Dai suoi albori, l’industria tessile vive in simbiosi con il paesaggio biellese; ne disegna il fascinoso profilo con le sue ciminiere e allo stesso tempo si appropria dei luoghi a ridosso delle correnti d’acqua per trarne energia. Oggi il lanificio ha reciso il filo che lo legava alla città ed al suo paesaggio, inteso non solo come territorio geografico, ma anche come retroterra culturale fatto di informazioni complesse che hanno permeato questi luoghi instaurando con essi una inequivocabile relazione. inTESSERE è il tentativo di recupero, da parte dell’uomo, del rapporto opificio/paesaggio. Il metodo è quello di indurre, partendo dal particolare delle forme, dei suoni e dei colori, un senso riconoscibile e silenziosamente comune. Il mezzo è la macchina, il telaio, che un tempo misurava e animava lo spazio. Macchina che, rappresentata nella sua forma astratta, si slancia con decisione verso il paesaggio circostante, proiettandosi come elemento di congiunzione tra passato e presente, ridisegnando al contempo il prospetto del lanificio. Nella sua organicità interna, invece, il telaio si smaterializza, disegna lo spazio e dá vita ad un tappeto vibrante che gioca con le sensazioni per creare coinvolgimento e attirare attenzione; questo piano si scompone in tasselli che riportano all’interno dell’opificio il segno verticale delle ciminiere. É cosi che la macchina riprende ad animarsi e, da strumento per la produzione, si tramuta in strumento per la valorizzazione.
inTESSERE è un’installazione di Francesco Garofoli, Vincenzo Salierno, Francesco Vurchio realizzata in occazione del Premio biennale di Architettura Federico Maggia 2013 che si tiene a Biella, presso il Lanificio Sella dal 14 settembre al 6 ottobre.