iron house
iron house! è il progetto che ho dovuto sviluppare per una coppia di giovani tosti e decisi, che mi hanno scelto tra una selezione di possibili architetti da coinvolgere nella ristrutturazione della loro nuova casa, consapevoli del mio approccio di progetto abituale, da allineare alle loro specifiche esigenze ed agli eventuali input trasmessi dal contesto.
L’appartamento, pregevole per ubicazione, piano, vedute, esposizione, dimensione, ecc., permetteva un intervento contemporaneo, grazie alla struttura portante puntiforme ed all’assenza di particolari riferimenti storici.
Al momento delle richieste, la Committenza, oltre ad esporre la quantità e la varietà dei locali necessari e ad illustrare mediante foto e riviste del settore, ecc., i riferimenti stilistici desiderati, espresse con estrema determinazione la volontà di spostare la cucina in prossimità del grande terrazzo.
La richiesta, corretta dal punto di vista distributivo, si scontrava però con le possibilità impiantistiche offerte dall’appartamento: realizzare la cucina dove richiesto, avrebbe comportato l’inevitabile realizzazione di una pedana necessaria a contenere la corretta pendenza delle tubazioni di scarico.
Prospettai con chiarezza i difetti di questa soluzione che può generare ad esempio scomodità nella disposizione degli arredi e talvolta anche situazione di pericolo al transito delle persone, ma fu scelta comunque questa soluzione.
Da un difetto poi, come spesso succede, è nato l’input forse più stimolante di tutto il progetto; la necessità di mettere a tavola 14 persone (!!!), mi ha costretto a progettare un tavolo allungabile, in grado di scavalcare il salto di quota dettato dal gradino.
Si è definita così la realizzazione di un tavolo ribaltabile, che all’occorrenza e mediante una serie di facili operazioni in sequenza, permette al tavolo stesso, una volta sganciato dal mobile contenitore che in posizione standard lo accoglie, di ruotare e ribaltarsi, generando così un piano lungo 320 cm, la cui ulteriore base di appoggio è costituita da un contenitore, solitamente un comodo porta riviste a servizio del salotto.
Insomma, una soluzione straordinaria che mette a tavola un gran numero di persone, generando un inaspettato effetto ‘sgradonato’ della tavolata.
Per il resto la casa è estremamente pulita e tirata, e tutta giocata sul bianco-nero, che disegna elementi di arredo, controsoffitti, contenitori, porzioni di parete e rivestimenti ceramici, esclusa la bellissima pavimentazione in parquet di noce nazionale, che in maniera elegante connota tutti gli ambienti.
Dal punto di vista distributivo, l’intervento ritrae una spazialità giorno (ingresso-pranzo-salotto) aperta e continua, escluse le delimitazioni d’arredo disegnate dalla composizione pranzo, e dalle grandi partizioni scorrevoli ed a bilico in legno e vetro.
Dal corridoio si accede alle tre camere da letto ed al bagno ospiti, allestito secondo geometrie essenziali con un lavabo a semisfera in corian, una grande doccia ed i sanitari.
Dalla camera matrimoniale invece, allestita con armadio ad ante scorrevoli ed uno schematico letto a baldacchino con struttura metallica in laccato rosso, si accede al bagno padronale, caratterizzato ancora dai sanitari sospesi, da un comodo vano doccia, ma soprattutto dal grande lavabo in corian di realizzazione artigianale su disegno; il rito di lavarsi i capelli mediante apposita doccetta, direttamente nel grande lavandino, tradisce le origini meridionali di questa caparbia ed al contempo delicata Committente, che con gusto e rispetto è riuscita a miscelare il rigore e le geometrie di tanta progettualità del nord Europa, con il calore e le tradizioni tipicamente italiane.