Nuova Biblioteca del Comune di Briosco
L’edificio si colloca a monte del lotto, inserito nella ripa esistente che ne avvolge la sagoma in modo naturale fino ad inglobarlo nel terreno; il progetto è quindi sostanzialmente caratterizzato ed identificabile da un solo prospetto rivolto ad nord-ovest.
Due pareti strapiombanti partono dalla fronte principale, sui lati nord-est e sud-ovest, e si inseriscono a monte, nel terreno, incidendolo perpendicolarmente: complice l’andamento topografico, formano alla vista due grandi pareti triangolari la cui giacitura e geometria perseguono l’idea di consentire al terreno, nel corso del tempo, di disporsi e accumularsi naturalmente attorno all’edificio, senza che per tale motivo le linee che connotano il progetto diminuiscano la loro forza espressiva.
Nel voler esemplificare questo concetto si potrebbe utilizzare l’immagine di un grosso masso erratico posto nel terreno, quest’ultimo lo avvolge e lo circonda e ne occupa tutti gli interstizi e tutti gli anfratti e le pieghe in cui riesce a penetrare seguendo le regole della pioggia, del vento e della forza degli smottamenti o delle frane e tuttavia il masso mantiene, imperturbabile, la sua imponente presenza. Il prospetto è significativo circa l’approccio perseguito nella progettazione: deve soddisfare tutte le istanze che hanno preso corpo nel percorso di elaborazione dell’idea progettuale (e concettuale); deve essere rappresentativo dell’istituzione che ospita, deve essere potente nel dialogo che stabilisce con il territorio che lo circonda, soprattutto in relazione alla sua posizione elevata su un podio naturale, da cui si abbraccia la pianura sottostante per diversi chilometri, deve essere contemporaneo e strutturalmente coerente (caratteristiche che devono interessare l’edificio nella sua totalità); tutto questo si concretizza in una trave-parete in calcestruzzo composta da cinque triangoli che si incastrano a vicenda: tre pieni e due vuoti, appoggiati alternativamente al suolo, i cui vertici sembrano essersi conficcati nel terreno come a definire in modo inequivocabile l’ancorarsi del progetto al luogo.
Scorgendo la facciata scultorea ed istituzionale, comunque dettata da regole statiche, si possono seguire due percorsi pavimentati che, con un unico gesto, collegano i parcheggi esistenti (su via Carducci e via Da Vinci) e si raggiunge così l’imbocco di un sentiero in leggera pendenza, collocato a nord-ovest del lotto, che conduce all’ingresso dell’edificio; scavato nella pendenza del terreno, il percorso accompagna gradualmente verso l’interno, preparandolo l’utente all’esperienza di uno spazio inaspettatamente interrato e luminoso.
La falda sporgente della copertura permette di formare, attraverso uno sbalzo, un ingresso protetto alla biblioteca. Un faggio già formato posizionato nel punto di incontro dei diversi percorsi (provenienti anche dal paese) identifica l’accesso alla nuova struttura, anche da lontano.
L’edificio ha un carattere volutamente introverso che non aspira ad instaurare un rapporto diretto con le viste sul paesaggio, ma piuttosto cerca soluzioni di luce ideali alla sua funzione e che rimandano sempre a condizioni specifiche di un edificio interrato.
L’intero piano della biblioteca è sotto il livello del terreno, le altezze interne sono continuamente variabili sia in senso longitudinale che trasversale, passando da un minimo di 240 cm. (sottotrave) ad un massimo di 520 cm., esse sono imposte dall’andamento delle solette di copertura, le quali si dispongono a disegnare delle masse tettoniche in continua variazione di geometria e di pendenza, caratterizzando fortemente lo spazio interno ed esprimendo, contestualmente, l’atmosfera di uno spazio dentro la terra.
Internamente la biblioteca si risolve in un’unica aula di dimensioni nette 16,50x23 m. completamente libera da pilastri, questo garantisce, ovviamente, grandissima flessibilità permettendo configurazioni variabili a seconda delle esigenze, anche ipotizzando scenari futuri che prevedano altro dalla biblioteca. La luce naturale è portata all’interno oltre che dalle due aperture geometriche di facciata anche
da quattro lucernari posti a monte, tra gli elementi strutturali.
Una fascia di locali accessori e di servizio è posizionata a valle, tra i contrafforti strutturali (che ne impongono i limiti dimensionali) ad essi accede attraverso delle aperture poste nella parete a valle, in continuità della facciata. Lo spazio tecnico è collocato in un’appendice esterna, vicina all’ingresso, così da permettere accesso indipendente, ed un corretto utilizzo in completa autonomia. Il programma funzionale è risolto sostanzialmente con l’individuazione di tre fasce funzionali: una in cui si collocano gli spazi di attività, quindi accesso, reception, emeroteca, postazioni internet, sala lettura ed area bambini, una seconda fascia di scaffalature disposte a file regolari ed una terza fascia, volutamente collocata ai margini dello spazio principale, in cui sono collocati gli spazi accessori.
In una logica di continuità con la situazione precedente al nuovo intervento si prevede, sostanzialmente, di non intervenire sul verde e di mantenere intatta la configurazione originaria del parco, con una zona più naturale a monte (con l’aggiunta della copertura praticabile) ed un’area a valle attrezzata: la scelta di non entrare frontalmente nell’edificio trova il suo significato anche nella volontà di mantenere e assicurare un’area a prato, ampia, per il gioco dei bimbi in una zona di pregio, ai pedi del prospetto principale, in modo da favorire il contatto costante con la biblioteca: guardando attraverso le sue vetrate, giù verso i tavoli e gli scaffali con i libri, in questo modo alimentando forse, nei bambini, la curiosità di conoscere il contenuto di quei volumi allineati. Nella realizzazione del progetto si ipotizzano sostanzialmente due materiali: un calcestruzzo pigmentato di tonalità giallo-marrone per le strutture ed il legno per pavimenti, scaffalature e porte interne; tutte le pareti interne dei locali di servizio sono in cartongesso. Sia internamente che esternamente il getto delle strutture è lasciato a vista, tuttavia la sua consistenza tattile varia nelle due situazioni: all’esterno è prevista una sabbiatura ad alta pressione, in primo luogo al fine di attribuire all’edificio un aspetto unitario e massivo, in seconda battuta per facilitare la formazione della patina del tempo più velocemente ed in modo uniforme; l’interno, invece, è pensato come uno spazio della superficie delicata, quasi soffice, che si prevede di ottenere con uso di casseri metallici con superficie liscia.
A differenza delle usuali costruzioni dove il problema statico è essenzialmente determinato dal flusso dei carichi verticali un’edificazione ipogea di un solo livello si confronta pressoché unicamente con le sollecitazioni orizzontali dovute alla spinta del terreno. Nel sorreggere una parete soggetta a una forza orizzontale l’istinto ci sprona ad allungare le mani e le gambe fino a formare un puntone capace di contrastare e trasmettere la forza al terreno. Il concetto statico dell’edificio prevede che la parete contro terra di altezza 5.70m è stabilizzata attraverso la copertura mediante l’impiego di parte delle travi quali puntoni di sostegno. Questa scelta disegna gli ingressi, la copertura e definisce al contempo l’organizzazione dello spazio nella biblioteca.