Ponte sul fiume Serchio
La finalità del presente progetto riguarda la realizzazione di un nuovo collegamento viario, tramite un nuovo ponte sul fiume Serchio, all’interno dell’area posta al margine Nord-Ovest della città di Lucca tra due importanti infrastrutture viarie quali la S.S. 12 “dell’ Brennero” e la SP 1 “Francigena”. In tale area della città denominata “Oltreserchio” si è verificata una forte espansione urbanistica sul lato destro del fiume Serchio non opportunamente supportata da un adeguato sviluppo sistema viario, i due attraversamenti esistenti del fiume, ponte S. Piero e ponte di Monte San Quirico, posti in prossimità dell’area risultano insufficienti ad assolvere agli elevati volumi di traffico a cui sono sottoposti, inoltre l’inadeguatezza idraulica del ponte S. Piero ne provoca la totale chiusura in tempi di piena. Il terzo ponte posto sulla SS12 in località Marlia risulta di difficile utilizzo per gli spostamenti interni alla città di Lucca in quanto dista da essa circa 5 Km.
Il ponte in progetto risulta quindi strettamente connesso con il sopradescritto sistema viario complessivo e costituisce un nodo strategico del sistema in quanto ha il duplice obiettivo di realizzare un percorso alternativo agli attuali viali di circonvallazione attorno alle mura della città di Lucca e di collegarsi, utilizzando il tratto della SS12 dell’Abetone e del Brennero in direzione nord, alla Tangenziale est.
La strada di progetto prevista dal bando è una extraurbana secondaria Tipo C1, i principali vincoli che si è cercato di rispettare in fase progettuale riguardano l’interconnessione della nuova infrastruttura con la viabilità esistente tramite l’inserimento di intersezioni di progetto e il rispetto dei vincoli idraulici presenti nell’area.
Scelta del tracciato e caratteristiche tecniche
In fase di progettazione le suddette limitazioni sono state assolte rientrando nelle limitazioni plano altimetriche imposte dalla categoria C1 di strada richiesta dal bando definite dal D.M. 5.11.2001.
Alla luce di quanto precedentemente esposto la soluzione progettuale del tracciato planimetrico ha assunto una forma sinuosa costituita da quattro cerchi di appoggio che formano tre flessi, con l’interposizione di un piccolo rettifilo centrale, ad andamento pressoché antisimmetrico rispetto all’asse dell’arco del ponte, lo sviluppo planimetrico del tracciato scelto ha permesso l’adozione di una valida soluzione altimetrica con livellette e raccordi che hanno assolto in pieno al rispetto dei vincoli imposti dall’orografia dei luoghi, dal bando e a quelli imposti dal D.M. 5.11.2001.
Il tracciato inizia alla Sezione 3 e termina alla Sezione 53, i tratti esterni a queste costituiscono elementi di raccordo facenti parte delle intersezioni e pertanto non fanno parte del tracciato in quanto la piattaforma è separata fisicamente dalle isole spartitraffico. Il tracciato è stato comunque prolungato oltre le sezioni suddette per tenere in debito conto dei raccordi (anche verticali) del tracciato con le intersezioni di progetto, verificandone l’agevole innesto.
Particolare attenzione è stata posta alle presenza di opportune visuali libere, in quanto primaria ed inderogabile condizione di sicurezza della circolazione. Per tutto lo sviluppo del percorso si è garantita la visuale minima per l’arresto provvedendo ad arretrare gli ostacoli presenti lungo il tracciato ed a dotare la piattaforma degli opportuni allargamenti a questo scopo.
Inserimento paesaggistico dell’opera
Il paesaggio su cui si inserirà l’intervento e costituito da un tratto vallivo del fiume Serchio al margine Nord –Ovest di Lucca, in tale tratto il fiume presenta un alveo di ampie dimensioni con arginature in terra e grandi spazi golenali soprattutto in sinistra idraulica.
Le scelte progettuali adottate sono state tese a valorizzare l’intera area, in tal senso è stata scelta una forma del tracciato e del ponte caratterizzanti per l’intera area attraverso l’utilizzo di forme plastiche e sinuose con un tracciato formato da successione di flessi e il ponte a tipologia ad arco strallato. Nell’inserimento della nuova infrastruttura all’interno dell’area fluviale si è cercato di mantenere il più possibile inalterati i percorsi ciclabili e pedonali esistenti in modo da non modificare la morfologia dei rilevati degli stessi all’interno dell’area golenale, allo stesso tempo si è cercato di riqualificare l’area oggi adibita a deposito e lavorazione di inerti presente all’interno del Parco Fluviale in sinistra idraulica. La riqualificazione di tale area, che durante la fase di realizzazione dell’opera sarà destinata ad area di cantiere, prevede l’inserimento di specie arboree tipiche degli ambienti fluviali in modo da ricucire interamente l’area golenale in sinistra con il paesaggio integro a forte connotazione naturalistica del Parco Fluviale, tale recupero del sito è stato espressamente richiesto nel parere dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici Paesaggistici e Storici riguardante l’inserimento paesaggistico dell’opera.
