Siamo nella periferia di Bologna, un tempo luogo di laboratori e piccole officine, oggi quartiere residenziale.
Qui, un vecchio laboratorio tessile degli anni ‘50, si trasforma in un’abitazione moderna. Una classe energetica G passa a classe A, 98 metri quadri si trasformano in 115. Come?
La soluzione sta nel cubo.
La pianta rettangolare del laboratorio è rimasta tale e quale, ma al suo interno è stata inserita una figura semplice come il cubo che ricopre differenti funzioni sfruttandone tutte le caratteristiche: la parete frontale ospita un camino e un guardaroba, il suo interno i servizi, la parte superiore un soppalco/studio. Inoltre funge da elemento distributivo dei restanti ambienti: salone/cucina, camere e cantina/locale tecnico.
Le scale si snodano intorno al suo perimetro collegando i cinque diversi piani su cui si sviluppano gli ambienti.
La pluralità dei livelli è connessa anche alla funzionalità di ogni singolo ambiente. La zona notte, per esempio, trovandosi in una zona intermedia (un metro e mezzo dal suolo), permettono a chi ci abita un giusto rapporto con l’ambiente esterno mantenendo un certo grado di privacy.
L’ultima superficie sfruttabile è il tetto del vecchio laboratorio, ora un terrazzo pensile che guarda l’esterno a 360°.
Il risultato è un gioco di scatole cinesi, di piani sfalsati che ne alterano lo spazio e di esso la percezione.
I materiale utilizzato per i pavimenti è il legno, che assieme alla diffusione della luce attraverso finestre e pozzi-luce pare delineino perfettamente le forme del qBO.