Deposito Vittoria
- Modello insediativo e morfologico
Il lotto si trova allintersezione tra due diversi modelli di città: da una parte la città a blocchi, fortemente caratterizzante il quartiere Prati, dallaltra la tipologia a villini, un tessuto minuto di edifici discreti e di piccole dimensioni; da una parte lesigenza di completare il tessuto urbano, dallaltra la necessità di proseguire il corridoio ecologico che da Monte Mario arriva al Tevere.
Tra queste due complementari istanze urbane il progetto ha cercato un nuovo ed ibrido equilibrio tra i modelli consolidati e lidea di città ad essa sottesa: da una parte la città come tessuto omogeneo di blocchi, e dunque lisolato come cellula che densifica ed ottimizza luso del suolo, dallaltra la città come sommatoria di edifici isolati e dunque ledificio come componente discreta e sostanzialmente autonoma, modello questo che sottende un utilizzo più rarefatto e aperto del territorio.
Di questi due modelli insediativi sono stati selezionati i valori da conservare e portare allinterno del progetto: da una parte il blocco dà valore e priorità al tessuto urbano, definisce la città e il suo disegno, dallaltra lo schema aperto, tipico del villino e del modello insediativo della città moderna, garantisce la continuità dello spazio urbano, rifugge lintroversione tutta auto-costruita del blocco, valorizza il carattere discreto e differente dei singoli edifici e, infine, dello spazio pubblico da essi definito. Certamente dà valore allindividuo e al suo movimento nella città.
Tra questi due estremi abbiamo scelto il blocco come punto di partenza, capace di massimizzare il rapporto tra superficie e costruito e di dare continuità alla forma della città; deformandolo, aprendolo verso la città, abbiamo poi cercato di trasformare lisolato da oggetto chiuso, totalmente auto-riferito e risolto in se stesso, a una sequenza di edifici discreti, di diverse lunghezze e con diversi ruoli, sia urbani che spaziali e funzionali.
Il progetto lavora dunque su un doppio livello: da una parte cerca una continuità nella forma urbana, dallaltra definisce un elemento di discontinuità capace di innescare nel tessuto esistente una nuova intensità e nuove relazioni.
A differenza dei blocchi di Prati, progettati per includere uno spazio interno, un giardino alberato, nei quali è sempre identificabile un recinto, che definisce un dentro ed un fuori, un dentro privato ed un fuori pubblico, nel progetto non vi sono gerarchie, anzi è il vuoto che innerva il pieno, lo apre, lo seziona, lo trasforma.
Il piano terra, ed in qualche caso anche il primo piano, sono stati pensati come un vero e proprio spazio pubblico, uno spazio urbano, continuo, capace non solo di coagulare e di rappresentare gli abitanti dellinsediamento, ma di essere esso stesso attrattore per la porzione limitrofa di città.
Lo spazio pubblico è il luogo della collettività, una collettività allargata.