Note strutturali
La struttura caratterizzante è il ponte sul Fiume Serchio.
La tipologia dell’opera è quella di ponte ad arco a spinta eliminata a via intermedia aventi le seguenti caratteristiche:
Luce di calcolo della campata: circa 240 mt
Larghezza dell’impalcato: circa 14 mt (10,50 carreggiata + 2 marciapiedi da 2,50 mt)
Struttura portante dell’arco: struttura in acciaio con piatti saldati
Struttura portante dell’impalcato: struttura in acciaio (cassone e travi metalliche) e soletta collaborante in c.a.
Strutture di fondazione: fondazioni in c.a. e pali di grande diametro
La struttura dell’arco è poi completata lateralmente da due viadotti ognuno dello sviluppo complessivo di circa 140 mt aventi la struttura seguente:
Luce di calcolo della campata: 30 mt
Larghezza dell’impalcato: circa 14 mt (10,50 carreggiata + 2 marciapiedi da 2,50 mt)
Struttura portante dell’impalcato: struttura in acciaio (travi metalliche) e soletta collaborante in c.a.
Strutture di fondazione: fondazioni in c.a. e pali di grande diametro.
La volontà di caratterizzare in modo significativo il paesaggio e di valorizzarlo attraverso una forma plastica spaziale ha ristretto la scelta della forma del ponte a poche tipologie strutturali, quali i ponti strallati e i ponti ad arco, che hanno anche il pregio di consentire lo scavalcamento del fiume senza la necessità di inserire pile all’interno dell’alveo inciso. La geometria dell’attraversamento ha suggerito poi l’adozione di una struttura ad arco, ma dalle caratteristiche geometriche e dal comportamento strutturale originali rispetto ad una soluzione classica in rettilineo. Questa scelta progettuale oltre a rispondere alle succitate esigenze di natura estetica consente infatti di soddisfare contemporaneamente due esigenze tecniche di natura contrapposta: il rispetto dei vincoli di natura idraulica e la necessità di limitare la deformabilità della struttura nei confronti dei carichi veicolari. Da qui la scelta della struttura ad arco, tipologia nell’ambito della quale soprattutto negli ultimi anni si è affermata la soluzione con arco singolo centrale, soluzione che in caso di carreggiata unica quale quella in essere non trova applicazione in quanto non è consentita la separazione delle corsie ma che in questo caso viene proposta in modo del tutto originale mediante una geometria d’impalcato che entra ed esce tangente nella struttura principale permeandola lasciando una percezione assolutamente unica ed innovativa. Ovviamente l’arco singolo richiede l’adozione di una sezione con elevato ingombro trasversale per garantirne la stabilità fuori dal proprio piano.
La forma finale del ponte è un’originale coniugazione tra la scelta strutturale dell’arco singolo centrale e lo sviluppo curvilineo dell’impalcato in pianta. La soluzione proposta rappresenta un ottimo compromesso nei confronti delle due esigenze richiamate sopra, perché consente di limitare l’altezza della sezione di impalcato nel pieno rispetto dei vincoli idraulici e nel contempo conferisce alla struttura un’elevata rigidezza nei confronti dei carichi da traffico. L’impalcato connesso alla struttura dell’arco mediante un nodo di elevata gradevolezza estetica consente di conferire all’intero cassone dell’impalcato la funzione di tirante realizzando pertanto l’eliminazione della spinta orizzontale, questione di fondamentale importanza per opere di dimensioni importanti. L’arco risulta impegnato prevalentemente a compressione, cosicché la struttura nel suo complesso esibisce nel piano verticale spostamenti di entità trascurabile. La struttura invece dell’impalcato risulta essere una compenetrazione tra il cassone in acciaio e le travi secondarie sulle quali si imposta la soletta di impalcato, travi metalliche a loro volta impostate su mensole in acciaio fuoriuscenti dal cassone stesso.
Nella sezione di mezzeria l’arco raggiunge una quota massima di circa 45 m rispetto al piano stradale, mentre rispetto alla quota dell’estradosso delle fondazioni il dislivello è di poco superiore ai 10 m. La luce degli archi tra gli appoggi in fondazione misura circa 240 m; il rapporto freccia-luce risulta pertanto pari a circa 1/4.