W(underkammer)
La Wunderkammer venne prima del museo. Tra il XVI al XVIII secolo le dimore delle famiglie più ricche ospitavano tra le proprie mura una stanza speciale, in cui venivano custodite, senza sistemi né catalogazioni che non fossero proprie del collezionista, oggetti disparati, unici e preziosi.
Le Wunderkammer sono in origine manifestazione di volontà di possesso e necessità di conoscenza insieme. Un luogo incantato animato dalla fantasia.
La Camera delle meraviglie era una spazio speciale in cui si collezionavano oggetti speciali. Un luogo segreto a cui pochi potevano accedere. Il vero tesoro del signore, innamorato dell’arte, della natura, degli oggetti di fabbrica umana, delle anomalie e delle stranezze della natura.
C’erano oggetti da scoprire ogni volta che si tirava un cassettino, che si levava un coperchietto, che si apriva una porticina sul fondo. Tutto intorno si era circondati da becchi di avvoltoio, gusci di tartarughe poggiati su capitelli corinzi, gemme preziose incastonate tra denti di coccodrillo del Nilo. C’erano oggetti grandiosi, rarità delicate e tesori minuti, ritrovamenti fortuiti o scovati chissà dove.
Poi, quando si aprivano le porte segrete di rovere pesante, era tutto un godimento vedere gli occhi strabuzzanti degli ospiti increduli.
Anche W è una collezione di oggetti preziosi, rari e disparati, disposti l’uno accanto all’altro in bella mostra. Racconti intimi forgiati in manufatti, frutto di un’esperienza altrettanto preziosa, rara e disparata.
Dentro a W, al riparo, le tempere si stringono, le terre cotte si fanno posto, i cartoni si impacchettano, le pietre colorate fanno scintille contro le pareti bianche. Tutto pronto, in fila, per mostrarsi.
W è un racconto di vite intessuto non da parole, che possono venir meno, ma da cose concrete, fatte, scelte, toccate e mostrate finalmente.
W è un tesoro, una scatola preziosa da scoprire.
W di fuori è un meteorite scuro, una scatola irregolare con pelle di bitume, indecifrabile.
Una luce bianca che lo solleva da terra attira il curioso e l’esploratore.
W, dentro la campana, è uno spazio luminoso e bianco, ordinato, una parentesi cubica.
È l’ordine delle cose. Senza ordine e ricchissimo.
W è l’esigenza di ciascuno di creare un luogo in cui condurre gli altri per mostrare qualcosa di sé, perché si possano svelare, un po’ al riparo, le proprie “mirabilia”.
W è un luogo privato, intimo e raccolto in cui ospitare gli altri. Un luogo appartato, difficile da raggiungere. Bisogna fare sforzo, chinarsi per entrare e cambiare prospettiva riscoprendo il piacere della sorpresa e della meraviglia pura.
Ma W è anche il percorso che compiamo ogni volta che ci accostiamo all’altro attratti da pochi spiragli luminosi, come finestre. Un percorso che richiede uno sforzo: quello di superare l’indecifrabilità esteriore, lasciandosi condurre alla scoperta di una realtà inattesa ed inedita.
Il progetto nasce dalla collaborazione tra studioErrante Architetture (Sarah Becchio e Paolo Borghino), due scultori Miriam Fabris ed Emanuele Greco, ed un gruppo di dieci ragazzi disabili dell’Associazione Genitori Pro Handicap di Cuneo.
Seguito naturale di un percorso di laboratorio di libera espressione che prosegue ormai da tre anni ed in cui i ragazzi hanno sperimentato una forma di espressione artistica basata sulla libera interpretazione di materiali e colori, il progetto W(underkammer) si impone come necessità per i ragazzi di mostrare il proprio lavoro agli altri, avvertire che ciò che producono possa esser considerato bello, prezioso, meritevole di attenzione.