Riqualificazione dell’area Palestra Campostrino e del Parco ex Ospedale Morgagni
I titoli usati per la spiegazione e lo sviluppo della proposta sono:
Perchè scegliere una iniziativa quando c'è posto per tutti?
Non è il cosa ma il COME?
come includere il campus nella città attraverso le esperienze della cittadinanza ?
Quali architetture potenziano l'uso cittadino dello spazio pubblico?
perchè una sola funzione quando tutte possono coesistere?
L'urbano come processo azione- prototipo- test-valutazione
Costruzioni reversibili, replicabili e riprogrammabili
Infrastruttura cittadina per l’empowerment urbano
come sviluppare la città e la mobilità nel tempo?
Intervento a basso impatto per consolidare la comunità locale
Il progetto prevede una strategia politica che prescinde dalla dualità pubblico-privato, rafforzando la nozione di “comune” come spazio d’incontro e gestione delle varie iniziative esistenti a Forlì. A tal fine si adotta un diagramma tripartito “Agenti - Risorse – Governo” che definisce un’analisi attuale della situazione socio-urbanistica della città.
Gli Agenti non comprendono solamente le politiche pubbliche delle amministrazioni locali, università ed altre imprese private, ma anche tutte quelle iniziative cittadine e di gruppi auto-organizzati che ragionano, propongono e agiscono sulla città in modo attivo e propositivo.
Le Risorse individuano aree d’opportunità nella città, molte delle quali di proprietà privata, in cui si propongono attività nel “durante”, ovvero quelle occupazioni dal palese carattere sociale che rispettino lo status giuridico e di regime proprietario e che permettono lo sviluppo di azioni urbane e sociali nel lasso di tempo del “durante!” fino ad una propria formalizzazione finale.
Infine il diagramma di Governo che comprende le relazioni di potere, collaborazione e gestione di tutti gli agenti negli spazi individuati (risorse) rappresentando le “forze” esistenti, i possibili conflitti o sinergie ed il loro sviluppo nel tempo.
Attivazione sociale mediante dispositivi architettonici: attuato il primo dei due modelli qui proposti, garantendo in tal modo che tutta l’area del campus risulti libera da barriere – spazi residuali – bordi urbani, si interverrà articolando in maniera strategica una serie di elementi architettonici di media entità, che si pongano perciò in una scala di valori tra l’arredo urbano e l’edificazione vera e propria, capaci di ri-attivare le aree circostanti attraverso spazi urbani dedicati e idonei allo sviluppo di iniziative cittadine. Ognuno di questi dispositivi architettonici avrà in comune alcune funzioni con gli spazi e/o i dispositivi ad esso limitrofi così come avrà alcune iniziative comparabili a ciò che, al medesimo tempo, si sta sviluppando nei dispositivi adiacenti.
La nostra proposta progettuale per la riqualificazione della Palestra Campostrino si pone come uno di questi dispositivi, dedicato alla produzione artistica e culturale, ed inserito perciò all’interno di un sistema a scala più ampia di dispositivi architettonici di diversa natura.
Condensatori sociali
Densificazione e centralizzazione economica e architettonica
Catalizzatore di usi e funzioni in posizioni strategiche del luogo
Reversibilità e adattabilità, versatilità e minimo impatto ambientale
Integrazione e potenziamento di tutte le attività locali informali
Gestione comune (non pubblico-privata) e partecipativa
Capacità di replicabilità urbana e visualizzazione cittadina
Fattibilità
Entrambi i modelli di attuazione precedentemente proposti si pongono come interventi a basso impatto capaci però di garantire un miglioramento della qualità globale dell’area di intervento in forma “invisibile”.
Le proposte inerenti il tema della “pulizia urbana” (modello A) implicano migliorie delle condizioni urbanistiche generali, del traffico veicolare e della mobilità urbana. Gli elementi di progetto atti a finalizzare tale modello saranno elementi prefabbricati e/o industriali, realizzati in forma seriale, rapida e che utilizzano la tecnologia a secco per la loro messa in opera. Per quanto possibile saranno da privilegiare gli elementi costruiti in fabbrica e assemblati in loco. Saranno tutti dispositivi adattabili a distinte e mutevoli condizioni, reversibili nel tempo in modo tale da poterli ricollocare o rimuovere nel caso di una riconfigurazione spaziale, e comunque riutilizzabili in altre zone della città.
Sarà compito delle iniziative dei cittadini lo sviluppo e il mantenimento della maggior parte di ciò che concerne questi dispositivi strategici e di tutti i suoi elementi di attuazione. Ciò consentirà di creare quel sentimento di appartenenza necessario per far sì che gli spazi, le risorse e i dispositivi stessi siano autogestiti e richiedano la minor quantità possibile di risorse esterne per il loro funzionamento.
Sostenibilità ambientale
I dispositivi architettonici e sociali garantiranno tutti gli spazi di cui sono composti di un’adeguata illuminazione naturale e saranno provvisti, in ogni caso, dei meccanismi di controllo della radiazione solare per evitare il sovrariscaldamento o, al contrario, la necessità di utilizzare il condizionamento negli ambienti interni. Questo indirizzo di intervento consentirà la drastica riduzione del costo energetico. Le coperture inoltre, a supporto di tale obiettivo progettuale, saranno ricoperte di una trama vegetale che permetterà lo smaltimento della CO2 atmosferica, rinfrescando l’ambiente e riducendo l’effetto isola creato generalmente negli intorni di edificazioni urbane.
Un sistema di drenaggio e recupero delle acque meteoriche sarà utilizzato a servizio delle aree verdi, sempre con l’obiettivo di ottimizzare le risorse e abbattere i costi di esercizio, attraverso un’approccio sostenibile all’architettura.
Tutti i materiali saranno, per quanto sarà possibile, saranno materiali di recupero, riciclati e procedenti della zona più vicina possibile, riducendo i costi di trasporto, inquinamento e logistici. Infine, si imporrà un rigoroso piano di gestione dei rifiuti, sia in fase di progettazione e cantiere, sia posteriormente nelle fasi di gestione e manutenzione degli spazi realizzati.
Chiarezza e leggibilità del progetto
La struttura della presentazione del progetto si articola a partire da una prima tavola che vuole essere un’analisi previa che non si concentra solo strettamente sull’area di intervento della Palestra Campostrino e del Parco dell’ex Ospedale Morgagni, ma che al contrario analizza tutto il perimentro urbano della città di Forlì, traendo da ciò lo sviluppo dello schema Agenti – Risorse – Governo e definendo tutte le iniziative cittadine individuate e utilizzabili, da e per la città.
La seconda tavola analizza le necessità specifiche di ognuna delle iniziative individuate e il suo inserimento all’interno dell’area di intervento così come nei singoli dispositivi architettonici e sociali.
La terza e la quarta tavola definiscono e studiano nello specificio il dispositivo architettonico della Palestra Campostrino e ne forniscono la sua rappresentazione grafica.
Infine, la quinta tavola ci presenta la planimentria generale con le relative azioni inerenti le modifiche alla circolazione proposte e le singole azioni di “pulizia urbana”.