Senior City Cortina D’Ampezzo: 30 alloggi per anziani autosufficienti
Un progetto di architettura non può sottrarsi alle relazioni, implicite ed esplicite, che ha con il suo intorno, con il paesaggio che lo circonda, con le caratteristiche fisiche ed ambientali del suo contesto. Non può farlo soprattutto se il contesto è ricco e fortemente evocativo come quello che caratterizza l’ambito di intervento nel quale si colloca.
La proposta progettuale di concorso è caratterizzata dalla ricerca di un confronto con la storia e la tradizione del luogo, ma anche con i segni rappresentativi del territorio montano: l’orografia del terreno, il profilo frastagliato delle vette, le sfumature dettate dalla densità variabile della vegetazione, le fenditure dei corsi d’acqua sul terreno, il verde delle alberature che si fonde con la cromia ambrata delle rocce, le emergenze degli edifici e i loro riferimenti tipologici.
Il paesaggio gioca un ruolo determinante nella composizione: le coperture a falde, caratterizzate da una successione di piani inclinati, si modellano come profili d’altura, i percorsi distributivi si muovono come corsi d’acqua, allargandosi e restringendosi, aprendosi infine verso le valli e le alture.
Con una configurazione di volumi che ricorda i borghi di montagna, luoghi di aggregazione abitativa e sociale caratterizzati dall'affacciarsi su percorsi comuni e piccole corti, traguardando il paesaggio, il progetto prevede la realizzazione di tre corpi di fabbrica che si articolano tra loro in modo che alle unità residenziali ed agli spazi collettivi sia sempre consentita la relazione visiva con il contesto circostante.
Lo spazio d'ingresso è interpretato come una vera e propria corte sulla quale si affacciano le unità residenziali. La corte è anche partenza ed arrivo dei percorsi di distribuzione interna ed esterna, luogo baricentrico dell’intera composizione. Scale e ballatoi si rincorrono lungo le pareti delle abitazioni, organizzate a piani leggermente sfalsati sui distinti corpi di fabbrica, e caratterizzano lo spazio vuoto della stessa corte.
La scala avvolge interamente lo spazio centrale, accompagnando il visitatore attraverso i vari livelli dell’edificio: non è solamente il salire o scendere, si tratta piuttosto di un’esperienza legata alla percezione spaziale da diversi punti di vista, un viaggio alla scoperta di scorci e frammenti di spazio sempre diversi.
La corte è interamente vetrata in modo che la copertura consenta il passaggio di luce naturale e che le vetrate di testa aprano la prospettiva verso le montagne circostanti.
La gradonata, la piccola piazzetta esterna alberata, l’ingresso con le scale e l’ascensore, sono di fatto un unico ambiente, dove il limite tra interno ed esterno è delicatamente definito dalla vetrata. In questo modo lo spazio interno diventa fondale scenico di una improvvisata sala teatrale all’aperto, mentre all’interno la prospettiva si apre verso una sorprendente veduta delle vette del vicino Pomagagnon.
Le pareti vetrate della palestra, del wintergarten e della sala polivalente, proiettano il visitatore verso l’esterno, verso lo spettacolo irripetibile che le Dolomiti ampezzane offrono da questa posizione. Sono le Tofane, il Croda da Lago, il Sorapiss gli attori protagonisti della scena che si sta rappresentando.
La sala polivalente è un luogo fortemente evocativo che si apre interamente sulla vallata: la vista spazia dalle vette più alte delle Tofane fino al frastagliato profilo del Sorapiss. E' un luogo di sosta lungo un immaginario percorso di discesa a valle che caratterizza tutto l’asse longitudinale dell’edificio, dove interno ed esterno sono un tutt’uno.
La smaterializzazione del basamento al piano terra, realizzata con l’introduzione di un lungo nastro vetrato, consente di amplificare il rapporto visivo e spaziale tra l’interno e l’esterno.
Il recupero di elementi tipologici e formali, che rimandano alla tipologia per antonomasia delle costruzioni montane, il tabià, non si pone dunque sul piano della storicizzazione del linguaggio bensì su quello della contemporaneità.
Il progetto prevede l’utilizzo di elementi e materiali tipici delle costruzioni in montagna, quali pareti rivestite in legno (risorsa fondamentale dell’ecosistema montano), terrazze sostenute da montanti lignei collegati alla copertura, serramenti, pavimenti e rivestimenti anch’essi lignei, intonaco bianco, tetto in lamiera.
L’oggetto architettonico, qualunque esso sia, nel paesaggio montano è visto nella sua completezza formale, dall’attacco al suolo al tetto, e diventa parte di un disegno organico che si astrae dalla sua singolarità per diventare elemento fondativo di un più ampio disegno d’insieme.
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Le residenze, raggiungibili ed accessibili da percorsi autonomi rispetto agli ambiti pubblici dell’edificio, hanno completa autonomia funzionale. Gli alloggi sono caratterizzati da continuità di materiale tra interno ed esterno e dall’assenza di interruzioni fisiche e visive tra i vari ambienti, le terrazze fronteggianti ed il paesaggio circostante. L’ambiente, neutro, che si avvale essenzialmente dell’utilizzo di materiali semplici come il legno e l’intonaco bianco, è adatto ad essere personalizzato dai futuri abitanti; si è cercato di fare attenzione a progettare spazi in grado di non alterare l’identità del singolo ospite, disegnando ambienti nei quali la flessibilità e la personalizzazione sono garantite nel rispetto dell’individualità degli abitanti.
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Le tavole di Concorso.