Il Fantasma del Nolli
Ex Corderie dell’Arsenale - Venezia
14th International Architecture Exhibition of la Biennale di Venezia - Monditalia
Nel 2008, la Regione Lazio - all’interno delle misure anticrisi per il rispetto del patto di bilancio - decide la chiusura, dismissione e cartolarizzazione dell’antico Ospedale San Giacomo, codice 476-480 della mappa del Nolli di Roma.
L’ospedale, una delle più antiche istituzioni pubbliche romane, viene chiuso il 31 ottobre 2008, con lo sgombero del personale medico e dei cittadini che l’avevano occupato per opporsi alla decisione del Governo Regionale. L’edificio viene inserito all’interno di un fondo immobiliare e destinato alla vendita. Fin qui sembra una delle tante operazioni di valorizzazione privata del patrimonio immobiliare pubblico.
Pochi giorni prima però, presso l’Archivio di Stato di Roma viene ritrovato il testamento del Cardinale Antonio Maria Salviati, che aveva voluto la ristrutturazione del complesso sanitario nel XVI secolo:
In Nomine Domini e per volere del potente prelato l’Ospedale San Giacomo, proprietà della famiglia Salviati, viene donato al Popolo Romano e l’edificio resterà pubblico a patto che rimanga destinato ad uso ospedaliero; in caso contrario gli eredi della famiglia ne rientreranno in possesso.
Il ritrovamento del documento rende illegittima la procedura di alienazione da parte del governo regionale - ultimo discendente delle antiche istituzioni del popolo romano in materia di sanità. Nonostante questo l’ospedale, perfettamente funzionante, viene chiuso; ma il complesso resta abbandonato, al centro del conflitto giudiziario tra l’amministrazione pubblica che ne difende la privatizzazione e i privati – i Salviati più le associazioni cittadine - che ne difendono l’uso pubblico.
L’ospedale, antico spazio di ricovero e isolamento dei malati fino al XVIII secolo; poi tra i primi complessi sanitari romani ristrutturati secondo i principi illuministici dell’individuazione, disciplinamento, osservazione ed esame del paziente alla base delle forme di cura del novecento; resta oggi una sorta di isolato fantasma al centro di Roma. Una sorta di buco nella mappa del Nolli, né poché nero della città privata, né spazio bianco degli spazi e delle istituzioni pubbliche.
La vicenda del San Giacomo parla delle tensioni e dei conflitti al tempo della crisi che attraversano l’architettura e gli spazi pubblici, quali forma fisica dell’infrastruttura urbana della città europea. Lungo la linea di ridefinizione di Pubblico/Privato/Comune, l’architettura è posta in stato di sospensione e diventa il corpo fisico sul quale le tensioni tra questi statuti precipitano.
Il complesso fantasma interroga l’idea di patrimonio pubblico come stratificazione fisica, di saperi e di rapporti di forza tra strati sociali. Una sorta di sapere resistente, depositato nelle forme del diritto e del corpo architettonico delle istituzioni pubbliche europee (le università, gli ospedali, gli edifici riadattati delle istituzioni scomparse etc.); che sono state i centri intorno ai quali si è sviluppato il modello urbano europeo e sono oggi sottoposte a profonda trasformazione, dentro i processi economici (di crisi?) e di costituzione (politica?) europea.
Nella sua sospensione di corpo fantasma, Il San Giacomo rappresenta una risorsa latente e potente, da interrogare -con la forma del progetto- per immaginare il futuro e ripensare l’architettura dei commons, in particolare della sanità, al tempo della società dell’informazione, dentro i tessuti compatti e altamente artificiali della nostra condizione urbana contemporanea e oltre i processi di crisi.
In 2008, as a consequence of the anti-crisis measures to comply with the fiscal compact, the Lazio Region decides to close, divest and securitize the ancient Ospedale San Giacomo (St James' Hospital), code 476-480 on Nolli's map of Rome.
The hospital, one of the most ancient Roman public institutions, is closed on October 31st 2008 and the building is included in a real estate fund to be sold. So far it seems one of the many operations of private enhancement from public heritage.
Not long before these events, a testament by Cardinal Antonio Maria Salviati (1537-1602) is found at the State Archives of Rome: In nomine Domini and by the will of the powerful prelate the San Giacomo Hospital, until then the property of the Salviati family, is donated to the Roman People and the building will remain public as long as it is a health structure, otherwise the property will revert to the heirs of Salviati's family.
The discovery makes the regional government’s selling procedure illegitimate, as the regional government is the last descendant of the Roman People in matters of health administration.
Nevertheless the hospital, which was perfectly functional and operative, is closed. The block remains abandoned, caught in the legal battle between the public administration that pushes towards privatization and the private citizens – the Salviati family with civic associations – which defend the public use of the complex.
The hospital - originally realized as isolation site - was then one of the first Roman health complexes to be restored in the early 20th century, following the modern principles of individuation, discipline, observation and exam of the patienti; today it is a sort of ghost block in the center of Rome.
A kind of a hole in the Nolli map, neither the black poché of the private city, nor the white field of the public spaces and institutions.
The story of San Giacomo speaks about the conflicts crossing the architecture and the urban public spaces, as physical shapes of the European city's welfare infrastructure in time of crisis. When re-defining the topics of public/private/commons, architecture is placed in a state of suspension and becomes the physical body on which the tensions among these statutes precipitate.
The ghost block of San Giacomo questions the issue of public heritage as physical and knowledge stratification: it is a sort of resisting knowledge, which is lodged in the forms of rights and in the architectural body of the European public institutions (universities, hospitals, etc.) that have been the centers around which the European urban model has developed and that now are being subjected to deep transformations, within the economic and political processes of European constitution.
In its suspension as a phantom body, the San Giacomo represents a latent and powerful resource to be interrogated -through the instrument of the project - in order to rethink the architecture of commons, specifically of health, in the time of the information society, inside the dense and highly artificial fabrics of contemporary urban condition and beyond the processes of crisis.