Nuovo complesso parrocchiale della Madonna del Carmine a Santa Maria la Carità
•Rapporto con l’ambiente urbano
La Chiesa tende a stabilire un rapporto percettivo “sereno” con l’insieme degli elementi che la circondano. Il progetto, pur se apparentemente in contrasto con il contesto artificioso, saturo di stratificazioni spontanee, incoerenti tra loro, spicca per la sua forza simbolica mantenendo una dialettica semplice e rigorosa.
•Riconoscibilità dell’edificio sacro
L’immagine complessiva, volutamente scarna, risulta riconoscibile nel contesto. C’è una doppia fusione, una materica, In cui le funzioni legano lo spazio esterno a quello interno attraverso un’alternanza di pieni e vuoti e l’altra spirituale che avviene per mezzo di elementi tesi verso l’alto, ponte tra la dimensione terrena e quella ultraterrena, e profonde sottrazioni del terreno, recinto di protezione, grembo materno.
Il muro e la capanna, la suggestione della materia tesa verso l’alto, l’avvicinamento dell’uomo all’”ultraterreno”, e l’ermetismo del ricovero ne contraddistinguono la forma e ne caratterizzano la riconoscibilità, riaprendo nello sguardo del visitatore il fascino magnetico della rappresentazione tradizionale della culla cattolica.
Questi elementi, legati al suolo ma sospesi, piantano le loro radici sulla memoria del luogo, sulla pietra lavica frutto della terra.
•Profilo estetico, formale
L’aspetto concettuale legato alla forma non è racchiuso nella sua esplicita rappresentazione ma in ciò che significa. Il muro-percorso, la chiesa-capanna, le corti-abbraccio, sono tutti elementi tesi alla subliminale contaminazione delle azioni del visitatore. Ogni scelta formale è proiettata al raggiungimento di una condizione emotiva di serenità. Alla base di questa intenzione gli spazi del raccoglimento hanno la vegetazione come unica via di fuga dello sguardo, proiettata al raggiungimento dell’astrazione dal contesto terreno, alla ricerca di un rapporto intimo con il Signore.
•Impianto liturgico
Per isolare l’aula di culto e rafforzare il messaggio, si è deciso di collocare tutte le altre funzioni al di sotto di una piastra, creando ambienti ipogei intorno a delle corti. Anche qui il richiamo simbolico è alle comunità cristiane delle origini, alle assemblee religiose svolte in luoghi spesso nascosti agli occhi di diffidenti e persecutori. Un richiamo legato anche al territorio vesuviano ricco di scavi archeologici.
La proposta progettuale segue la rinnovazione in atto nella Chiesa voluta dal Santo Padre ripulendosi di ogni sovrastruttura formale.
La base del credo cattolico è fondata sul legame con le scritture dell’Antico Testamento per poi elevarsi verso la forza del messaggio messianico. Il basamento del complesso si ispira alle geometrie de ’altra materica, bianca e sospesa dal piano di campagna, simbolo della forza del Creatore e di quel mondo non legato al “terreno”. L’unico elemento che irrompe in questa purezza è il grosso setto, in calcestruzzo armato, che si erge dal terreno, al quale si “aggrappa” l’aula liturgica. Il muro, rappresenta la religione che regge la comunità dei cristiani (il volume sospeso). Le campane e la croce sono gli unici elementi che riescono a scalfire il muro.
•Aspetti funzionali
L’impianto planimetrico della chiesa è legato alle proporzioni ed ai rapporti armonici spaziali già presenti nelle chiese classiche. Tale proporzione si basa su numeri simbolici: l’aula liturgica è larga 12 metri a richiamo dei dodici apostoli. Il grande setto murario scompone questa misura creando una sorta di navata laterale larga 4 metri, richiamo simbolico legato alla terra, e un’aula destinata al culto larga 8 metri, numero legato alla Santa Vergine. L’aula viene poi ulteriormente suddivisa in quattro campate che si susseguono, ciascuna di dimensioni m 8x8. Un ulteriore metro tra le due pareti perimetrali del prospetto dell’ingresso principale, permette all’area di culto di raggiungere una lunghezza di m 33. Nella navata laterale trovano posto gli spazi destinati al sacramento della penitenza, al lato dell’ingresso principale, e il fonte battesimale, sul lato opposto. Questa navata si configura come luogo appartato in cui l’intimità permette di pregare e riflettere. Sulla parete vetrata è previsto un brano con forte valore evocativo. Alle spalle del fonte battesimale è collocata una piccola sacrestia ed una scala che conduce agli ambienti ipogei e al coro. Sullo sfondo, una vetrata si affaccia direttamente su di una piccola corte sottoposta da cui si scorgono chiome di alberi. Oltre tale vuoto, il fabbricato ospita la sacrestia al piano interrato e la casa canonica al primo e al secondo livello fuori terra.
La parete esterna, sospesa da terra, presenta poche aperture: l’ingresso principale sul fronte est, una piccola uscita di sicurezza a metà dell’aula, sul lato nord, e un taglio continuo sul fronte sud che permette, dall’esterno, la vista del fonte battesimale, e che rappresenta la ferita al costato di Cristo. In copertura, tagli sulle falde proiettano luce dall’alto all’interno della chiesa.
Gli ambienti ipogei si articolano intorno ad una corte principale confinante col lato sud della chiesa. Sul fondo, la grande parete vetrata al di sotto dell’aula di culto costituisce una sorta di “quinta” che si antepone al setto in calcestruzzo armato. Su tale fronte si apre l’ingresso alla cappella feriale posta al di sotto dell’aula liturgica principale. Sui lati est ed ovest della corte si aprono la sala parrocchiale e tre delle aule per le attività comunitarie. Alle spalle di queste ultime si trovano altre due corti intorno alle quali sono disposti gli altri ambienti per la catechesi.
Sul “podio”, aree verdi e spazi pavimentati si alternano divenendo luogo per attività all’aperto o per celebrazioni.
•Opere d’arte
Gli elementi liturgici sono minimali e costituiti da materie essenziali quali legno pietra e ferro. Il progetto iconografico è scarno ed astratto e sottolinea l’incapacità dell’uomo a cogliere con gli occhi il disegno divino. Gli unici richiami all’iconografia classica sono le stazioni della via crucis incise nel setto murario.
Anche l’icona Mariana dell’altare conserva questo stilema fatto di linee poco antropomorfe, pur rispettando nei colori i tipici abiti mariani. La tela, illuminata dalla grande vetrata, acquisisce una consistenza eterea e mistica. Richiama alla mente dei fedeli la “luce” della Madre Santa che rende i lineamenti confusi ed al contempo familiari.
•Aspetti tecnologici
Per quel che concerne gli aspetti tecnologici, gli impianti si trovano in un locale interrato. L’aerazione e il riscaldamento sono concepiti per essere inclusi nel pacchetto dei solai per non interferire visivamente. Avremo, quindi, bocchette di aerazione a soffitto e pavimenti radianti per il riscaldamento. La scelta di creare locali tecnici ipogei ci consente, con un pacchetto tecnologico sul solaio di copertura, di avere un importante isolamento termico verso l’esterno abbassando i costi di gestione. A questo concorre anche la scelta di avere per grossi pezzi della pavimentazione della piastra di copertura, un tetto giardino.