spazio urbano e nuove atmosfere: il parco
L’intero comparto in trasformazione si configura come costruzione di città nella città; ciò innesca un radicale cambiamento delle percezioni e delle atmosfere. Se ora, i nuovi edifici attirano l’attenzione, si distinguono nei loro linguaggi; il parco nella sua immediatezza e nel suo essere collante sarà, in futuro, il vero e proprio elemento dominante. Esso si costruisce attraverso semplici percorsi, campi e foreste circolari. Ai margini si insediano le attività di supporto, tra cui la nuova ludoteca.
Dal punto di vista della morfologia, l’area si presenta, rispetto al parco,come depressione orografica; la sezione evidenzia come il rapporto con il parco sia prossimo ma non immediato. Il piano inclinato che serve per raggiungere la “strada di accesso al podio” “limita” percettivamente la visione verso il parco e aumenta la sensazione di marginalità dell’area. La sensazione è che il parco debba riversarsi all’interno dell’area di progetto; che il parco, debba “scivolare” all’interno, in una teoria di vasi comunicanti.
Il sistema degli spazi esterni
In questa visione di riconnessione con il parco, esistono due elementi in evidente contrasto:
- la recinzione
- il divieto di piantumazione di una vasta area La necessità di un ingresso carrabile e il bisogno di aree pavimentate si coniuga con la volontà di inserire “volumi” verdi. Questi necessitano all’occultamento delle facciate rivolte verso il corpo dei beni stabili. Alla domanda “come costruire dei volumi verdi su un’area che non può essere piantumata?” la risposta progettuale si orienta all’utilizzo di “bottoni botanici”; piante ed alberi in vaso creeranno con la loro prossimità un bosco permeabile; la superficie in terra stabilizzata permetterà di utilizzarlo anche con deambulatori e carrozzine. Una cintura a prato circonderà l’edificio mentre la striscia in adiacenza agli edifici residenziali, manterrà la quota ribassata e sarà completata con arbusti e piante erbacee; il tutto in una continuità verde fra piani orizzontali e verticali. In questo modo, grazie ai volumi verdi e alla cinta arborea, verrà rafforzata la sensazione di essere all’interno di una grande stanza, inondata dal verde.
Architettura
Il progetto del nuovo Padiglione nasce da una constatazione: la localizzazione ai limiti e l’enfatizzazione dello stato di marginalità, dato dagli imminenti manufatti e dalla loro altezza, sono elementi caratterizzanti. E se il progetto considera il lotto come una stanza, in cui le pareti si ricoprono di alberi e di piante, il vero e proprio elemento a cui istintivamente si riconosce un valore è il cielo. Ogni stanza avrà una finestra sul cielo, un “aquilone” che ne cattura porzioni,frammenti. Un cono di luce capace di modificare la percezione interna. In base a questo assunto, una serie di elementi si estendono verso l’alto e si orientano in base all’andamento del sole. Attraversano il piano primo e catturano nuvole, sole, pioggia ed ombre. E all’interno ci si potrà sdraiare come su un prato e guardare le nuvole, in un’atmosfera calda ed accogliente, in cui le sensazioni si amplificano. Ogni aula sarà uno spazio attivo, che agisce sui sensi.
L’esiguità dell’area fa si che le stanze annullino la presenza dello spazio di distribuzione; ciò permette di lavorare sulla prossimità degli ambienti e sulla flessibilità di utilizzo. E’ possibile un uso parziale ed autonomo della struttura con possibilità di variazione della dimensione delle stanze.
Attraverso un dispositivo mobile sarà possibile separare od unire gli ambienti; da una configurazione a stanze fino a quella finale ad aula.
Anche il piccolo spazio distributivo potrà annettersi ad una o all’altra stanza, ampliandone la superficie.
Il tutto in una prospettiva di luogo ludico-didattico che assume un carattere nomade, un luogo unitario con macrospazi che promuovono attività differenti. La logica del progetto si basa sulla volontà di aumentare le possibilità di interazione fra le persone , siano essi disabili, famigliari e/o educatori. Per questo motivo, i normali armadi/contenitori vengono collocati a perimetro, abitano le finestre, lasciando libero lo spazio interno. Al piano primo, intorno ai “coni di luce” si sviluppano gli ambienti richiesti e alla ricerca della massima interazione, si aprono finestre sugli spazi sottostanti.
Ogni stanza ha una naturale prosecuzione verso l’esterno a corollario della grande tettoia di ingresso. Il tetto diventa luogo accessibile in una logica di sovrapposizione verticale degli spazi verdi.
La sostenibilità del progetto si misura sulle tecniche costruttive che prevedono una struttura interamente lignea in Xlam, sulla presenza di elementi coadiuvanti la ventilazione naturale (coni di luce) e su elementi rafforzativi dell’inerzia termica (tetto giardino). L’impiantistica prevede pannelli radianti a soffitto e un sistema di pompa di calore supportata da pannelli fotovoltaici.