BAR del DUOMO
BAR DUOMO/altamura-settembre 2013
Compito indiscutibilmente complesso quello di elaborare una proposta progettuale in uno dei luoghi più prestigiosi e storici della città di Altamura. Spazio da molto tempo dedicato a caffetteria/gelateria e a tale votato, volge il proprio sguardo in Corso Federico II di Svevia e precisamente sulla centralissima Piazza Duomo.
Conservando la vecchia e memorabile destinazione, planimetricamente sviluppata a “cassetto” ed incastonata tra gli edifici storici della città, occupa una superficie di circa 90mq per una dimensione approssimativa di circa 6mt di larghezza per una lunghezza di 20mt.
Voltata a botte, la sua conformazione longilinea suggerisce uno sviluppo longitudinale dell’attività, obbligando l’ospite a godere per intero del locale, dotato non solo di spazi a sedere ma anche di un laboratorio e dei servizi.
Si è cercato di avvalersi di arredi, suppellettili e colori tipici di una tradizione non lontanissima dalla nostra ma che celasse in se un emotività non tediosa. Pochi sono gli elementi giustapposti che definiscono l’ambiente, una grande madia, sedute con tavoli e un salottino, illuminati con parsimonia con luce teatrale e puntuale.
Il protagonista indiscusso è decisamente il longilineo banco in legno (la madia) che parallelo al lato lungo raggiungendo i 7mt. si colloca sul lato sinistro del locale per liberare la rimanente parte destinata all’ospite. Asciutto e deciso è praticamente la sintesi tecnica-funzionale ed estetica dello spazio. Largo 90cm, nella sua semplicità, ha la capacità, in sequenza, di accogliere dapprima uno spazio di sosta con sgabelli alti, poi il banco gelateria a pozzetti (tipico di una passato romantico), poi la cassa in posizione centrale per poi completarsi, dopo due vetrine drop-in, un comparto dedicato prima al drink ed conseguentemente alla caffetteria. Proprio in corrispondenza dell’ultima porzione, la fascia verticale che placca la parete di sinistra, che accompagna la lunga postazione lavoro, in parte si svuota per far spazio alle bottiglie cocktail, macchina del caffè ed accessori vari, sfruttando l’andamento irregolare della parete retro-banco.
Questo ha permesso di impiantare i frigoriferi refrigerati tutti ed unicamente sotto il banco a confine con il cliente. Il banco simula una sorta di grande madia sul cui fronte si è ricavato uno spazio vetrina illuminata a led, antine con vetro “cattedrale” e pomelli in ceramica smaltata e decorata. Il top del banco, in legno (rovere, legno di quercia, originario dei nostri paesaggi) e pietra (breccia) simula l’apertura del suo top per scorrimento orizzontale, liberando un ambito per il prodotto caldo, sia dolce che salato, coperto da una due teca in vetro.
Per permettere una continuità visiva si è pensato otticamente di prolungare lo spazio verso un “indefinito”, sulla parete opposta all’ingresso, con una parete specchiata a tutta altezza. La scatola è trattata in granulato di marmo, tipica, ma ormai in disusa, finitura della zona, con uno zoccolo di smalto scuro (h. 95cm, stessa del banco, simulando la zoccolatura delle vecchie case popolari per salvaguardare la parete dallo sporco) e la pavimentazione immaginata come un grande tappeto colorato in piastrelle 20x20.
Queste ultime simulando le vecchie pavimentazioni che in fase di sostituzione parziale di alcuni pezzi, all’occorrenza ed in mancanza d’altro usufruivano di altri modelli di piastrelle, spesso di colore diverso purché indisponibili dello.
Le sedute sono della Arper come il tavolino, collocate sul sul lato destro e per tutta la sua lunghezza fino a intercettare lo specchio e moltiplicarsi. L’ingresso invece è caratterizzato da un salottino più comodo (unico evento per tutto il locale) con caratteristiche decisamente diverse, per una sosta che faciliti la convivialità o la lettura. Dal punto di vista illuminotecnico la volta è illuminata esclusivamente dal lato banco in da un lungo streep led nascosto, mentre i tavoli e il banco da classiche lampade da tavolo e piantane.