Nuova Sede della Camera di Commercio di Prato
MDU architetti è autore della Nuova Sede della Camera di Commercio di Prato. Il complesso mostra un importante spaccato sull’evoluzione del percorso progettuale dello studio con base a Prato, oltre a costituirne il lavoro più significativo per dimensioni, localizzazione e budget.
L’intervento rappresenta a Prato uno fra i primi esempi, nel settore dei lavori pubblici, di recupero di un manufatto esistente a vocazione produttiva. Traccia concreta di una volontà orientata a recuperare interi brani di città attraverso la riconsiderazione del patrimonio esistente.
La realizzazione della nuova sede camerale si lega, inoltre, alla determinazione per Prato di testimoniare la propria consolidata vocazione al commercio, principalmente legata alla produzione di tessuti, in un distretto - quello pratese - da anni in cerca di una nuova fase propulsiva.
La Nuova Sede della Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Prato, realizzata da MDU architetti, affronta il tema dell’intersezione e del dialogo fra la scala urbana
e quella architettonica. La struttura architettonica preesistente e il sistema sociale all’interno
del quale essa è inserita hanno suggerito agli architetti un intervento delicato e rispettoso ma, allo stesso tempo, capace di stabilire nuove relazioni tra la città, l’architettura e la comunità residente. L’edificio, con un volume di oltre 35 mila metri cubi e realizzato in classe energetica A, trasforma il suo cuore in uno spazio pubblico attraverso tre profonde fenditure che liberano la sua massa monolitica e la disgregano, aprendola e rendendola disponibile all’attraversamento, all’incontro con la città. Inoltre, tutti i volumi risultanti da questa frantumazione sono rivestiti, lungo le pareti che definiscono l’esterno dell’isolato urbano, di un manto metallico bronzeo realizzato in lamiera stirata. Con questa soluzione, ispirata a esperienze di arte concettuale,
il volume originario rimane visibile ma viene, al contempo, fortemente riconnotato, come se fosse interamente rivestito da un enorme tessuto in grado di manifestarsi con decisa evidenza, ingentilendo e al tempo stesso nobilitando i volumi raccolti al suo interno. L’intenzione degli architetti, che hanno lavorato a questo ntervento in collaborazione con Favero & Milan e Seti Ingegneria, è stata creare, attraverso una serie articolata di soluzioni architettoniche, un fulcro capace di dare nuovo impulso alle dinamiche della vita urbana. Questo di MDU è il primo intervento pubblico a grande scala che, ricco delle esperienze avute in altri centri italiani, compie un’operazione di attento recupero e ridefinisce le possibilità di fruire e vivere la città contemporanea.
Il contesto. Situato poco oltre le mura trecentesche della città di Prato, in soluzione d’angolo tra via Baldanzi e via del Romito, un inatteso brano di città sorge all’interno di un sistema urbano consolidato e composto in prevalenza da edilizia residenziale alternata a stabilimenti produttivi del secondo dopoguerra, la maggior parte dei quali in stato di abbandono. La nuova sede della Camera di Commercio di Prato interviene in questo contesto offrendo nuovi spazi alla vita della città. Un imponente blocco urbano di metà Novecento, ex fabbrica di tessuti, torna a vivere individuando nuove funzioni e definendo relazioni che tendono a qualificare l’uso pubblico. Questo accade in uno dei distretti italiani del tessile più attivi nel recente passato, oggi fra i più sofferenti e in cerca di una nuova identità.
Le esigenze della committenza, la proposta dei progettisti. La Camera di Commercio di Prato, che nel 2004 bandisce il concorso di idee mirato alla realizzazione della nuova sede, rivolgendosi ai progettisti esprime delle richieste precise e lungimiranti. Il nuovo edificio dovrà introdurre in città la sensibilità al recupero di manufatti già esistenti, alla riconversione -più che alla costruzione ex-novo- di locali abbandonati o in disuso che hanno avuto una storia e che possono tornare a raccontarla attraverso nuove funzioni. L’intensificazione del rapporto fra la città, l’architettura e i cittadini dovrà essere interpretata dal progetto, da intendersi come uno strumento strategico per coinvolgere la comunità anche attraverso la creazione di spazi pubblici interni ed esterni alla struttura, ambienti destinati a mostre, eventi, conferenze e attività culturali in genere. Ancora, l’intervento dovrà fare ricorso alle tecnologie più esemplari mirate al risparmio energetico. Il lavoro di MDU risponde a tali esigenze proponendo un’architettura capace di interpretare la realtà sociale in essere nella città toscana. Sulla base di queste premesse, il team plasma un’architettura che respira questi cambiamenti, che li accoglie e li interpreta, che si rende consapevole delle evoluzioni sociali ed economiche in corso attraverso il proprio corpo.
Dialogo fra innovazione e memoria. Il progetto per la nuova sede consiste nel recupero di un edificio industriale realizzato tra gli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso, situato nelle prime fasce della città consolidata. Originariamente, l’immobile -che rappresenta un esempio di edilizia industriale dedicata al tessile del secondo dopoguerra, delle dimensioni di un vero e proprio lotto urbano- si presentava come un grande volume stereometrico puro all’interno del quale si trovava una corte intima e nascosta rispetto alla città. La sfida di MDU è stata di ideare una nuova immagine per questo edificio conservandone al tempo stesso la sua memoria.
Una nuova pelle nella città dei tessuti. Completamente rivoluzionato al suo interno in funzione della diversa attività alla quale è destinato, l’edificio mantiene il suo aspetto monolitico dietro
a una nuova veste, una pelle in lamiera stirata anodizzata color bronzo simile a un “tessuto”
che lascia intravedere il corpo dell’edificio preesistente. In alcuni punti, poi, il monolite si apre all’esterno, ora attraverso i potenti squarci verticali che collegano la corte interna alla città, ora tramite la generosa apertura della sala del consiglio con vista sui principali monumenti della città. Nella corte interna, insieme alle forme e ai materiali nuovi -lamiera per parte dei rivestimenti e vetro U-GLASS per il ponte aereo che collega le ali più lunghe dell’edificio- si ritrova l’identità pratese nella parte della fabbrica restaurata filologicamente. Con queste e altre scelte, MDU intende ricostruire un brano di città puntando su un’azione che frattura la forma compatta dell’imponente manufatto per rivelare una permeabilità inattesa. Scelte, queste, che aprono l’architettura alla dimensione pubblica e al dialogo con il tessuto urbano. L’area intorno alla Camera di Commercio, circa 5 mila metri quadrati originariamente di proprietà privata, diventa pubblica; intorno a essa si aprono nuovi assi viari pedonali e ciclabili, arterie circondate da una fitta trama di verde pubblico che riconnettono il vecchio lotto al cuore della città, come un organo che torna a pulsare e a fornire nuova linfa al suo circondario.
Il risparmio energetico. La nuova sede camerale, con una certificazione energetica in classe A+, ricorre a materiali, tecnologie, impianti che perseguono l’obiettivo di ridurre al minimo il consumo di energia. A iniziare dall’asfalto rigenerato fino alla copertura ventilata realizzata
con materiale di recupero, dal sistema di isolamento a cappotto per le pareti in lana rigenerata all’acciaio del rivestimento completamente riciclabile. Fotovoltaico, solare termico, geotermia completano il quadro di un edificio che partendo da una struttura impiantistica ormai obsoleta si trasforma fino a diventare quasi passiva.