Senior City Cortina d'Ampezzo
FINALISTA
Si dimostra sempre delicato l’approccio di una nuova architettura al paesaggio alpino dove fra una natura austera e gli edifici rurali ormai parte di essa, sembra esserci poco spazio per qualcosa d’altro.
«L’architetto, come quasi ogni abitante della città, non ha civiltà. Gli manca la sicurezza del contadino, che possiede invece una sua civiltà. L’abitante della città è uno sradicato.» sosteneva Adolf Loos in uno scritto del 1910 sull’architettura alpina. Cimentarsi nella progettazione di un nuovo edificio in questo contesto così “genuino” rischia di far emergere l’inciviltà di chi non ha mai abitato queste montagne. Significa lavorare con cura e con tocco leggero per non alterare gli equilibri tra le preesistenze.
L’approccio è stato dunque ricercare l’essenziale da inserire in questo paesaggio consolidato provando a contenere il più possibile l’edificato, mitigarlo e allo stesso offrire ai futuri fruitori un susseguirsi piacevole di spazi differenziati, di facile utilizzo e accessibilità, ma sempre a contatto con la natura circostante. L’esistenza di un complesso residenziale pubblico ne ha suggerito il posizionamento adiacente sia per sfruttarne in parte la strada d’accesso sia per ricalcare l’esigenza di una minor dispersione del costruito; quest’ultima condizione ha indotto la creazione tre livelli di alloggi che si presentano come una tipologia tradizionale a falde che mutua le forme dell’architettura rurale alpina. Il complesso si sviluppa in forma di “C” che accoglie abitanti e visitatori e allo stesso tempo crea un’ intima semi corte con un’alternanza di superfici verdi e pavimentate, attrezzate con sedute che delimitano le due superfici.
I due blocchi di alloggi, da realizzarsi in fasi successive, distano la misura necessaria per differenziarsi di un piano secondo il movimento naturale del terreno, e sono collegati dal volume dei servizi che vi si insinua seguendo l’andamento delle curve di livello. Si crea così uno sfalsamento di volumi i quali, nonostante restino di facile accessibilità a qualunque utente, risultano modellati sul sito senza eccessivi movimenti di terra.
Per rientrare nei parametri del social housing, si è scelta un progettazione razionale per la parte degli alloggi, sia nel sistema distributivo che li lega sia nello sviluppo planimetrico del singolo alloggio. Il corridoio è completamente vetrato e si affaccia sul luminosissimo doppio volume vetrato dell’atrio, diventando così una sorta di ballatoio.
Gli alloggi, dalla pianta estremamente pulita, sostanzialmente si ripetono ai vari piani, ma lievi sfalsamenti creano un piccolo gioco di rientranze lungo i ballatoi dove potrebbero trovare posto delle sedute, così da rendere lo spazio distributivo ulteriormente gradevole, se non addirittura vivibile. Lo stesso gioco di sfalsamento volumetrico, assieme all’elaborazione dei piccoli spazi di pertinenza esterna (terrazzi o logge), crea un prospetto meno monolitico, evocando architetture tradizionali presenti in questo territorio.