Complesso parrocchiale, Santa Maria del Carmine
"sorgeva sulla pianta di un sogno"
“Ogni pietra rappresentava il singolare conglomerato d’una volta, d’una memoria, a volte d’una sfida. Ogni edificio sorgeva su una pianta di un sogno”. Margherite Yourcenar, “Memorie di Adriano”.
La chiesa si colloca all’interno di un’area ibrida tra città e campagna, un’area fortemente penalizzata dalla presenza di edifici produttivi agricoli, infrastrutture stradali e tecnologiche; un’accumulazione progressiva e caotica di episodi, di segni che hanno coperto, seppellito un territorio ricco di storia e tradizione.
Come uno scavo archeologico, il progetto riscopre la bellezza celata ed intrinseca dei luoghi, risarcisce il territorio della sua una storia negata, cerca affinità intellettuale con gli esempi più nobili delle ville rupestri dell’Antica Stabia fondando i muri del nuovo sulla lezione dell’antico, legittimando la sacralità di un luogo da sempre solcato da cultura e bellezza.
Pertanto IL SAGRATO rappresenta una riscrittura dell’antica Natatio di villa S.Marco, è il luogo delle celebrazioni liturgiche all’aperto, una piazza inclinata dominata dal NARTECE e dall’ALTARE che si offre alla città ed ai suoi abitanti.
I LOCALI DI MINISTERO PASTORALE sono cinti da un lungo muro che riedita le decorazioni parietali in IV stile del peristilio romano di Villa San marco: le grottesche rese frammento dal tempo e dai saccheggi borbonici appaiono oggi come moderne opere d’arte. Nel lato opposto alla facciata, si ha una zona di filtro e di riparo, come continuazione del PORTICO; questa parte evoca l’oecus di Villa San Marco, del quale oggi rimane solo un frammento di trabeazione. LA PAVIMENTAZIONE del sagrato e dell’interno dell’aula liturgica rievoca l’antico pavimento musivo a tessere bianche con fasce nere a tecnica a canestro: un cemento elicotterato con matrici a rilievo che riscrivono la trama dell’antica pavimentazione.
Se gli spazi esterni sono intrisi di riferimenti all’architettura romana radicandosi al contesto, gli interni sono un modellati secondo le geometrie della tradizione cattolica assunte a vera e propria icona di sacralità.