Restauro dei resti della Chiesa di S. Maria La Nova
Il restauro dei resti della Chiesa di Santa Maria La Nova a Ragusa Ibla rientra nel più ampio progetto di restauro della Chiesa di S. Antonino, nella quale tali resti sono inglobati.
I lavori sono stati realizzati con fondi della L.R. n. 61 del 1981 e completati grazie ad uno specifico finanziamento della Conferenza Episcopale Italiana. Questi ultimi hanno riguardato il consolidamento delle volte e degli architravi in pietra, della terrazza dei locali dell’ex sagrestia e il consolidamento dei resti della torre campanaria che appariva pericolosamente strapiombante.
Inoltre sono stati completati i restauri lapidei e pittorici dell’arco interno a sesto acuto risalente al quindicesimo secolo e del portale lapideo esterno, anch’esso di epoca quattrocentesca.
Grazie alle indagini geofisiche (georadar e termografiche) condotte dal prof. Maurizio Seracini dell'Università della Calabria abbiamo avuto conferma delle numerose stratificazioni che caratterizzano la Chiesa ad ulteriore riprova delle ricerche a carattere storico/archivistico precedentemente curate dal Dott. Giuseppe Antoci, responsabile dell’Ufficio dei Beni Culturali della Curia Diocesana di Ragusa e di quelle condotte in situ dal Dott. Emanuele Canzonieri, archeologo che collabora con la Sovrintendenza ai BB.CC.AA. di Palermo.
Durante la rimozione dell’intonaco interno, operazione peraltro circoscritta alle sole zone interessate da fenomeni di distacco, numerose sono state le localizzazioni di reimpieghi di frammenti lapidei provenienti da precedenti fasi edilizie della Chiesa.
Ma è stato il ritrovamento all’interno delle murature dei locali dell’ex sagrestia di consistenti frammenti murari di epoca quattrocentesca oltre che di elementi in pietra finemente scolpita (con forme zoomorfe ed antropomorfe) e più precisamente dei resti dell’imposta di una volta costolonata tali da far supporre la presenza di una cappella di epoca precedente al terremoto del 1693 (che rase al suolo l’intero Val di Noto e la stessa Chiesa di S. Maria La Nova), successivamente inglobata nelle strutture murarie della Chiesa, oltre al ritrovamento dei resti della pavimentazione della precedente chiesa quattrocentesca posta al di sotto dell’area absidale e del transetto a convincerci definitivamente dello straordinario valore della Chiesa come “edificio testo”, molto stratificato e complesso.
In particolare sono state individuate due imboccature di possibili cripte in prossimità dell’altare principale e sul lato sinistro del transetto oltre a vaste porzioni pavimentali estese a tutta l’area dell’abside e del transetto e tracce di probabili sepolture nell’area dell’ex sagrestia. Altre imboccature di cripte e/o sepolture sono state individuate nella navata in prossimità del prospetto principale, dell’area mediana e dell’intersezione con il transetto.
Inoltre le indagini georadar hanno individuato delle “anomalie” al di sotto del piano di calpestio della navata interpretate come possibili tracce di murature in fondazione appartenenti a fasi edilizie precedenti.
Grazie alle tecniche termografiche, è stata individuata la presenza di decorazioni murarie a tempera situate all’interno e sopra le lunette laterali della navata. Tali decorazioni, di fattura tardo settecentesca, non erano prima visibili perché coperte da numerosi strati di pittura (latte di calce ed idropittura) oltre che parzialmente manomesse a causa della rimozione degli altari posti un tempo nelle nicchie laterali, avvenuta negli anni sessanta del secolo scorso.