità reale e metafisica che si esprime nellunità della forma circolare, raccogliente, e fa diventare, questo luogo, il punto focale dellintera composizione. Il quale, a sua volta, elevando la comunità nellunità della forma (il cerchio) la rende semivisibile (non ancora comunque perfetta nella forma), essendo il catino leggermente sprofondato rispetto alla quota del parterre circostante, ovvero, rispetto al piano che abbiamo prima definito della contemplazione. Ma lunico segno, o forma, che emerge dal piano della contemplazione è la cuspide della Cappella. Nella sua isolata emergenza, nella sua laterale, quasi secondaria posizione, si concentra invece lasse segreto, intangibile (sacro) di tutta la composizione. Qui si esprime nellisolamento di una figura minore (la Cappella), lessenza della Comunità nellUno della Persona. La sintesi di tutti i percorsi, di tutte le forme e configurazioni, si concentra e si condensa nellunico punto fluttuante e visibile dal piano della contemplazione: il punto della redenzione.
Riepilogo:
I principi ed elementi compositivi.
1 - I livelli.
Quota 230. Il piano della contemplazione: corrisponde al piano fondamentale del terreno (la quota media attuale). Sopra quella quota non emerge alcuna architettura.
Quota 210. Il livello medio di ingresso e di accesso alle aree.
Quota 190. Il livello principale del sacro (il pavimento della Basilica).
Il primo livello è il piano metastorico (artificiale); il secondo livello, il piano dorigine (naturale); il terzo livello, il piano pre-storico (sacrale).
2 Le tre isole.
Si mantiene la distinzione funzionale: lisola nord per la Casa G.P.II; lisola est, per il Centro di Ritiro; lisola sud per le attività alberghiere e di servizio.
3 Le cinque figure architettoniche.
The House G.P.II; il Centro per il Ritiro; lAlbergo; lOstello; il Centro Servizi Camping.
4 I bordi
Definiscono il sistema generale e principale dei percorsi pedonali e carrai. Relazionano quota 210 e 230 con sistemi di rampe differenziate per funzione.
5 I bordi esterni delle figure architettoniche.
Escludendo la House GPII, tutte le quattro figure sono racchiuse in un sistema di bordi esterni che includono nel loro spessore le rampe di accesso ai diversi piani interni.
6 The House GPII.
I sette principali sistemi figurativi: la figura a T dei percorsi (ingloba anche il teatro); la corona principale per le attività museali, amministrative, ricerca e servizio; lanfiteatro concavo per la comunità dei fedeli; la Basilica sottostante lanfiteatro; la navata circolare e voltata per la comunità dei nuovi Santi; il doppio sistema di rampe (la Via Crucis); la Cappella.