Ludoteca “Padiglione-Infanzia” dedicata ai bambini con disabilità - 2nd prize
Il giardino segreto
Nel 1910 la scrittrice anglo-americana Frances Hodgson Burnett scrive un romanzo per ragazzi intitolato “Il giardino segreto”.
L’opera, divenuta presto celebre, narra di un giardino cinto da mura ma soprattutto racconta del legame speciale tra due bambini che, attraverso la scoperta e la cura di questo spazio nascosto e prezioso, riesce ad generare un effetto benefico su entrambi.
Il ricordo di questa opera ha tracciato le linee guida per lo sviluppo dell’idea progettuale.
Si è cercato quindi di ripensare uno spazio di fantasia e rileggerlo in una chiave attuale e concreta, senza distorcere le interessanti tesi educative del romanzo.
La curiosità, la scoperta, un segreto da custodire e infine l’appropriazione di uno spazio di gioco che progressivamente si rivela come un potente dispositivo educativo e di crescita.
Il progetto ripercorre questo cammino, offrendo al parco “la biblioteca degli alberi” un limite capace di ridefinire i suo margini, riflettendoli ed estendendo i suoi percorsi bel oltre i suoi confini reali.
Il recinto che divide il parco pubblico dal giardino della ludoteca è una sottile membrana riflettente che nasconde fino all’ultimo la presenza di un secondo ambiente. Il segreto si svela una volta giunti a pochi passi dalla porta quando infine essa rivela la sua natura.
Ad un ambiente vasto e dinamico, si contrappone un hortus conclusus silenzioso e intimo, caratterizzato da un rivestimento bianco omogeneo che fonde in un elemento unico, gli spazi aperti con il padiglione.
La forte uniformità dell’ambiente rivela a poco a poco la sua struttura, l’organizzazione spaziale, i materiali, insieme al verde, ai colori e ai profumi. Elementi attorno ai quali è stato progettato il giardino e che forniscono molteplici occasioni di gioco ma che soprattutto generano differenti aree didattiche e specifiche esperienze sensoriali in grado di attivare una interazione diretta tra fruitori e l’architettura.
Il padiglione, pienamente integrato al giardino grazie alla continuità tra il materiale di rivestimento e pavimentazione, dall’esterno si presenta come un elemento solido, modellato attraverso un processo di sottrazione di volumi. La sua immagine stereotomica simile ad una pietra scolpita, rafforza l’impressione, una volta varcato l’accesso al giardino, di trovarsi di fronte ad una architettura primitiva, fortemente connessa allo spazio circostante con il quale costituisce un unicum cromatico, materico e spaziale.
Dall’esterno è facile intuire l’organizzazione interna dove le stanze didattiche occupano gli spazi vuoti lasciati dal processo di sottrazione dei volumi, mantenendo così una forte continuità con l’esterno.
Il resto,
è un segreto.