Il nuovo Centro Civico del quartiere Isola nel Comune di Milano è una casa.
Una casa per i cittadini che al suo interno possano recuperare il senso di comunità. Più che come uno spazio fisico è stato concepito come metafisico e concettuale. Perseguendo il principio di un’architettura chiara e concreta si è cercato di dare una forma a questa dimensione, attingendo a quelli che sono gli archetipi funzionali e volumetrici della storia. La casa è intesa alla maniera più classica/palladiana come aggregazione di funzioni attorno ad un vuoto centrale.
Allo stesso tempo il progetto basa la sua natura sul tema del mimetismo. Il paesaggio de La Biblioteca degli Alberi è uno dei principali elementi di progetto fino a divenirne l’immagine caratterizzante.
Il risultato è un grande tetto monolitico abitabile che copre tutta l’area di progetto, sospeso “magneticamente” nel parco.
In attinenza con il programma fornito, il progetto, nei due piani su cui si sviluppa, presenta due macro spazi con differenti vocazioni, accomunati dalla cifra della flessibilità e della contaminazione reciproca delle situazioni che possono accogliere.
Il piano terra è inteso come una sorta di grande basamento riflettente che annulla totalmente la sua presenza nella percezione esterna. Le scatole vetrate che lo compongono, riflettendo il parco circostante, svaniscono in una suggestiva illusione ottica fatta di forti riflessioni e trasparenze.
I quattro volumi vetrati al piano terra si aprono intorno al patio, coperto dal grande invaso del lucernario, il vero cuore del centro. Questo spazio vuole essere una visione contemporanea dell’antico focolare attorno al quale la comunità si aggrega e si riconosce. Può ospitare eventi, concerti, attività ludico/ricreative o semplicemente luoghi di sosta e incontro. Grazie ai volumi vetrati che lo contornano, la percezione è di uno spazio che gioca sensualmente sulla promiscuità della percezione interno/esterno, generando una situazione di comunione e d’integrazione totale con il circostante per la quale il paesaggio diventa ancora un prospetto, un fondale dinamico e mutevole.
Il piano terreno (per una Su di 380 mq) ospita quelle che sono le funzioni più rappresentative del centro, in particolare una sala conferenze di 100 posti, espandibile fino ad oltre il doppio, mediante l’apertura delle pareti mobili vetrate, occupando quindi anche gli spazi del patio.
Il piano primo, contenuto all’interno del grande monolite sospeso, accoglie una superfice di 650 mq, distribuite da una circolazione centrale, le funzioni che richiedono minori esigenze di continuità con lo spazio circostante.
Tutti gli spazi sui due piani, nonostante l’intrinseca flessibilità, sono in grado di accogliere contemporaneamente tutte le funzioni dettate dal programma e di aumentarne l’offerta.
Il volume bianchissimo alterna matericamente parti piene e parti scavate, che ospitano logge e affacci, a porzioni rese “porose” dal disegno delle gelosie di ceramica smaltata (rimando all’architettura milanese degli anni 60, che consentono di filtrare la luce all’interno degli spazi).
Al calare del sole il basamento e il grande tetto si accendono internamente svelando in negativo la loro trama di vuoti e cavità. Rivelando la loro natura segreta di struttura aperta e permeabile, comunicano costantemente quello che accade all’interno, configurandosi come una grande e suggestiva lanterna all’interno del parco.
L’edificio, è stato progettato per il raggiungimento di una classe di consumo energetica CENED A+. L’approccio progettuale ha seguito le indicazioni del protocollo di certificazione di sostenibilità ambientale LEED NCv2.2 per nuove costruzioni, ipotizzando il raggiungimento massimo di 70 punti (Gold), focalizzandosi in particolare al miglioramento delle performance energetiche dell’edificio di progetto del 48% rispetto ad un nuovo da verificarsi mediante Energy Modelling, ed una copertura del fabbisogno energetico complessivo con energia prodotta in loco. Da segnalare la realizzazione dell’edificio con struttura a telaio in acciaio, realizzato a secco, interamente smontabile e riciclabile.
Il raggiungimento di un edificio Nearly Zero Energy Building, ovvero la riduzione ai minimi termini degli apporti energetici mecca¬nici esterni è base dell’approccio progettuale ed essenziale, per garantirne un buon funzionamento ed un eccellente comfort abitativo anche in assenza di impianti tecnologici. La copertura del basso fabbisogno elettrico può così essere raggiunta con il fotovoltaico innovativo.
Le superfici vetrate sui due piani, adottano una soluzione unica ed intelligente di integrazione architettonica del fotovoltaico BIPV (Building Integrate Photovoltaic). Tali vetrate sono in grado di generare energia elettrica non solo dalla luce naturale, ma anche dalla luce artificiale degli uffici e dei locali commerciali.
Il vetro fotovoltaico trasparente, oltre a produrre elettricità, consente l'ingresso della luce del sole all'interno, e impedisce al contempo la penetrazione dei raggi UVA nocivi e delle radiazioni infrarosse. È possibile scegliere un grado di trasparenza del 10%, 20% o 30% in base alla luminosità richiesta e controllare il livello d’illuminazione all'interno.
Per ottenere un alto isolamento termico il vetro fotovoltaico semitrasparente a tripla vetrata viene integrato nel doppio vetro con una vetrata aggiuntiva e l'aria all'interno delle due intercapedini è sostituita da gas argon.