Riconversione Dell’ex Mattatoio in Campus Universitario
SPAZIO PER LA DIDATTICA, FACOLTÀ DI ARCHITETTURA DELL’UNIVERSITÀ ROMA TRE
Considerato uno dei brani fondamentali dell'archeologia industriale romana e straordinario esempio di ingegneria civile ottocentesca, negli anni ‘70 il complesso dell'ex mattatoio viene dismesso, subendo da allora diverse ristrutturazioni e diventando sede di nuove funzioni e manifestazioni temporanee. Attualmente la proprietà del complesso è del Comune di Roma, che ha concesso alcuni padiglioni all'Università degli studi di Roma 3 (Facoltà di Architettura).
Posto il tema estremamente delicato delle preesistenze ottocentesche del Mattatoio, e dei resti della città romana di cui è ricco il sottosuolo, lo studio Insula tra il 2001 e il 2013 ha coordinato l’intervento di riqualificazione e riconversione dell’intero complesso in campus universitario,prendendo
parte allo studio di fattibilità ed al progetto preliminare e seguendo la progettazione di alcuni padiglioni. Il progetto delinea un equi librio attento t ra intervento e conservazione, secondo un approccio che affianca il restauro e il risanamento conservativo all’incremento delle superfici interne, fino alla demolizione senza ricostruzione dei padiglioni realizzati in modo incongruo in epoche recenti.
Il primo intervento (2002) ha riguardato i padiglioni 6 (servizi igenici e centrale termica ) e 7, un grande ambiente coperto (85 x 15 x 10 metri) illuminato da quattro grandi lucernari. Con l'obiettivo di realizzare tre aule per laboratori e un’aula magna di 260 posti, la scelta progettuale di Insula esalta il corpo
industriale e crea ambiti separati e isolati acusticamente, attraverso l’inserimento di tre pareti divisorie con struttura in acciaio: diaframmi trasversali parzialmente trasparenti, lineari, leggeri, realizzati con materiali (ferro, legno, vetro) e colori (bianco, grigio e blu) essenziali. I grandi velari geometrici e i lunghi tavoli pensili perimetrali ristabiliscono la scala umana e accentuano il volume dell’edificio, ribadendo l’uso universitario del luogo.
Il progetto del padiglione 2B (concluso nel 2013) ha previsto la riconversione dell’edificio in ambienti flessibili, adatti allo svolgimento di seminari e lezioni.
Come nel precedente intervento, il progetto individua la propria cifra progettuale nella conservazione dell’impianto e nell’articolazione dello spazio interno attraverso elementi mobili divisori, che ricalcano la suddivisione originale in sette ambienti adibiti a stalle (demolite nel 1932) e diventano l’elemento ritmico del grande ambiente unico (840 mq).
Le sei pareti poste tra le coppie di capriate, sono costituite da una parte perimetrale fissa ( vetro e acciaio) e da una centrale opaca costituita da pannellature manovrabili e richiudibili a pacchetto, che permettono con estrema rapidità l’allestimento di ambienti di varie metrature da un minimo di120 fino a
720 metri quadri.
Gli interventi strutturali sono stati volti attentamente al restauro e al recupero di quanto resta del progetto di Ersoch; come all'esterno, dove le facciate e gli elementi decorativi sono stati restaurati filologicamente secondo l’antico progetto.
English text
Considered one of the best examples of industrial archaeology in Rome of 19th century civil engineering, the ex slaughterhouse was dismissed in the seventies, going since then under different refurbishments for new temporary uses. Nowadays the property of the area is shared between the Municipality and the Roma 3 University
Given the extremely delicate theme of 19th century pre-existences and obviously roman archaeology whereof the subsoil is always rich, between 2001 and 2013 Insula studio coordinated the requalification of the entire complex, and also the recovery intervention into a University campus, realizing the feasibility study and the scheme design of the whole area and the pavilions.
The project has be conceived as a delicate balance between intervention and preservation, following different approaches: from restoration and preservation to the increase of internal surfaces, along with the demolition of the recent pavilions .
The first intervention regarded Pavilion 6 (toilets and powerhouse) and Pavilion 7: a great covered hall (85x15x10 meters) with four big skylights on top. The project goal was to realize three workshop classrooms and a 260 seats auditorium. The architects have chosen to exalt the industrial volume, and create separate spaces also acoustically isolated- trough the insertion of three steel-structure partition walls: transversal diaphragm partially transparent, linear, light, realized by a choice of essential materials (steel, wood, glass) and colours (blue, white and grey).
Big geometrical podiums and long suspended wall tables re-establish the human scale and underline the didactic use of the place.
The project of Pavilion 2B (just finished - 2013) foresaw the recovery of the building to guarantee flexible locations for classes and workshops, together with a collective space as a link between the architecture school and the library. As in the previous intervention, Insula decided to preserve the volume and articulate the large internal space - 840 square meters - through mobile partitions, tracing
the original division in 7 stables (demolished in 1932). Six walls are placed between the trusses, and show a stable part (glass and steel) and a central opaque part (long 9 and high 3 meters) made by a folding panel system easy to move for creating different size ambiences, depending on the needs (from 120 to 729 square meters)