Villa a Roquebrune
Trattandosi di un intervento su una casa preesistente, le volumetrie del progetto sono state vincolate da quelle precedenti. Questa villa è stata pensata come fosse una barca, sia per la posizione davanti al mare, sulla Costa Azzurra, luogo di grande tradizione nautica; sia per un desiderata della committenza. Di qui la scelta di materiali tipicamente nautici, quali acciaio e legno. Tutta la casa è stata praticamente rivestita in teak trattato e scolorito per raggiungere il classico tono dei ponti delle barche. In acciaio invece sono stati realizzati numerosi dettagli, per esempio gli innesti dei pilastri in parete. La facciata è stata concepita come una seconda pelle che impacchetta la casa originaria e su di essa sono state ritagliate delle aperture, le classiche “O” quadrate tipiche dei progettisti. Queste, insieme al sistema di terrazze, sono elementi di continuità tra interno ed esterno, che dalla facciata penetrano negli ambienti della casa, oltre a sottolineare la prospicenza dell’abitazione verso l’esterno, in una condizione climatica dove il vivere nelle parti aperte della casa è consuetudine molto piacevole, sottolineata anche dalla presenza della piscina sulla terrazza inferiore. Un apparato di filtri a lamelle verticali e orizzontali è stato ideato per protezione dalle intemperie, ma anche della privacy. I volumi sono stati poi coronati da balaustre in vetro anch’esse pensate per non occultare la vista sul mare.
Il progetto, che è andato in crescendo nel tempo, tocca un elemento fondamentale quale la scala che unisce i diversi livelli. Concepita in acciaio con struttura indipendente dal muro, essa presenta una pianta quadrata inscritta nel vano ospitante di forma rettangolare. In tal modo ne deriva uno spazio libero di risulta che viene destinato ad ospitare un importante elemento portato dal committente: la sua collezione di preziosi vasi cinesi. Una serie di mensole custodisce i vasi che vengono così inseriti nel vano, in maniera tale che una mera funzione di servizio, come quella del collegamento verticale tra piani, sia trasformata in galleria a sviluppo verticale con visione delle importanti opere ceramiche. Anche i colori scelti per gli interni ruotano sulle straordinarie tinte dei vasi cinesi. La scala-espositore è tipica espressione della visione olistica dell’architettura degli architetti, immaginata come organismo completo in cui funzioni strutturali e di arredo nascono già integrate l’una all’altra senza soluzione di continuità progettuale.
Tratto da: Domitilla Dardi, Emilia Giorgi (a cura di), Lazzarini Pickering Architects, Quodlibet, Macerata 2014.